In un video pubblicato dal Parlamento Europeo Martin Schulz si è detto preoccupato per il destino dei greci dopo il No al referendum. Un sentimento latitante nei periodi di austerity
di Carlo Perigli
È visibilmente preoccupato Martin Schulz, quel “No” gridato ad Atene gli deve aver levato il sonno. Lui che sembra avere così a cuore il destino dei greci, proprio non può accettare un atteggiamento tanto autolesionista, e in un video pubblicato dal Parlamento Europeo ha voluto mostrare la sua solidarietà.
Così, dopo aver dichiarato di rispettare l’esito del referendum, Schulz ha ricordato che nei prossimi due giorni si dovranno discutere gli aiuti umanitari per la Grecia, il cui sistema bancario sta vivendo giorni particolarmente delicati, perchè “cittadini, pensionati, malati e bambini non devono pagare il prezzo di questa drammatica situazione nella quale il governo greco ha trascinato questo paese“. Ora, sorvolando sul fatto che il referendum è servito proprio a far decidere i greci e non il governo – e che quindi la stucchevole narrazione del popolo ostaggio di governanti psicotici (che come tali spesso e volentieri poi vengono destituiti) questa volta non attacca – l’animo gentile di Schulz ci colpisce sinceramente.
Tuttavia, il presidente del Parlamento Europeo capirà se ci chiediamo dove teneva nascosto tutto questo altruismo quando – a titolo di mero esempio – nel 2012 la troika imponeva, come condizione per l’erogazione di nuovi aiuti, tagli alle pensioni (-10%) e agli stipendi (-22% sui salari minimi), aumenti delle tasse, innalzamento dell’età pensionabile a 67 anni, e tutta una serie di provvedimenti che hanno reso più facile il licenziamento e il trasferimento dei dipendenti pubblici. Magari già che c’è potrebbe anche dirci cosa pensava l’anno successivo, quando la situazione veniva aggravata con licenziamenti e cassa integrazione per oltre 25mila dipendenti pubblici.
E dato che cita anziani e malati, Schulz scuserà la nostra insistenza ma ci torna in mente l’articolo pubblicato da Louise Irvine lo scorso gennaio, nel quale il medico britannico riportava le terrificanti condizioni in cui versava il sistema sanitario greco, dal quale, in conseguenza dei tagli imposti, il 30% della popolazione era praticamente tagliato fuori. Il signor Schulz è preoccupato per i bambini greci, ma ha mai letto il rapporto Unicef che nel 2012 inquadrava il 34% dei minori a rischio povertà? Sapeva che tra il 2008 e il 2011 la mortalità infantile è aumentata del 40%? E degli aumenti della tubercolosi e dei casi di Hiv? Si è preoccupato, sempre a titolo di esempio, quando dopo 40 anni è riapparsa la malaria?
Un ultimo appunto: nel video Schulz dice che “i greci hanno detto no, ma altri 18 membri avevano concordato sulla proposta fatta, alla quale i greci hanno detto no. Questa è la democrazia in Grecia, ma altri governi e parlamenti democratici la pensano diversamente“. Già, però non dimentichiamo che solo i greci, e non anche gli altri 18, avrebbero continuato a subire le drammatiche conseguenze di misure concordate altrove. Con il referendum invece hanno scelto autonomamente – e democraticamente – di rifiutare un’imposizione che li avrebbe condannati nel baratro. Ma forse è proprio questa “anomalia” a preoccupare visibilmente il signor Schulz, e non solo lui.