E’ soprattutto la rabbia contro la Germania il sentimento imperante tra greci e greche, man mano che mettono a fuoco la consistenza dell’accordo raggiunto a Bruxelles
da Atene, Benedetta Cairoli
Man mano che i greci mettono a fuoco la consistenza dell’accordo raggiunto a Bruxelles, esplodono sensazioni diverse. Alcuni provano sollievo per aver evitato il grexit, in altri, la maggior parte, esplode la rabbia perché il documento approvato è, per certi aspetti, ancora più duro di quello a cui il popolo greco aveva detto “oxi” (no), attraverso un referendum.
Alexis Tsipras ora torna ad Atene e avrà un compito altrettanto duro, quello di convincere deputati e cittadinanza a digerire l’accordo raggiunto con i creditori. Il diktat dell’Eurogruppo ha dato ore contate al governo greco per risolvere le probabili dissidenze e approvare quella serie di riforme chiave imposte dai creditori.
In tanti considerano l’accordo raggiunto a Bruxelles dopo una notte di intensi negoziati, una “vittoria di Pirro”, considerate le “pesanti misure” che la popolazione greca dovrà affrontare, una popolazione che ha già sofferto molto negli ultimi cinque anni. “E’ difficile, è stato difficile e lo sarà ancora di più” dice Agnes, pensionata settantenne, che sembra interpretare la voce di un popolo disilluso a causa delle misure di austerità imposte dai precedenti “salvataggi”. “Vogliamo restare in Europa, è chiaro, ma a che prezzo?” si chiede Agnes.
Per molti altri e altre, come Delphina, quarantenne, lavoratrice in una impresa privata, “questa notte si è spento quel barlume di speranza e ora c’è solo spazio per la disillusione”. Delphina racconta “ero preparata al fatto che sarebbe successo qualcosa di brutto ma è ancora peggio. Ed è quello che pensa la maggioranza dei greci e delle greche”.
Per la Piattaforma di Sinistra, l’ala dura del partito Syriza, il nuovo accordo è “umiliante”.
Nuova Democrazia, principale partito d’opposizione, lo ha invece descritto come un “boccata d’aria” dopo mesi di agitazione. Il primo ministro greco, Alexis Tsipras, questo lunedì mattina ha sottolineato che la ristrutturazione del debito e i finanziamenti a medio termine in un pacchetto di crescita del valore di 35.000 milioni di euro, consentirà al paese di rimanere nell’euro.
Critiche alla Germania
E’ la Germania a situarsi nel mirino delle critiche, per il potere esibito durante i negoziati. Alcuni greci non esitano ad esprimere la propria rabbia verso la cancelliera tedesca Angela Merkel e verso Wolfgang Schäuble, suo ministro delle finanze, nelle strade sono apparsi i manifesto che lo identificano come “criminale neonazista”. Il quotidiano Demokratia ha paragonato la Grecia al campo di concentramento nazista di Auschwitz, e ha scritto che Schäuble “sta cercando di provocare un olocausto in Europa”.
Mentre per il quotidiano di sinistra Efimerida Ton Syntakton, con chiara allusione all’occupazione nazista durante la seconda guerra mondiale, riporta che: “I tedeschi sono tornati, non la forza del loro esercito, ma con quella della sua economia”.