Ilaria Cucchi invita al 1° Memorial Stefano Cucchi. Sabato 31 Ottobre nel Parco degli Acquedotti, dove Stefano fu fermato dai carabinieri. 8 Km per la gara competitiva e 4 Km per la non competitiva
di Ilaria Cucchi
Quest’anno ricorre il sesto anniversario della morte di Stefano.
Quest’anno è accaduto qualcosa di particolarmente significativo che lo riguarda, che ci riguarda.
Quest’anno, dopo che si è drammaticamente parlato di lesioni, ci sarà la prescrizione.
Quest’anno nel muro di gomma si è aperta una piccola crepa, è uscita fuori un’altra verità. Dopo sei lunghissimi anni.
E noi, che sei anni fa siamo stati informati della morte di Stefano tramite la notifica di un decreto di autopsia, aspettiamo di capire. E non perdiamo la speranza.
Stefano Cucchi, mio fratello, è quel ragazzo arrestato per spaccio nella notte tra il 15 e il 16 ottobre del 2009.
È quel ragazzo processato nel tribunale di Roma e spedito in carcere come “albanese senza fissa dimora”.
E’ lo stesso ragazzo che in quel tribunale aveva la voce spezzata dal dolore e sul corpo i segni del pestaggio appena subito.
È quel ragazzo di cui nessuno ha visto e sentito niente da quel momento e per i sei giorni successivi, quelli in cui è stato inghiottito dal carcere. I giorni del suo calvario.
Stefano Cucchi, lo ricorderete, era quel ragazzo descritto come ‘cafone e maleducato’ a cui medici e infermieri hanno negato ogni cura e attenzione perché era ‘poco collaborativo’.
E così Stefano Cucchi, mio fratello, si è spento, all’alba del 22 ottobre del 2009, nell’indifferenza generale.
È letteralmente morto di dolore Stefano, perché il suo cuore non ce l’ha fatta più ed alla fine ha smesso di battere.
Aveva 31 anni, mio fratello.
Da sei anni io ed i miei genitori portiamo avanti quella che è divenuta una vera e propria battaglia, per l’assoluta incapacità dello Stato di assumersi le proprie responsabilità e di ammettere che in quei sei giorni nelle sue maglie qualcosa non ha funzionato e che quel qualcosa è costato la vita ad un essere umano.
È stata una battaglia lunga e dolorosa ma siamo andati avanti nonostante tutto, i miei genitori ed io. Ed oggi abbiamo la speranza che sulla morte di Stefano si possa finalmente far chiarezza.
Quello che mi piacerebbe, per questa ricorrenza, è avere accanto tutti coloro, tantissimi, uomini e donne di tutto il Paese, che come noi in questi sei anni non hanno mai smesso di crederci, che spesso hanno provato a non lasciarci soli.
Salve, Le sto scrivendo dall’università Arts London, speriamo di poter dare un’aspetto alla storia di suo fratello Stefano ed all’ingiustizia e la corruzione a cui voi avuto dovuto affrontare dallo stato italiano e le sue forze dell’ordine. Pubblicheremo 10,000 copie di questo articolo in giro per Londra e sarà postato come piattaforma globale sul web. Noi crediamo di darle una voce internazionale alle ingiustizie che voi e sopratutto stefano avete affrontato. Vorremo emergere il suo fatto qua in Inghilterra in modo tale di far capire al mondo come tutto questo non possa essere ignorato. Speriamo che scrivendo questo articolo possa aiutarla ad espandere ed a combattere il suo caso in modo tale da poter dare luce ai fatti. Tutto quello che scriverò con il suo consenso sarà solamente basato su fatti che lei mi spiegherà. Spero di sentirla a breve, nel frattempo la ringrazio per la sua attenzione. Esmee