Mentre Marino tratta la resa, si dimette per primo il suo assessore ai trasporti Esposito. Nessuno lo rimpiangerà
di Ercole Olmi
Mentre centinaia di giornalisti presidiano a Roma la michelangiolesca Piazza del Campidoglio e, in attesa delle dimissioni di Marino, si intervistano tra loro per ammazzare il tempo, trapelano le notizie delle prime defezioni in Giunta: secondo quanto si apprende, si tratta del vicesindaco, Marco Causi, dell’assessore alla Scuola, Marco Rossi Doria, della titolare al Turismo, Di Liegro, e del suo collega ai Trasporti, Stefano Esposito. Era la pattuglia del recentissimo rimpasto estivo la prima a mollare dopo la presunta scontrinopoli. Al momento in cui Popoff posta questo pezzo, Orfini, che commissaria il Pd capitolino, sta incontrando gli assessori superstiti al Nazareno – quartier generale del Pd – per gestire la fase terminale della giunta. In parallelo, il primo cittadino è faccia a faccia con i consiglieri di maggioranza. Il Pd è spaccato di fronte alla perentoria richiesta di Renzi per una resa immediata entro le 16 del noto chirurgo inquilino del Campidoglio che, con ogni evidenza, sta provando a trattare ma i consiglieri di Sel e Pd si dice che sarebbero ormai pronti a votare la sua sfiducia.
Indipendentemente dalla sorte di chi governa in Campidoglio, possiamo affermare con certezza che nessun rimpianto sarà manifestato in città per Stefano Esposito, inquietante figura di politico del Pd valsusino, amico di ogni grande opera, purché devastante, nemico dell’ambiente e della popolazione che osa mettersi in mezzo agli affari delle lobby del cemento e delle armi (è anche un tifoso degli F35). L’Unione Sindacale di Base, con un comunicato, “saluta l’assessore Esposito appena dimessosi. L’unica cosa giusta della sua inutile presenza in Giunta è stata proprio questa decisione, di cui tutta la città sentiva l’urgenza. La furia privatizzatrice del terribile Esposito è quindi rispedita al mittente. Sappiamo che la partita è ancora lunga, ma almeno per questa volta a ridere sono i lavoratori e i cittadini”.
Sbarcato a Roma con la fama di uomo duro, Esposito da senatore è stato firmatario di una proposta di legge che vorrebbe equiparare il blocco stradale di una manifestazione al sequestro di persona. Con la stessa idea della Costituzione e della democrazia in genere, una volta al Campidoglio, s’è dato da fare per aggredire il diritto di sciopero e il diritto dei romani a un trasporto pubblico che non fosse una merce tra le merci. Addio Esposito, a mai più. Peggio di te a sarà düra!