Supportati da Casapound e Fn, i cittadini di Quinto di Treviso a di Casale San Nicola (Rm) non vogliono i rifugiati. A Roma la polizia carica il blocco
di Marina Zenobio
Sono iniziate questa mattina le operazioni di trasferimento di 19 rifugiati nel centro accoglienza allestito presso l’ex scuola romana Socrate di Casale San Nicola, sulla via Cassia. Ma ad aspettarli c’era un nutrito gruppo di residenti, supportati da membri di Casapound, a bloccare l’entrata al Casale. “Noi i rifugiati non li faremo passare” alzano la voce qualcuno con la bandiera italiana e gli fa eco il vice presidente di Casapound Italia, Andrea Antonini “Da qui non ce ne andiamo, Casale San Nicola deve rimanere agli italiani. Lo difenderemo fino all’ultimo” minaccia.
Intanto i rifugiati restano bloccati sui mezzi messi a disposizione dalle forze dell’ordine in attesa di capire che ne sarà di loro, mentre
Cantano l’inno nazionale, i residenti, e non fanno passare nessuno. Mentre scriviamo la polizia sta trattando e il prefetto i Roma, Franco Gabrielli, fa sapere che : “Ovviamente queste persone entreranno nel centro rimuovendo il blocco. Noi non faremo nessun passo indietro. Io cerco sempre il confronto ma se dall’altra parte questo confronto è pretestuoso o delatorio allora mi trovo con le spalle al muro e posso solo andare avanti. A quel punto ognuno si prenderà le proprie responsabilità”.
E mentre scriviamo una ultim’ora informa che la polizia sta tentando di forzare il blocco per permettere ai profughi di raggiungere il centro di accoglienza . Seguiremo come si evolverà la faccenda nel corso della giornata.
Situazione simile è in corso a Quinto di Treviso, in Veneto, dove i residenti del complesso ex Guaraldi protestano da ieri sera contro la decisione della prefettura di alloggiare un centinaio di profughi all’interno di due palazzine in parte già abitate da famiglie italiane. Nel corso della notte la tensione è salita con alcuni dei residenti che hanno portato in strada i mobili e materassi destinati ai profughi e gli hanno dato fuoco. Stamane la polizia sorveglia l’area ma militanti di Forza Nuova, secondo quanto riportato dalla “Tribuna di Treviso”, hanno impedito la consegna di cibo ai rifugiati da parte della coop sociale che li ha in carico.
In mattinata numerosi membri dei centri sociali locali e del Collettivo Ztl hanno organizzato una protesta davanti la prefettura di Treviso a favore dei profughi ma contro la gestione del prefetto. Ci sono stati scontri e sembra diversi fermi.
A soffiare sul fuoco a Quinto di Treviso è intervenuto anche Luca Zaia, presidente leghista della regione Veneto, che si è schierato a difesa dei residenti perché “gli immigrati devono andarsene, è in corso una africanizzazione del Veneto”. E non poteva mancare la solidarietà ai residenti di Matteo Salvini, che considera quanto sta accadendo “intollerabile. Che il prefetto se ne vada se non è in grado di gestire. Questi immigrati se ne devono andare” ha dichiarato il segretario della Lega Nord.
Nel frattempo è arrivata la notizia, da parte del sindaco di Quinto, Mauro Dal Zilio, che la prefettura gli ha assicurato che entro 24 ore i rifugiati verranno trasferiti dalla palazzine di via Legnano all’ex caserma Serena, tra Casier e Treviso. Struttura vuota, non utilizzata dai militari e dotata di tutte le condizioni per poter accogliere i profughi. Forse potevano pensarci prima, ma ciò non toglie la gravità dell’intolleranza e della mancanza di solidarietà da parte dei cittadini nei confronti dei rifugiati.