Il memorandum suona il de profundis per Syriza. La sinistra lascia il partito di Tsipras. Tramonta l’idea del “partito largo”
Di Carlo Perigli
Com’era prevedibile, le dimissioni di Alexis Tsipras e l’annuncio, da parte dell’ormai ex premier, di elezioni anticipate per il prossimo 20 settembre, hanno portato alla frattura definitiva all’interno di Syriza. Una conseguenza naturale del tentativo del primo Ministro di mettere i contrari al Memorandum spalle al muro, fuori dalle liste di Syriza e con troppo poco tempo per organizzare una realtà politica alternativa in grado di rappresentare una minaccia a sinistra per Tsipras.
In una corsa contro il tempo però, già questa mattina un gruppo di 25 parlamentari ha annunciato la nascita di “Unità Popolare“, realizzazione di quel soggetto politico in grado di legittimare il “desiderio popolare di democrazia e giustizia sociale” già prefigurato la scorsa settimana dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis, che del nuovo partito assumerà la guida. Un “fronte ampio“, come si legge nel comunicato pubblicato questa mattina, che, “fedele agli impegni di Syriza [e] in conformità con il ‘no’ espresso dal popolo greco, porta la bandiera della lotta per uscire dalla crisi, per la ricostruzione produttiva del Paese“.
Una scelta che, nelle intenzioni dei parlamentari aderenti, risulta doverosa, considerato che “le elezioni anticipate decise da Alexis Tsipras saranno tenute con lo scopo di seppellire il fiero “No” al referendum”, rappresentando “una pietra tombale per la lotta contro il memorandum e per le prospettive anti-austerità. Il fine di queste azioni annunciate nel cuore dell’estate è eliminare gli impegni di Syriza contro il memorandum, chiedendo al popolo greco di mettersi un cappio al collo e approvare un nuovo Memorandum, votando Tsipras, Neo Democratia, Pasok o To Potami, ovvero i partiti che costituiscono il nuovo consenso a favore dell’austerità”.
Una prospettiva contro la quale Unità Popolare si schiera apertamente, “fedele agli impegni di Syriza [ed] in conformità con il “no” espresso dal popolo greco“. L’obiettivo che il nuovo soggetto politico si pone, prosegue il comunicato, è “la cancellazione di tutti i memoranda e della parte più consistente del debito“, per difendere il “combattivo ‘NO’ del popolo greco nel referendum del 5 luglio”, e per porre fine “all’austerità su salari, pensioni e spesa sociale“. Prevista inoltre l’interruzione immediata della “svendita della proprietà statale greca” un passaggio decisivo per portare il paese “su un nuovo sentiero di indipendenza nazionale, sovranità e ripresa economica“.
Il nuovo partito vedrà la partecipazione di 25 parlamentari fuoriusciti da Syriza. Ai 21 della Piattaforma di Sinistra, comprese Ioanna Gaitani e Elena Psarea di Dea, la Sinistra internazionalista dei lavoratori, si sono difatti aggiunti Rachel Makri, collaboratrice della presidente del Parlamento Zoi Konstantopoulou ( che al momento non sembra aver aderito), Vangelis Diamantopoulos, parlamentare di Syriza che non faceva parte della Piattaforma di Sinistra, pur avendo votato contro il Memorandum in tutte e tre le occasioni, e Vassilis Kiriakakis, uno dei quattro parlamentari membri del KOE (Organizzazione Comunista di Grecia). Al momento, è ritenuta improbabile l’entrata nel nuovo partito di Yanis Varoufakis, anche se oggi l’ex ministro delle Finanze si è limitato solamente a dichiarare che non sarà presente nelle prossime liste di Syriza.
Tsipras da leader fino a ieri in Grecia e in Europa del partito dei lavoratori.dei giovani disoccupati,dei poveri pensionati,a probabile capo di un governo greco di triste,estemporanea matrice socialdemocratica !!!
Piuttosto strane le dimissioni di Tsipras da segretario di Siryza,senza prima indire un congresso di quel partito per verificare se ancora aveva una maggioranza in seno al Comitato Centrale.Risulta infatti che ben 110 su 207 di quei membri fossero contrari a che Tsipras si presenti ancora alle prossime elezioni di settembre (anziche’ ottobre,come sarebbe stato piu’ giusto) con la sigla SIRYZA