La Cassazione dà ragione al Comune di Livorno, anche le scuole religiose, cattoliche comprese, devono pagare l’Ici
di Mirna Cortese
La quinta sezione civile della Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso presentato dal Comune di Livorno, ha sentenziato: anche le scuole religiose, cattoliche comprese, devono pagare l’Ici al Comune di residenza, così come normativa prevedere per tutti gli altri immobili che ospitano attività di carattere commerciale.
In Italia è la prima sentenza emessa in tal senso su una questione controversa fin dalla nascita dell’Imposta comunale sugli immobili, una delle entrate più importanti nei bilanci dei comuni italiani per coprire i tagli di fondi dallo Stato centrale.
La Cassazione, applicando il Dpr 1986/917 e la legge 222/1985, ha sentenziato che “l’esenzione è applicata all’ipotesi in cui gli immobili siano destinati in via esclusiva allo svolgimento di una delle attività di religione e di culto (…) in esse non rientra l’esercizio di attività sanitarie, ricettive o didattiche, salvo non sia dimostrato specificamente che le stesse non siano svolte con modalità non commerciali”.
La questione livornese
Dalla sentenza emerge quindi che “poiché gli utenti della scuola paritaria pagano un corrispettivo per la frequenza, tale attività è di carattere commerciale, ‘senza che a ciò osti la gestione in perdita’”, che vale per qualsiasi impresa privata. La Cassazione ha reso così legittima la richiesta del comune livornese che nel 2010, attraverso l’ufficio tributi, aveva inviato avvisi di accertamento per omesso pagamento dell’Ici, valore complessivo di 422.178 euro, per gli anni che vanno dal 2004 al 2009. Coinvolti due istituti scolastici paritari, “Santo Spirito” gestito dalle Salesiana di Don Bosco, e “Immacolata” gestito da Suore Mantellate Serve di Maria. A seguito della sentenza, l’amministrazione comunale di Livorno ha già fatto sapere che provvederà a notificare ai suddetti istituti anche gli importi relativi all’Ici per il 2010 e 2011.
La soddisfazione dell’amministrazione comunale
“Si tratta del riconoscimento dell’ottimo lavoro svolto dagli uffici comunali i quali, con l’obiettivo di reperire risorse e lavorare per l’equità fiscale, da anni hanno avviato una linea tesa al recupero dell’elusione e dell’evasione fiscale” sono le parole con cui il sindaco di Livorno, Filippo Nogarin (M5S), ha accolto la sentenza della Cassazione. Mentre la sua vice, Stella Sorgene, spiega “Abbiamo fatto degli incontri con le scuole interessate e l’ufficio tributi, nei quali era stata proposta un’ipotesi di conciliazione fra Comune e Istituti che sarebbe stata vantaggiosa per le scuole stesse, rispetto ad un’eventuale sentenza favorevole per il Comune da parte della Cassazione. Le scuole però hanno preferito attendere l’esito del giudizio. Adesso che la Cassazione si è espressa con le due sentenze, le scuole sono costrette a pagare l’intero importo, comprensivo delle relative sanzioni” e aggiunge: “Ci fa piacere che questa sia la prima sentenza a livello nazionale che riguarda immobili di questa tipologia, destinati ad uso scolastico, affinché sia fatta definitivamente chiarezza sulla legittimità di tali pagamenti tributari da parte degli enti religiosi”.
La reazione del mondo cattolico
La linea di difesa tenuta dalle scuole paritarie cattoliche è quella di provvedere ad un servizio che spesso opera in perdita. Linea non sufficiente secondo la Cassazione in quanto “Questione priva di fondamento, perché anche un imprenditore può operare in perdita”.
Tuona così il mondo cattolico a partire dal Vaticano che, attraverso la sua radio e per voce di don Francesco Macrì, presidente Fidae (Federazione Istituti di attività educative) dichiara: “Sono sentenze che lasciano interdetti, perché costringeranno le scuole paritarie a chiudere”.
Gli fa eco Gabriele Toccafondi, sottosegretario Miur del Ndc secondo cui, in conseguenza alla sentenza di Livorno molte scuole paritarie aumenteranno le rette o chiuderanno e “lo Stato dovrà farsi carico di trovare nuove risorse per costruire nuove scuole e gestirle e la parità scolastica non solo sarà minima nel nostro Paese, ma proprio scomparirà”. Ma reazione è bipartisan perché anche Edoardo Patriarca (Pd) e Elena Centemero (Forza Italia) hanno preso posizione lanciando l’allarme in difesa delle scuole paritarie.