L’ex ministro dell’Energia greco Lafazanis ha annunciato la creazione di un nuovo movimento, contrario alle riforme volute dal nuovo accordo di salvataggio
di Carlo Perigli
L’ex ministro dell’Energia Panayiotis Lafazanis, leader della piattaforma di sinistra interna a Syriza, ha annunciato quest’oggi la creazione di un nuovo movimento, volto a contrastare il piano di salvataggio. In una dichiarazione scritta, firmata insieme ad altri 11 esponenti del partito, viene richiesta la fondazione di un “movimento che legittimerà il desiderio popolare di democrazia e giustizia sociale“.
“La lotta contro il nuovo memorandum inizia ora, con la mobilitazione delle persone in ogni angolo del Paese“, prosegue il documento, pubblicato all’inizio del dibattito dei comitati parlamentari sul nuovo accordo di salvataggio, che verrà votato tra la sera di giovedì e la mattina di venerdì. Secondo i firmatari, con l’accettazione di un nuovo accordo con l’Eurozona e il Fondo Monetario Internazionale, il governo sta andando contro la volontà espressa da oltre il 61% dei greci, che votarono espressamente “no” al referendum del 5 luglio.
A pochi giorni dal voto in Parlamento sulle proposte di legge volte a ratificare l’accordo, la rottura interna a Syriza rischia di arricchirsi di un nuovo capitolo. Una spaccatura iniziata il mese scorso, conseguente alla decisione del Parlamento greco di accettare il piano di salvataggio offerto dai creditori, nonostante fosse stata netta l’opposizione di buona parte del partito sia nel Comitato Centrale del partito, espressa da 107 membri su 211, sia in Parlamento, con 34 deputati di Syiriza su 149 che espressero voto negativo. tra cui l’ex ministro Yanis Varoufakis e la presidente del Parlamento Zoe Konstantopolou. Eventi che portarono al rimpasto di governo, con l’esclusione dall’esecutivo dell’ala radicale del partito, compreso Lafazanis, sostituito al ministero dell’Energia da Panos Skourletis, ex ministro del Lavoro e considerato più vicino alle posizioni di Tsipras.
Intanto, a due giorni dal voto, pareri palesemente opposti sono stati espressi da Tsipras e Varoufakis sulle possibilità di realizzare le riforme che il Parlamento sarà chiamato ad approvare per concludere l’accordo con i creditori. Nella giornata di ieri un discreto ottimismo era trapelato dalle parole espresse dal primo Ministro: “Nonostante gli ostacoli che qualcuno cerca di mettere sul nostro cammino, completeremo l’accordo con successo“, aveva dichiarato a GreekReporter. Un ottimismo decisamente non condiviso da Varoufakis, che nelle stesse ore, in un’intervista rilasciata alla Bbc, si è detto convinto del fallimento dell’accordo. Più moderato, sebbene comunque visibilmente preoccupato, il ministro delle Finanze Euclid Tsakalotos, che poche ore fa ha accennato alla possibilità di dover chiedere un prestito ponte qualora non si giunga ad un voto sull’accordo entro oggi.