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Mare blu e futuro verde per i fari

A settembre fari aperti al pubblico con le #OpenLighthouseDays. Presto i bandi per poterli gestire

di Francesco Ruggeri

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I fari più amati dagli italiani sono i due dell’Isola del Giglio, Faro di Capel Rosso e Faro di Punta del Fenaio, seguono il Faro di San Domino alle Isole Tremiti, il Faro di Punta Imperatore a Forio d’Ischia, il Faro di Capo Grosso a Levanzo, il Faro Formiche di Grosseto sull’isolotto Formica Grande, il Faro di Murro di Porco a Siracusa, il Faro di Capo d’Orso a Maiori, il Faro di Brucoli ad Augusta, il Faro di Punta Cavazzi ad Ustica e il Faro di Capo Rizzuto. E’ il risultato della consultazione pubblica on line promossa dall’Agenzia del Demanio, sul proprio sito web, per raccogliere proposte e suggerimenti riguardanti gli scenari di valorizzazione futura di 11 fari di proprietà dello Stato, di cui 4 proposti dal Ministero della Difesa.

Su 1.140 email raccolte, attraverso la piattaforma web, suddivise tra manifestazioni di interesse (587), richieste di informazioni (327), proposte (116) e email generiche (110), la quasi totalità dei partecipanti si è espressa a favore di una valorizzazione dei fari secondo un modello di lighthouse accomodation ed una valorizzazione delle strutture esistenti grazie ad un restauro conservativo ed eco-sostenibile. L’87% dei partecipanti suggerisce infatti che quella dell’accoglienza turistica, ricettiva, ristorativa o promozionale, appare la formula migliore per consentire il recupero ed il mantenimento del faro e la salvaguardia e lo sviluppo del contesto ambientale in cui è inserito. E in ogni caso si è evidenziata la necessità che l’attività sviluppata all’interno del faro possa essere occasione di lancio anche di un’impresa sociale, altamente innovativa e sostenibile a livello economico, culturale e ambientale, green al 100%, ad impatto e a km 0.

La bellezza dei luoghi in cui i fari sono inseriti appare oggi poco fruibile al pubblico e un loro recupero consentirebbe di scoprire, vivere e animare questi siti. Si ribadisce, però, che una soluzione di accoglienza turistica debba essere complementare ad altre attività e servizi di tipo ricreativo, sociale, culturale, per lo sport, per la promozione dei prodotti tipici e la scoperta del territorio, da definire e declinare in funzione del contesto sociale. Il recupero ed il riuso del faro deve per questo essere fortemente innestato su un progetto di valorizzazione culturale, sociale e ambientale, rendendo il faro un luogo da vivere a 360 gradi, garantendo una connessione costante tra struttura e contesto.

A fronte del grande interesse dimostrato nei confronti del progetto, l’Agenzia del Demanio ha organizzato, con la collaborazione del WWF e del Touring Club Italiano, nel corso di tutto il mese di settembre le #OpenLighthouseDays: a partire da oggi, 7 settembre saranno infatti aperti alle visite 7 degli 11 fari inseriti nel progetto, in Sicilia, Campania e Puglia, per tutti coloro che si preaccreditano attraverso la sezione dedicata sul sito www.agenziademanio.it.

Lanciata lo scorso 10 giugno durante un evento a Roma, alla presenza del Ministro della Difesa, Roberta Pinotti e del Direttore Generale dell’Agenzia, Roberto Reggi, la consultazione è durata 2 mesi ed era rivolta a chiunque fosse interessato ad offrire il proprio contributo e desiderasse instaurare un dialogo diretto sui progetti di valorizzazione. Terminata la fase di consultazione, nelle prossime settimane l’Agenzia del Demanio procederà a redigere i bandi di gara in base alle indicazioni emerse in merito alle procedure di concessione dei fari, ai costi di recupero e gli investimenti attesi, alla durata e al canone annuo della concessione.

DEMANIO, PROGETTO FARI: Faro di Capo Grosso nellIsola di Lev

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