Emorragia di quadri in Syriza. E dall’Italia parte una campagna per sostenere la battaglia no-memorandum di Unità popolare. Elezioni il 20 settembre
di Ercole Olmi
Emorragia di quadri in Syriza, a poche settimane dalle elezioni anticipate in Grecia. Le agenzie battono la notizia che diversi esponenti anche di spicco che – come scrive oggi il quotidiano Protothema – «saltano dalla nave a destra e a sinistra». Dopo la scissione della sinistra, guidata dall’ex ministro dell’Energia Panagiotis Lafazanis – che la settimana scorsa ha fondato il partito Unità Popolare, portandosi via 25 deputati – lunedì si è dimesso Tasos Koronakis, segretario del partito e stretto alleato dell’ex premier Alexis Tsipras. La sua sarebbe un’opzione europeista ma più radicale del “ragazzo”, come la gente chiama il premier. E oggi la stampa dà per probabile che la presidente della Camera Zoe Constantopoulou creerà un partito proprio. La nuova formazione, probabilmente, andrà in coalizione con Unità Popolare e forse anche con altri movimenti, settori di Antarsya ad esempio, per dare vita ad un largo fronte antiausterità. La struttura organizzativa potrebbe ricalcare quelle della Syriza delle origini, prima dello scioglimento delle sue componenti. All’epoca, infatti, era un fronte elettorale, dove ciascuna organizzazione era rappresentata negli organismi centrali da una o due persone.
A sostegno del fronte no memorandum, è partito proprio oggi dall’Italia un appello che prova a lanciare una campagna internazionale a sostegno di chi in Grecia prova a rilanciare il conflitto sociale. «Dal mese di luglio 2015, la stampa internazionale e italiana ha dato ampie informazioni sulla valanga di misure di austerità che colpiscono l’insieme della classe lavoratrice e gli strati sociali più diseredati (pensionate/i, disoccupate e disoccupati, giovani costretti a migrare…) – si legge nell’appello – come purtroppo sappiamo molto bene anche nel nostro paese, a tutto questo si aggiungono un’ondata di privatizzazioni, la distruzione dei servizi pubblici e l’estrema precarizzazione del mercato del lavoro, ossia il super sfruttamento delle lavoratrici e dei lavoratori salariati che dispongono di un impiego e la chiusura di ogni prospettiva per le/i disoccupate/i. Quest’insieme di diktat di chiara impronta classista mira a colpire anche le regole più elementari della democrazia parlamentare.
In questo contesto, noi non possiamo che sostenere coloro che nella società greca e in parlamento si sono opposti al fatto che il governo Tsipras applichi queste misure antisociali, determinando uno stato d’animo di rassegnazione nella massa delle lavoratrici e dei lavoratori, secondo cui non vi sarebbe alternativa e non sarebbe possibile alcuna resistenza ai poteri del capitale e delle sue istituzioni». Chi lancia l’appello viole sostenere il raggruppamento politico che si è costituito – su impulso della Corrente di sinistra e del Red Network – sotto il nome di Unità popolare. «Le militanti e i militanti e le molteplici organizzazioni e correnti che formano questo fronte dell’Unità popolare conducono la nostra stessa lotta, quella che stiamo cercando di costruire in Italia e in tutta Europa». [Per aderire all’appello scrivere a nomemorandum@gmail.com indicando nome e cognome, città, eventuali incarichi sindacali e/o politici].
Nel frattempo, la vice ministro per la Politica migratoria, Tasia Christodoulopoulou, e suo marito, il vice ministro della Marina mercantile, Thodoris Dritsas, hanno reso noto che non correranno con Syriza alle prossime elezioni. Christodoulopoulou è stata il bersaglio di feroci critiche per la mancata gestione da parte del governo dell’ondata migratoria che questa estate ha travolto diverse isole dell’Egeo orientale. Insieme con loro, altri due esponenti di Syriza, la deputata Iro Dioti (di Larisa) e il collega Kostas Dermitzakis (di Lasithi) hanno rilasciato dichiarazioni in cui spiegano i motivi che li hanno indotti a lasciare il partito.
Il presidente greco, Prokopis Pavlopoulos, si sta preparando a sciogliere venerdì il parlamento per convocare elezioni anticipate che si terranno molto probabilmente il 20 settembre mentre scade domani l’ultimo mandato esplorativo per formare un governo, affidato proprio al leader di Unità Popolare, Panagiotis Lafazanis. Tutti in Grecia, compreso lo stesso Lafazanis, leader dei ribelli di Syriza, sanno che la formazione di un nuovo esecutivo è impossibile. E dunque Pavlopoulos si prepara a sciogliere il parlamento venerdì e a nominare un governo ad interim. L’incarico di guidare il governo fino a nuove elezioni dovrebbe essere affidato alla presidente della Corte Suprema, Vasiliki Thanou, che diventerà la prima donna capo di governo in Grecia.
A quanto scrive il sito To Vima, sono già in corso colloqui con i candidati ai ministeri più importanti: Finanze, Esteri e Difesa. Se vi saranno emergenze, come summit europei, la Grecia verrà rappresentata da Pavlopoulos. Quando Lafazanis rimetterà domani il mandato si esauriranno i tentativi previsti dalla costituzione. Pavlopoulos dovrebbe allora, secondo le procedure, convocare una riunione dei leader dei principali partiti. Ma il primo ministro Alexis Tsipras di Syriza e il suo alleato Panos Kammenos di Greci Indipendenti (Anel) hanno già detto che non intendono parteciparvi. In questo caso il presidente greco appare orientato a non convocare l’incontro, spiegando per scritto i motivi della sua decisione. Tsipras, ancora in testa ai sondaggi, si è dimesso il 20 agosto dichiarando di voler puntare a elezioni anticipate saltando l’annunciato congresso straordinario del suo partito per evitare che possa sedimentarsi un’opposizione alla sua sinistra capace di rappresentare l’Oxi, il no al memorandum uscito dal referendum del 5 luglio scorso e mortificato dalla linea seguita nelle settimane successive dal governo greco.
Syriza è già in campagna elettorale e promette che presenterà presto un programma «parallelo, realistico e adattato» che non sia in conflitto con gli accordi di salvataggio firmati dalla Grecia con i creditori internazionali, ma punterà a controbilanciare le ripercussioni più dure per le fasce più deboli della società. Lo ha reso noto la portavoce del governo Olga Gerovasili parlando ai microfoni della stazione radio Real Fm. «Ci sono impegni che abbiamo concordato e sosterremo. Tuttavia, abbiamo un programma parallelo che attueremo e che riteniamo sarà in grado di controbilanciare le ripercussioni più difficili, soprattutto per i più deboli, che abbiamo l’obbligo di affrontare perché abbiamo preso questo impegno con il popolo greco», ha detto Gerovasili. La portavoce ha aggiunto che questo programma “parallelo” è «al di fuori delle trattative» ed è basato su obiettivi realizzabili e chiaramente definiti, che sono fattibili, realistici e non si scontrano con i termini dell’accordo sottoscritto con i creditori.
Il compito di Unità Popolare (Laïkí Enótita) è di continuare a perseguire la prospettiva fallita, pro-capitalista di Syriza, che ha sostenuto fino alla scorsa settimana.
Unità Popolare è il tentativo di creare in Grecia Syriza 2.0
di Robert Stevens
26 agosto 2015
http://freebooter.altervista.org/