La disinformazione dei media, il ricatto dell’Ue, l’ambiguità del Kke ma le forze anti-austerità in Grecia possono vincere il referendum di domenica
di Stathis Kouvelakis
Il mio “insolito” silenzio degli ultimi giorni, come qualcuno l’ha chiamato sulla mia pagina Facebook, è semplicemente dovuto al fatto che, da quando sono arrivato ad Atene per la campagna a favore del No in vista di domenica, ho dormito veramente poco e lavorato tanto. Oggi ho parlato a due assemblee svolte in luoghi di lavoro (la stazione ferroviaria centrale di Atene e l’edificio centrale della metropolitana), una bella esperienza. Il mio programma per domani include interventi in diverse assemblee nella zona industriale di Moschato e un incontro pubblico a Petroupoli, nei sobborghi occidentali di Atene.
I lavoratori sentono la pressione della situazione creata dall’isteria dei media e dalla chiusura delle banche. Sono piuttosto critici verso le concessioni fatte dal governo nel corso di questi estenuanti “negoziati”, ma in generale restano fiduciosi nella vittoria del No. Lo aspettano come un nuovo inizio per il governo di Syriza, con l’attuazione di una parte più consistente del programma.
Incoraggerei tutti quelli che seguono cosa sta succedendo in Grecia con il tipico mix di ansia e speranza a rimanere il più distaccati possibile. I media greci sono in una condizione di isteria, e quelli occidentali non sono poi così diversi. Uno dei loro argomenti preferiti, al culmine dell’atmosfera apocalittica che stanno propagandando, è che il referendum non avrà luogo, che il governo in realtà ha accettato il piano proposto da Juncker, annullerà la consultazione e così via. Fate attenzione ad un disinformazione del genere.
È vero che alcune iniziative del governo sono, a dir poco, ambigue e opinabili. Questo è particolarmente vero per quanto riguarda la proposta avanzata ieri per un nuovo prestito da parte del Meccanismo Europeo di Stabilità e per la lettera del primo Ministro Alexis Tsipras all’Eurogruppo, divulgata oggi. Il loro obiettivo è mostrare buona volontà e dare credito alla posizione secondo cui ciò che avverrà la prossima settimana, in seguito ad un’eventuale vittoria del No, sarà un nuovo ciclo di “negoziati”. Ma tutti sanno che a) è molto improbabile che accadrà e b) in ogni caso non c’è alcun negoziato attualmente in corso. Angela Merkel ha chiarito che assolutamente nessuna trattativa sarà possibile fino a domenica.
C’è quindi una dimensione di ostentazione da entrambe le parti e una di manovra tattica da parte di Syriza, ma è anche vero che questo è un riflesso delle contraddizioni interne al governo di Syriza. La sua ala “realista” (guidata dal vice-primo Ministro Yannis Dragasakis) sta provando a portare avanti l’idea secondo cui il referendum è solamente una sgradevole (e breve) parentesi conflittuale, e che i negoziati inizieranno di nuovo sulla base delle impegnative condizioni che il governo ha accettato subito prima della rottura del dialogo. Secondo la posizione ufficiale, comunque, i negoziati partiranno da zero, il che significa che tutte le precedenti proposte greche devono ora essere considerate obsolete.
Oggi il discorso di Tsipras è stato ben accolto e largamente visto come sprezzante, riuscendo così a sopraffare l’impatto delle ultime proposte. Ma di certo, il miglior alleato della parte del No è l’atteggiamento irremovibile e arrogante dei creditori, che non lascia spazio al compromesso, nemmeno del peggior tipo.
Secondo i sondaggi pubblicati oggi [ieri, ndr] il No è avanti di 11-13 punti, ma la distanza si è ridotta in maniera significativa da lunedì a causa della chiusura delle banche, delle restrizioni sul prelievo di denaro, e dei problemi riscontrati dai pensionati.
Questo ha inevitabilmente creato un’atmosfera di incertezza e paura, ed era esattamente ciò che i leader europei avevano in mente quando hanno deciso di bloccare ogni fornitura di denaro liquido. Comunque, è altrettanto prevedibile che solamente tra pensionati e casalinghe il “Si” sia in vantaggio o comunque vicino alla maggioranza dei voti. Per il resto, inclusi i piccoli imprenditori, il “No” è avanti.
Molto dipenderà dalla capacità di ogni parte di mobilitare, a maggior ragione per la parte del “No”. La manifestazione dei favorevoli al “Si” di martedì è stata grande e ben organizzata, ma composta esclusivamente dal ceto medio-alto, ed è stato probabilmente il massimo di quanto possono fare in termini di mobilitazione. Considerando che è stata improvvisati, la manifestazione del No è stato un inizio riuscito. La partita sul campo è iniziata oggi [ieri], e sarà quasi interamente monopolizzata dai sostenitori del No.
Qualitativamente parlano, le sezioni di Syryza sono galvanizzate, e c’è un ottimo rapporto con i compagni di Antarsya. Anche altre forze, come i movimenti sociali, si stanno unendo. Sta prendendo forma una campagna basata su un fronte unito, ed è un’ottima notizia.
Ma il problema più grande è dato dall’atteggiamento tenuto dal Partito Comunista, che può essere identificato solamente come un “traditore” (in generale non amo questa parola, ma in questo caso sembra giustificata). Consegneranno una loro scheda elettorale, affermando un “doppio no” (al piano della troika e al governo, entrambi visti come “due facce della stessa moneta”), ed ovviamente non sarà valida. Presumibilmente faranno un loro calcolo e annunceranno il risultato come una sorta di “successo” della loro linea.
Se il No vince, il che sembra probabile ma non sicuro, e se conquista una chiara maggioranza, il che è tutto da vedere, è quasi inevitabile che il confronto con l’Unione Europea e la classe dominante interna si inasprirà. La Grecia si è già rifiutata di pagare il Fondo Monetario Internazionale a giugno, e il default verrà formalmente dichiarato in 30 giorni. Le armi della valuta e della liquidità verranno usate anche più duramente, con la Banca Centrale Europea e il Fondo Europeo di Stabilità Finanziaria che chiederanno l’immediata estinzione dei prestiti. Inevitabilmente per Syriza arriverà il momento delle grandi decisioni.
Una vittoria del “No” galvanizzerebbe le forze popolari. Ma questo risultato non dovrebbe essere considerato una certezza in nessuna circostanza. È l’obiettivo di un’incredibile battaglia che si sta svolgendo adesso.
Tradotto da “A Moment of Great Decisions“, di Stathis Kouvelakis
Traduzione a cura di Carlo Perigli