Barbara Spinelli, dei giuristi democratici, testimonia la gravità della guerra scatenata dal governo turco contro i cittadini di origine curda. Cizre senza luce, senz’acqua. La polizia blocca le ambulanze
di Checchino Antonini
Le autorità turche hanno nuovamente imposto il coprifuoco nella città di Cizre, 120mila abitanti nel Sud-Est della Turchia, che era stato revocato ieri. E’ durato poco il sollievo dei cittadini, molti dei quali s’eravo riversati in massa al comizio del leader dell’Hdp. Continua, sotto forma di terrorismo, la campagna elettorale di Erdogan a spese della popolazione kurda. Una testimonianza raccolta da Popoff fa piazza pulita, casomai ce ne fosse bisogno, della versione ufficiale di Ankara, su «attacchi mirati ai ribelli del Pkk. Si tratta di un governo che fa sparare sui propri cittadini sebbene ufficialmente sia un paese democratico, membro del Consiglio d’Europa, che ha ratificato le convenzioni contro la tortura e sulla salvaguardia dei diritti umani. E’ in corso una strage che si consuma nel silenzio dei governi europei, dei parlamenti. A che cosa serve la diplomazia se non è capace di impedire tutto questo?».
Della situazione a Cizre, dell’emergenza umanitaria, «ospedali chiusi, medici fuggiti, ambulanze bloccate dalla polizia, bambini che presentano patologie legate agli stenti di questi giorni», ci informa nel pomeriggio Barbara Spinelli, un’avvocata italiana giunta la mattina di sabato nella città turca con la delegazione dei legali democratici e lo ha confermato il governatore locale, come riporta l’agenzia Afp.Il corpo di un bambino di 10 anni, ucciso nelle violenze, ha riferito la Bbc, è stato conservato dai familiari in un frigorifero, perché il coprifuoco impedisce loro di portarlo all’obitorio.
«Abbiamo trovato palazzi crivellati di colpi ad altezza d’uomo, dagli elicotteri o dai panzer-cobra ancora per le strade, migliaia di persone traumatizzate dai bombardamenti: una donna mi ha detto che la sua famiglia ha bevuto un bicchiere d’acqua al giorno dividendolo fra cinque persone. I bombardamenti non hanno risparmiato le cisterne dell’acqua e gli impianti elettrici e quelli di condizionamento dell’aria. La città è senz’acqua, senza luce, senza la connessione internet». Spinelli testimonia a Popoff lo scenario di guerra che si sono trovati innanzi i 2-300 componenti della delegazione che hanno dovuto marciare a lungo per poi arrivare a Cizre con mezzi di fortuna dopo aver attraversato numerosi posti di blocco, negoziando per ore, mettendo in scena proteste non violente. «Ci dicevano che era per la nostra sicurezza», racconta Spinelli. «C’eravamo ritrovati a Medyan, nel distretto di Marvin, venerdì mattina. Da nove giorni la città di Cizre era sotto assedio, è stato bloccato a lungo, a Idil, anche Selahattin Demirtaş, co-presidente dell’Hdp». Si tratta del Partito democratico dei popoli, la formazione di sinistra radicale nata su impulso della resistenza curda ma che unisce movimenti sociali, soggetti della sinistra e organizzazioni delle numerose minoranze etniche dello stato turco. Con lui c’erano altri trenta parlamentari e decine di militanti.
L’accesso alla città turca di Cizre, nel Sud-Est della Turchia, era stato regolarmente ristabilito ieri dopo la revoca del coprifuoco imposto già una settimana fa in ragione dei ripetuti attacchi dell’esercito turco contro cittadini curdi. Decine di veicoli hanno potuto entrare in città a partire dalle 6 del mattino, ora italiana, di sabato. Tra loro la delegazione – dopo una nottata all’addiaccio alle porte della città – di legali, alcuni anche anziani, curdi dell’Associazione degli avvocati liberi (OHD) e turchi, giuristi progressisti, del CHD. «Nella notte si sentivano spari, ci hanno spiegato che servono a spaventare la popolazione civile, succede anche nelle altre città sotto coprifuoco. La polizia e l’esercito lanciano messaggi intimidatori nei confronti dei civili, spesso costringono i negozi a chiudere».
Almeno 40 le persone morte nei combattimenti a Cizre, città curda nel Sud-est della Turchia, da quando sono iniziate le operazioni militari turche contro i militanti del Pkk la scorsa settimana. «Ma i numeri veri li sapremo solo tra qualche giorno quando uscirà il rapporto della delegazione. Il governo controlla la stampa e l’esercito ostacola il lavoro dei giornalisti. L’agenzia stampa curda è stata chiusa 15 volte in 9 giorni perché postava aggiornamenti sugli attacchi alla popolazione curda».
Secondo Ankara, invece, la maggior parte delle vittime sono guerriglieri del Pkk, mentre fonti di Hdp sostengono che almeno metà delle vittime sono civili. Il ministro degli Interni turco Selami Altinok ha detto che il coprifuoco continuerà fino a quando l’operazione militare non sarà ultimata.