Fidel Castro ha festeggiato ieri il suo ottantanovesimo compleanno, in compagnia di Nicolas Maduro ed Evo Morales. Un’amicizia molto forte, schierata contro le interferenze di Washington
di Carlo Perigli
Un compleanno tra amici, tra persone che hanno cambiato e stanno cambiando l’America Latina, negazioni viventi della dottrina Monroe. Così, Fidel Castro ha festeggiato i suoi 89 anni in compagnia di Nicolas Maduro ed Evo Morales a La Havana, proprio ad un giorno dalla visita del Segretario di Stato americano John Kerry, prevista per oggi.
“Vengo a condividere, ad accompagnare il nostro fratello maggiore, Fidel Castro, nel suo compleanno – ha dichiarato Morales arrivando a La Havana – Lo ammiro molto, gli voglio molto bene, ho imparato molto da lui”. Complimenti ricambiati dal lider maximo, che ha espresso per la Bolivia “tutto l’affetto del mondo e la mia ammirazione”.
ll presidente boliviano si fermerà La Havana, dov’è atteso per una cerimonia nel corso della quale farà una donazione di attrezzature informatiche alla scuola primaria “Estado Plurinacional de Bolivia. La sua ultima visita risale invece al 2014, quando ha partecipato al XIII vertice dell’Alba – Alianza bolivariana para América Latina y el Caribe – incontrando inoltre il presidente Raul Castro.
Fidel Castro, com’è ormai noto, ha colto l’occasione per ricordare agli Stati Uniti i danni provocati all’economia mondiale in seguito alla decisione di Washington di abbandonare il “gold standard”, chiedendo inoltre riparazioni per “milioni di dollari” in favore di Cuba a causa delle aggressioni subite dall’isola in passato, a partire dall‘embargo che, nonostante le recenti aperture diplomatiche, continua ad essere in vigore dal 1962.
Anche Morales ha colto l’occasione per ricordare l’atteggiamento di Washington, accusato di aver attaccato i paesi membri dell’Alba e di continua interferenza nella politica interna di Paesi quali Argentina, Ecuador e Venezuela. “I governi del Sud sono costantemente sottoposti ad aggressioni politiche ed economiche“, ha dichiarato il presidente boliviano, denunciando le continue minacce e i tentativi di screditare i governi del Sud America da parte degli Stati Uniti.