10.7 C
Rome
mercoledì, Novembre 13, 2024
10.7 C
Rome
mercoledì, Novembre 13, 2024
HomecultureCreta, il paese dove Alba Dorata non prende nemmeno un voto

Creta, il paese dove Alba Dorata non prende nemmeno un voto

2400 abitanti, alle pendici del monte Armì. E nemmeno un voto per i nazisti di Alba Dorata. Merito della memoria storica

da Atene, Elena Sirianni

anogia

Anoghia è un paesino di montagna di circa 2400 abitanti. Si trova a Creta, sulle pendici del monte Armì in provincia di Rethymno. Questo paese è salito all’onore delle cronache perchè alle elezioni politiche del 20 settembre 2015 nessuno dei suoi 1604 elettori ha votato per Alba Dorata, come era già successo nelle elezioni del gennaio dello stesso anno. Nello specifico questi sono stati i risultati dello sfoglio elettorale:

SYRIZA 36,11% (567 voti), Nea Dimocratia 35,99% (565 voti), PASOK-DIMAR 11,91% (187 voti), ΚΚΕ 10% (157 voti), Potami 1,34% (21 voti), Unione di Centro 1,15% (18 voti), Unità Popolare 0,96% (15 voti), ΑΝΕΛ 0,7% (11 voti) , ΕPΑΜ 0,32% (15 voti), ANTARSYA 0,64% (10 voti), ΚΚΕ m.l. 0,38% (6 voti), Democratici 0,13% (2 voti), Società 0,06% (1 voti), Coalizione Popolare Greca 0,06% (1 voto).

Nemmeno un voto ad Alba Dorata, cosa che fa guadagnare ad Anoghia il titolo di paese più antifascista di Grecia. E mentre il partito di Michaloliakos, malgrado la pubblica assunzione di responsabilità per l’omicidio di Pablos Fyssas, diventa il terzo partito ellenico riuscendo ad eleggere 19 deputati, gli abitanti di Anoghia prendono una posizione netta contro il fenomeno Alba Dorata e contro il fascismo. Ad Anoghia, dicono chiaramente, non c’è posto per i fascisti.

In un’intervista rilasciata al quotidiano on line Vice in occasione dell’elezioni europee del 2014, l’ex sindaco di Anoghia, Socratis Kefaloghiannis e uno dei sacerdoti del paese spiegano perchè il loro paese ha radici antifasciste così profonde e perchè, come dice papas Andreas «abbiamo il dovere di non restare con le braccia conserte ma dobbiamo opporci ogni giorno, ogni ora, ogni momento».

13216515577-tpfil02aw-2229

Alla domanda di come sia possibile che gli abitanti di Anoghia non abbiamo dato nemmeno un voto ad Alba Dorata, l’ex sindaco risponde: «Gli abitanti di questo paese hanno vissuto il fascismo sulla loro pelle e hanno subito tre olocausti. Il nazismo e il fascismo distrussero completamente il paese nel 1944. Le madri, i padri, i nonni e le nonne, quando eravamo bambini ci raccontavano le storie delle terribili devastazioni. Siamo cresciuti con questi racconti. In questo modo manteniamo viva la memoria. Ancora oggi queste storie vengono raccontate.

Nel ’44 vennero i Tedeschi, presero donne e bambini, li portarono fuori dal paese e per 23 giorni lo saccheggiarono. Rubarono ricchezza, bruciarono le chiese e le case. Distrussero famiglie. Il paese venne raso al suuolo. Ciò fa capire che sappiamo molto bene cosa sono le “formazioni” naziste e il pericolo che generano. Ci sono ancora sopravvissuti dell’olocausto che vivono nel paese. E dico con orgoglio che ad Anoghia non esiste terreno fertile per germinare fascisti».

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Ultimi articoli

Maya Issa: «Nessun compromesso sulla pelle dei palestinesi»

L'intervento della presidente del Movimento Studenti Palestinesi in Italia all'assemblea nazionale del 9 novembre [Maya Issa]

Come possiamo difenderci nella nuova era Trump

Bill Fletcher, organizzatore sindacale, sostiene che ora “il movimento sindacale deve diventare un movimento antifascista”. [Dave Zirin]

Presidenziali USA: la gauche francese si scontra sul crollo di Kamala

Il fallimento di Kamala Harris si riflette sulle divisioni strategiche della sinistra francese nel tentativo di battere l'estrema destra [Mathieu Dejean]

Compri tonno, mangi mercurio

Un rapporto rivela che ce n'è troppo e in ogni scatoletta perché la "soglia accettabile" la impone la lobby della pesca 

Luca Casarini: il “noi” al tempo di Trump. Un dibattito necessario

Una riflessione a caldo dopo l'esito delle presidenziali Usa. Un dibattito necessario che deve essere necessariamente lungo [Luca Casarini]