Famiglie gay, la pastora Manocchio: “Nessuna equiparazione al matrimonio, ma un’inclusione delle nuove forme di famiglia nella società
Redattore sociale
MILANO – Il Sinodo delle Chiese valdesi e metodiste approva la liturgia per la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Non si sostituiscono al matrimonio, spiegano i redattori del documento. “Non si vuole né equiparare, né sostituire al matrimonio, ma semplicemente includere altre forme di famiglia”, spiega la pastora Mirella Manocchio, coordinatrice della della Commissione culto e liturgie delle chiese battiste, metodiste e valdesi. Il documento è la versione finale della liturgia elaborata in modo spontaneo dalle comunità che hanno deciso, dal 2010, di includere e riconoscere all’interno del loro gruppo, le coppie omosessuali. Il dibattito sull’argomento nella Chiesa valdese è iniziato infatti cinque anni fa: “Il nostro è stato un percorso teologico e liturgico. Abbiamo pensato fosse necessario riconoscere una liturgia ad hoc per benedire le unioni omosessuali e così abbiamo individuato due schemi per le invocazioni”, aggiunge Manocchio.
Il percorso fa parte di una più ampia riflessione sulle nuove famiglie, pezzo importante del Sinodo in corso dal 23 al 28 agosto a Torre Pelice (Torino). Infatti il consesso della comunità valdese ha redatto un documento che apre alle altre famiglie. Per essere definitivo, però, si aspetta un ulteriore passaggio nelle comunità, che ne potranno discutere ed eventualmente correggere i contenuti. “Abbiamo voluto includere importanti categorie di persone che ora non hanno diritti”, afferma la pastora Manocchio.
“Speriamo che il nostro contributo, seppur proveniente da una minoranza, possa contribuire al dibattito sulle unioni civili – prosegue la pastora – Già il fatto che il Governo Renzi ne parli è un passo avanti: la società civile è pronta da tempo, non l’esecutivo che fino adesso ha rinviato”. (lb)
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