Mattoni con bottiglie di plastica piene di rifiuti non biodegradabili che danno vita a scuole, case a basso costo, progetti sociali, riciclo didattico. È la rivoluzione degli EcoBricks
di Marco Vulcano
Dal Guatemala, dove tutto ha avuto inizio, fino al Sud Africa, passando per le Filippine. No, non è un itinerario esclusivo alla ricerca di qualche paradiso incontaminato, né il racconto odoroso di malinconia racchiuso nelle pagine di un qualche taccuino di viaggio. Si tratta degli EcoBriks, i singolari “mattoni di scarto” ciascuno costituito con bottiglie di plastica di due litri riempite con rifiuti non biodegradabili. Una soluzione innovativa a molteplici problemi, dallo smaltimento dei rifiuti a molto altro.
Prima di tutto, gli EcoBricks permettono di recuperare la plastica delle bottiglie riutilizzandone il materiale che, altrimenti, nei casi migliori è utilizzato per fare maglie di pile. Più frequentemente, soprattutto nei paesi interessati dal progetto in questione, finisce a ingrossare le discariche con conseguente devastanti per l’ambiente. Non solo però. Gli Ecobricks rappresentano infatti anche una soluzione al problema abitativo.
La necessità di poter disporre di un materiale altamente isolante, ottimo per la costruzione di case ed edifici, a prezzi accessibili, trova in questi “mattoni di rifiuti” sia la risposta al problema del prezzo troppo alto degli immobili – le bottiglie di plastica e i rifiuti costano meno dei mattoni e si trovano ovunque – che un materiale con cui ovviare agevolmente alla cronica mancanza di alloggi di alcuni paesi.
Non a caso, nel solo Guatemala già 38 scuole sono state costruite con questo materiale, mentre in totale gli istituti scolastici realizzati in EcoBricks sono una sessantina, al modico costo di circa 6.500 dollari per ogni classe.
L’intuizione, rivoluzionaria perché permette di affrontare al contempo problemi ambientali e sociali, è frutto della fervida mente della trash queen (così è stata ribattezzata dai guatemaltechi) Susanna Heisse e della sua organizzazione Hug It Forward, e punta anche ad insegnare alle popolazioni coinvolte l’importanza del riciclo, soprattutto dei rifiuti inorganici.
A tal fine nelle Filippine Settentrionali è stato realizzato e distribuito un manuale open source in cui gli attivisti del progetto spiegano come riciclare oggetti di uso comune che altrimenti finirebbero in discarica, sottolineando quante cose si possono realizzare – e quanto si risparmierebbe – evitando di buttarli. Alla faccia dell’obsolescenza programmata delle merci.
Inoltre, nelle scuole realizzate in EcoBricks, gli studenti devono costruire un “mattone” a settimana.
Uno degli obiettivi principali del progetto è infatti quello di coinvolgere le comunità, attraverso la raccolta collettiva del materiale con cui riempire le bottiglie (su questo il contributo di famiglie, associazioni locali e istituzioni è stato molto importante) e organizzando eventi come il Trash to Teasure Festival a Greyton, in Sud Africa.