Alleanza delle Cooperative Italiane propone di arginare il fenomeno della finta cooperazione con una legge di iniziativa popolare
di Marco Vulcano
“Le imprese cooperative per un’economia pulita”. Lo slogan con cui Alleanza delle Cooperative Italiane ha deciso di presentare una legge di iniziativa popolare in materia di contrasto alle false cooperative non avrebbe potuto essere più azzeccato, dato il pervasivo fenomeno di imprese cooperative che in realtà cooperative non sono, ma – come si legge nel testo della proposta di legge – “utilizzano strumentalmente la forma giuridica della cooperazione, inquinano il mercato facendo concorrenza sleale, evadendo tasse e contributi e non rispettando i diritti dei lavoratori”.
La campagna di raccolta firme in sostegno di un provvedimento legislativo che metta un freno al fenomeno delle finte cooperative è partita fin troppo bene, con oltre 27.000 firme raccolte in quasi due mesi. Ne mancano ancora circa 23 mila, da raccogliere nei 4 mesi che verranno, dopodiché il testo sarà presentato in Corte di Cassazione in attesa del pronunciamento parlamentare. Alleanza delle Cooperative italiane si dice tuttavia fiduciosa sul buon esito della proposta di legge, anche perché al proprio interno sono racchiuse sigle importanti come Agci, Confcooperative e Legacoop. Un bacino di imprese e dipendenti che non dovrebbe rendere particolarmente complicato raggiungere le (almeno) 50.000 firme in sei mesi a partire dal 6 maggio scorso, data di pubblicazione del testo in Gazzetta Ufficiale. E la sfida è di quelle che contano.
Le stime ufficiali quantificano infatti in più di 120.000 i dipendenti di imprese cooperative che non aderiscono all’Alleanza delle Cooperative italiane. False cooperative di servizi, attive perlopiù nei settori pulizie, multi service e facchinaggio che configurano un autentico mondo a sé, completamente senza regole, non monitorato e privo di qualsiasi tipo di tutela. Il sogno di Renzi, praticamente.
Questo sottobosco che prolifica sotto le mentite spoglie della forma societaria cooperativa provoca però una perdita fiscale e previdenziale di oltre 750 milioni di euro l’anno e danneggia doppiamente il mondo della vera cooperazione, sia per l’enorme danno di immagine arrecato al settore, sia perché al momento oltre 4.000 cooperative (vere) rischiano di chiudere i battenti proprio a causa della concorrenza sregolata delle false cooperative.
Alleanza delle Cooperative italiane propone dunque di cancellare dall’albo delle cooperative tutte quelle non sottoposte a revisioni o ispezioni, chiedendo al contempo che venga subito definita la programmazione di revisioni “ad hoc” prioritarie per tutte le coop appartenenti ai settori più a rischio.
Tra i provvedimenti che verrebbero introdotte in caso di esito positivo della legge di iniziativa popolare in oggetto, anche la necessità di comunicare tempestivamente lo scioglimento delle cooperative all’Agenzia delle Entrate, in modo da arginare il prolificare di coop che nascono e falliscono in pochi mesi provocando un importante danno erariale, e la creazione di un coordinamento tra i soggetti deputati a vigilare sulle cooperative, in modo da velocizzare e snellire il tutto. Insomma, finora sembrerebbe una buona idea. Ora non resta che vedere come andrà a finire, Poletti permettendo.
Sembra di assistere al bue che dice cornuto all’asino, in Italia non c’è coperativa che non sia una truffa, dove i soci fondatori portano a casa ben altri IMPORTI dei soci aderenti, quando per Legge dovrebbero essere tutti uguali. Se c’è qualcuno di qualificato a chiederne la chiusura, sono semmai quegli industriali che si sono visti dirottare gli appalti, grazie alle manfrine dei capitani d’impresa delle cooperative, dietro le quali si nasconde un PARTITO, che in questo modo si garantisce un succoso e esentasse finanziamento, peraltro vietato.