Tra due ore il parlamento greco vota le riforme. 107 dei 201 membri che formano il Comitato centrale di Syriza hanno detto no all’accordo sottoscritto da Tsipras a Bruxelles
Tra poche ore il parlamento greco dovrà votare per decidere se accettare o meno l’accordo sottoscritto lunedì scorso dal primo ministro Tsipras al fine di ottenere un terzo salvataggio finanziario da parte dei creditori europei.
Oltre la metà dei membri del comitato centrale di Syriza, il partito di Alexis Tsipras, ha però espresso un forte rifiuto all’accordo che hanno definito “umiliante” per il popolo greco.
107 dei 201 membri che formano il Comitato centrale di Syriza hanno detto no a quell’accordo che considerano “un risultato conseguente alle minacce dei creditori” che hanno pianificato una “asfissia economica” della Grecia, con “condizioni umilianti e distruttive di controllo e supervisione” per il paese e i suoi cittadini. Nel documento dei dissidenti di Syriza si legge che il 12 luglio, da Bruxelles, è arrivato in Grecia un colpo di stato.
Dure critiche a Tsipras sono arrivate anche dal governo, che ha visto nelle ultime ore l’uscita dall’esecutiva di diversi suoi membri. A partire dalla vice ministra delle finanze, Nadia Valavani, che si è dimessa in disaccordo con le condizioni dell’accorto raggiunto con i creditori per mettere in marcia un terzo salvataggio economico. Ha reso ufficiale la sua rinuncia all’incarico con una lettera inviata a Tsipras in cui critica “le misure inutili” comprese nell’accordo, per cui “non posso continuare ad essere membro di questo governo”.
Valvani segue così la strada del suo ex capo, Yanis Varoufakis, dimessosi la settimana scorso, subito dopo il referendum. Ma le rinunce del numero uno e del numero due deo Ministero delle Finanze greco non sono le uniche che si sono prodotte negli ultimi ultimissimi giorni. Anche il segretario generale del ministero, Manos Manousakis, ha abbandonato il suo incarico, e lunedì, ubito dopo la firma dell’accordo, annunciava le sue dimissioni Nikolaos Chountis, viceministro degli Affari Europei.
Intanto i parlamento greo si prepara a votare il pacchetto di misure e riforme imposte dai creditori. Alexis Tsipras ha più volte difeso l’accordo dicendo che era sarebbe stato peggio abbandonare la zona euro. Certo che la spaccatura all’interno di Syriza, il suo partito, è evidente: il 20% dei deputati di Syriza non lo appoggeranno. In concreto, su 149 deputati 32 hanno apertamente dichiarato l’intenzione di votare contro o di astenersi.
Stanotte la Grecia deve approvare il primo pacchetto di riforme (il secondo è fissato per il 22) e quasi sicuramente lo farà ma ci saranno ripercussioni politiche non indifferenti per Tsipras. Se più di 30 deputati di Syriza voteranno contro le riforme, Tsipras si troverà in una posizione di difficile gestione, e dovrà affidarsi ai voti dell’opposizione.