No all’austerity. Sì all’austerity. Tsipras presenta la sua proposta alla troika, ottiene l’ok del suo parlamento ma da Syriza le prime defezioni
Di seguito vi proponiamo le principali misure presentate dal primo ministro greco, Alexis Trsipras, che ha anche ottenuto il voto dal suo parlamento per negoziare l’accordo con i creditori, e cioè Eurogruppo, Banca centrale europea e Fondo monetario internazionale (ex troika). Soddisfatto il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker.
Ma c’è insoddisfazione e rabbia all’interno del partito di Siryza, che considera le proposte presentate da Tsipras troppo simili a quelle del secondo memorandum rifiuto dai Greci con il referendum di domenica scorsa. La nuova proposta presentata da Atene è stata approvata stanotte con 251 voti favorevoli. 32 i contrari (i deputati comunisti, Alba Dorata di estrema destra, Elena Psarea e Ioanna Giatani entrambe di Syriza). 8 gli astenuti, tutti membri del partito di Syriza compresa Zoe Constantopoulou, presidente del parlamento greco, Panagiotis Lafazanis, ministro dell’energia, Dimitri Stratoulis, ministro della sicurezza sociale, nonché i deputati Kostas Lapavitsas, Stathis Leoutsakos, Thananis Skoumas, Giannis Stathas e Aglaia Kyritsi.
Tutto quello che otterrebbe Tsipras se i creditori accetteranno la sua proposta, è un po’ di tempo in più per attuare le riforme, più o meno le stesse dettate dall’ex troika, ristrutturazione del debito e dilazioni più a lungo termine.
Domenica prossima quindi il gruppo dei creditori risponderanno alle proposte di Tsipras che comprendono l’aumento delle tasse – dirette e indirette -, privatizzazioni e riforma delle pensione.
Ecco le principali misure interne alla proposta di Tsipras, partendo dall’impegno che Grecia è disposta a sottoscrivere in tema di bilancio, cioè a rispettare gli obiettivi sull’avanzo primario, il che significa che il governo s’impegna a spendere meno di quanto raccoglie con le tasse. L’1 per cento di meno nel 2015, il 2 per cento nel 2016, il 3 per cento nel 2017 e il 3,5 per cento nel 2018.
Aumento dell’Irpef, Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, dell’11% per entrare minori ai 12.000 euro annui, e dal 33% al 35% per entrate superiori.
Riduzione dell’Iva 6,5 al 6% per medicinali, libri e il teatro; Iva fissata al13% per prodotti alimentari di base, alberghi, energia e acqua; 23% per il resto, comprese le ristrutturazioni a cui attualmente si applica Iva del 13%.
Eliminazione, a partire da ottobre, dello sconto del 30% in materia di Iva nelle isole del Mar Egeo più ricche e con maggior affluenza turistica. Escluse le isole minori.
Aumento dal 26 al 28% dell’imposta sulle società, con un pagamento anticipato del 100%.
Eliminazione graduale dei sussidi sul gasolio per gli agricoltori
Abolizione graduale delle esenzioni fiscali per gli agricoltori fino al 2017
Aumento della tassa di lusso dal 10 al 13%, con effetto retroattivo sulla dichiarazione dei redditi del 2014, e applicabile a partire da subito anche alle imbarcazioni con lunghezza minima di 5 metri.
Eliminazione graduale del sistema di prepensionamento con immediata applicazione e un sistema di penalizzazioni, escluse le professioni a rischio e le madri con figli disabili. L’obiettivo è di raggiungere entro il 2022 l’aumento dell’età pensionabile reale a 67 anni, e a 62 per persone con 40 anni contributi di lavoro.
Aumento del contributo dei pensionati al sistema sanitario dal 4 al 6%
Eliminazione graduale dei sussidi per le pensioni più basse (Ekas) fino al 31 dicembre 2019
Congelamento delle pensioni in termini nominali fino al 2021.
Fusione della previdenza complementare che sarà finanziata esclusivamente dai contributi dei lavoratori (finora era stata finanziata dai datori di lavoro e, in alcuni caso, da aiuti dello Stato).
Imposte sulla pubblicità in televisione.
Privatizzazione immediata di aeroporti regionali, ferrovie, porti e aumento dei costi autostradali.
Taglio alle spese per la difesa di 100 milioni di euro per il 2015 e di 200 milioni di euro entro il 2016.