A Diyarbakir la polizia turca carica la protesta curda. Feriti tra i manifestanti
1 agosto 2015 Ore 18,30 – Dispersa ancora prima di iniziare la manifestazione per la pace organizzata dai curdi di Diyarbakir.
Dispersa dalle pallottole di goma, dai cordoni di polizia prima e poi dall’intervento massiccio della camionette, dei blindati, dal fitto lancio di gas lacrimogeni e dai cannoni ad acqua. É successo quando i manifestanti hanno provato a muoversi in corteo, si sono ritrovati davanti il muro dei poliziotti e poi i getti dei cannoni ad acqua che hanno spazzato via la loro protesta.
Sono indietreggiati, sono stati inseguiti dai blindati, un massiccio dispiegamento di polizia sproporzionato per il numero dei manifestanti. Li hanno inseguiti, i lacrimogeni hanno coinvolto tutti, giovani e meno giovani. Inseguiti fin nel mercato, ci sono stati feriti anche tra le persone più anziane.
Così finisce la manifestazione che chiedeva di fermare i raid dell’aviazione militare turca contro il Pkk nel sud est della Turchia ma anche nel nord dell’Irak. Protestavano perché i caccia turchi che vanno a bombardare i fratelli e le sorelle curde partono anche da Diyarbakir e in risposta palesemente provocatoria la manifestazione è stata sorvolata a lungo dai jet F16 della Turchia che hanno planato molto basso sul corteo prima che venisse disperso. Ora il piazzale è vuoto e le principali strade di Diyarbakir sono bloccate dai militari turchi.
Ore 16,45 – Circondati da poliziotti in assetto antisommossa, con armamenti pesanti e idranti, cominciano a concentrarsi nella piazza principale di Diyarbakir centinaia di curdi per chiedere la fine dei bombardamenti dei caccia turchi sulle postazioni del Pkk, bombardamenti che stanno colpendo anche villaggi abitati da civili. Solo ieri nel bombardamento sul villagio di Zergelê, nel Kurdistan iracheno, sono state uccise 9 persone e decine i feriti. Dall’inizio della campagna turca contro i curdi del Pkk, che doveva colpire anche l’Isis ma che ormai interamente concentrata contro il movimento autonomista curdo con il beneplacito della Nato, i bombardamenti hanno ucciso circa 300 combattenti, centinaia i feriti.
In piazza oggi tante bandiere con l’immagine di Abdullah Öcalan detto Apo, leader del Pkk detenuto nel carcere turco di Imrali dal 1999.
Quello che pensano i manifestanti è che ci sia una trama, un disegno. Erdogan non è riuscito a vincere a giugno le elezioni parlamentari con una maggioranza netta che gli consentisse di varare una Costituzione in senso presidenzialista per blindarsi al potere, e questo proprio a causa della buona affermazione elettorale dei curdi. E adesso Erdogan minaccia di andare a elezioni anticipate a spese di quel partito curdo, l’Hdp, Partito democratico del popolo.
Gli F16 turchi uccidono civili curdi a Zergelê, in Iraq. Erdogan pensa a nuove elezioni senza il Hdp. In tutto questo, che fine ha fatto la guerra all’Isis?
ore 15.00 – Mentre Diyarbakir, città curda del sudest della Turchia, si prepara ad ospitare oggi pomeriggio la manifestazione per pace, per chiedere al governo di Erdogan che fermi i bombardamenti contro i curdi del Pkk, nuovi raid degli F16 dell’aviazione militare turca hanno colpito postazioni del Partito dei lavoratori curdi nel nord dell’Iraq, nell’area di Kandil, dove si trova il comando del del gruppo separatista.
E si contano le vittime anche tra i civili nel villaggio nord-iracheno di Zergelê, 9 morti e decine i feriti, segnalano le autorità del Kurdistan iracheno. Nel villaggio si vive soprattutto dell’allevamento di animali, molti dei quali sono stati uccisi dai bombardamenti.
Da ribadire che anche i curdi del nord iracheni sono, o sono stati a questo punto, una forza molto importante nella guerra di terra contro lo Stato islamico. Almeno finché la guerra sporca di Erdogan non ha iniziato a colpirli. Dal 24 luglio, da quando la Turchia ha iniziato a bombardare le postazioni del Pkk, sono stati uccisi almeno 300 curdi e centinaia sono i feriti.
Il video delle conseguenze del bombardamento turco sul villaggio curdo di Zergelê, nel nord dell’Iraq, dove sono stati uccisi 9 civili e decine sono i feriti.
Nel frattempo Selahattin Demirtaş, leader del principale partito filo-curdo, il Partito democratico del popolo (Hdp), lancia l’allarme: “Erdogan ha un progetto politico per mettere fuorilegge il mio partito”. Infatti Erdogan, il cui partito islamico-conservatore Akp non ha avuto un buon risultato alle recenti elezioni, ipotizza elezioni anticipate senza i curdi, che invece hanno avuto una buona affermazione, superando per la prima volta la soglia di sbarramento del 10% e guadagnando 82 deputati al parlamento. Demirtas, su cui da ieri sono rivolte anche le “attenzioni” della magistratura turca, ha dichiarato oggi che l’Hdp si opporrà con fermezza alla guerra lanciata dall’Akp contro il popolo curdo, definendola come un’azione militare lanciata solamente per difendere il “palazzo reale”, ormai in crisi dopo la perdita della maggioranza assoluta alle elezioni del 7 luglio.
In tutto questo la guerra all’Isis che fine ha fatto? Secondo Demirtas il Califfato non ha mai rappresentato un problema per l’Akp, che ha sempre concentrato i suoi sforzi militari al solo fine di mantenere intatto il suo potere. Il segretario dell’Hdp ha ricordato come Erdogan non abbia neanche telefonato alle famiglie delle 31 vittime dell’attentato di Soruc, spendendosi invece in “pacifici negoziati” con l’Isis durante la crisi degli ostaggi al consolato di Mosul.
La tensione a Diyarbakir è altissima. Le strade della città che sta per ospitare la manifestazione per la pace è presidiata. Migliaia di poliziotti in asseto di guerra, cecchini sui tetti, camionette con gli idranti in posizione.
Nel corso dell’ultima manifestazione che si è tenuta a Diyarbakir, dopo l’attentato di Soruç, ci sono stati scontri e arresti. Seguiremo come andrà oggi pomeriggio.