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Pink Floyd Football Club, il calcio psichedelico

Calcio e musica, un binomio che molti artisti hanno coltivato nel corso della loro carriera. Alcuni sono andati oltre, creando il Pink Floyd Football Club

Di Carlo Perigli

Pink Floyd Football TeamC’era sempre un pallone con noi, non mancava mai nelle nostre tournée in giro per il mondo”. Parole, per una volta senza musica, di Roger Waters, leggendario bassista dei Pink Floyd nonché “eccentrico” portiere del Pink Floyd Football Club, a conti fatti la squadra più psichedelica che abbia mai calcato i campi da gioco. Non è difatti un segreto che la band britannica subisse il fascino del calcio, tanto da riuscire ad improvvisare una partitella ogni volta che l’occasione, tra una tappa del tour e l’altra, lo permetteva.

Così, a fargli compagnia in giro per il mondo, oltre alle Fender Stratocaster e all’immancabile codazzo di groupie, in un angolo del furgone c’era, costantemente e gelosamente custodito, un Telstar, splendida quanto romantica combinazione di pentagoni neri ed esagoni bianchi cuciti direttamente sul cuoio.

Dicevamo di Waters, che alternava volentieri basso e guanti. Sempre distinto, diverso dagli altri, unico –  come di norma è il numero 1 in campo – ed estroso fino all’eccesso. Un’eccentricità bilanciata, almeno per quanto possibile, da Nick Mason, che della batteria conservava e riproduceva i tempi posizionandosi davanti la difesa. La fascia rimane invece competenza di David Gilmour, che trasformava i suoi assoli in scorribande caratterizzate da estro, fantasia e da un temperamento tutto particolare. Genio e sregolatezza, quest’ultima compensata – quando possibile – dall’intelligenza tattica di Richard Wright, terzino sempre utile e concentrato, pronto a riprendere in mano il timone di fronte agli eccessi  – neanche troppo sporadici – dei compagni.

Pink Floyd Football ClubA completare la formazione di questo dream team psichedelico figuravano personaggi del calibro di Storm Thorgerson, illustratore nonché realizzatore del prisma che campeggia sulla copertina di The Dark Side of the Moon, Peter Watts, tecnico del suono e manager della band, Arthur Max, tecnico del le luci o ala sinistra a seconda delle occasioni, e Chris Adamson, abile terzino in quei pochi momenti in cui il suo ruolo di road manager non lo teneva occupato.

Calcio e musica, un connubio che, per chi conosce anche minimamente la storia dei Pink Floyd, risulta quasi scontato. Non solo da semplici tifosi – Waters, Gilmour e Mason erano accaniti tifosi dell’Arsenal, cresciuti all’ombra di quella splendida cattedrale del romanticismo calcistico chiamata Highbury – ma anche da musicisti, con tributi sporadici quanto significativi al rettangolo verde. Il più noto è senza dubbio Fairless, presente all’interno di Meddle. Scritta nel 1971 da David Gilmour e Roger Waters, il sottofondo della canzone è quasi costantemente accompagnato da “You’ll Never Walk Alone“, il coro simbolo del Liverpool, ovviamente cantato dalla Kop, la leggendaria curva dei Reds. Musica e calcio, un binomio che verso la fine della traccia lascia spazio interamente al coro, mentre la musica svanisce lentamente.

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