Da Zic.it, la cronaca dello sgombero di centinaia di famiglie occupanti dallo stabile di Via Fioravanti. Cariche anche alle madri, la resistenza a oltranza: in cento sul tetto
Erano le 8:30 quando, a Bologna, il redattore di Zic.it conta venticinque camionette, vigili del fuoco e 3 ambulanze. E’ il dispiegamenti di forze messo in atto dalla Questura per cercare di sgomberare lo stabile di via Fioravanti in cui vivono centinaia di famiglie e minori. Un presidio di solidarietà si è subito formato davanti al palazzo il cui ingresso è presidiato dalle forze dell’ordine che chiudono la strada e impediscono il passaggio. Alcuni occupanti sono saliti sui tetti per resistere allo sgombero mentre il presidio si ingrossa sempre di più. Al passaggio del camion dei Vigili del fuoco la celere cerca di allontanare i manifestanti con una carica, ferendo un ragazzo alla mano. Dal presidio si invitano tutti e tutte a raggiungere via Fioravanti per costruire “una grande giornata di lotta e solidarietà”.
16.20 – “Sgombero violento, con strattonamenti e scalciate”, conferma Social Log. Gli occupanti sul tetto “sono un centinaio, non intendono scendere”, spiegano. C’è una sorta di “stallo”, dicono, anche perché “le mamme vorrebbero rientrare per prendere gli oggetti personali ma viene loro impedito”.
Social Log e le famiglie assicurano di volere una “soluzione politica”, ma per riuscirci deve allontanarsi l’ingente schieramento di agenti: “Non è possibile ragionare su alcuna proposta in un clima così”.
16.00 – Uomini della Digos e dei Vigili del fuoco hanno raggiunto il tetto dello stabile ex Telecom di Bologna, intenzionati a trattare con gli occupanti là sopra da stamattina.
15.50 – “Hanno picchiato le mamme”, dice una bimba appena uscita dall’ex Telecom. Alcune madri confermano che sarebbero stati usati metodi violenti, e il manganello, per fare uscire le famiglie. Lo sgombero va avanti alla spicciolata. A piccoli gruppi, donne e bambini anche molto piccoli vengono condotti fuori dallo stabile, in lacrime, con quale bagaglio. A ogni uscita l’applauso dei manifestanti in presidio in via Fioravanti. Alcuni hanno accettato l’aiuto dei servizi sociali del Comune, e sono entrati negli uffici di Liber Paradisus.
Nel video qui sotto, ripreso nel cortile interno e diffuso da Social Log, si vedono due agenti portare via un ragazzino, che aveva cercato di resistere scalciando.
Invia un comunicato di solidarietà anche Libertà di Dimora: “Il governo della paura ancora una volta prova a piegare la Bologna migliore, quella dell’autogestione e dell’autorganizzazione, quella che quotidianamente con rabbia e con amore dà una risposta concreta ai bisogni sociali, da Atlantide all’occupazione abitativa di Via Solferino all’ExTelecom stabile abitato e vissuto da trecento donne, uomini e bambini da Dicembre 2014. Esperienze concrete che giorno dopo giorno si battono contro la crisi e l’austerity, contro la precarietà e l’isolamento sociale, contro la povertà, il razzismo e il sessismo verso la costruzione di un’altra idea di città, di comunità e di vita collettiva. I vostri muri e i vostri manganelli con cui cercate di spazzare via esperienze fondamentali per Bologna e per la ricchezza soggettiva di ognun* noi, nulla possono dinanzi alla nostra resistenza, come quella che da stamane in via Fioriavanti si sta opponendo alla vergognosa operazione di sgombero. Mentre l’amministrazione cittadina pavida e impaurita cerca di disseminare paura invitiamo tutte e tutti ad unirsi alla resistenza dell’ExTelecom che con determinazione, con rabbia e con amore sta rispondendo al tentativo di sgombero”.
15.30 – I fatti di questa mattinata nel video di ZicTv
15.25 – La solidarietà di Ross@: “Ancora una volta ci tocca sottolineare che di fronte ad un bisogno primario come la casa, la risposta di giunta, procura e poteri forti cittadini sono manganelli e caschi blu, che da tempo sono il servizio d’ordine del Partito Democratico e del suo sistema di potere.
Ross@ Bologna insieme alle altre realtà dell’antagonismo politico e sociale è presente e rivendica il diritto alla Resistenza! È paradossale che di fronte ad emergenze sociali e bisogni primari della popolazione che vengono regolarmente disattesi, una parte della sinistra di questa città passi il suo tempo a decidere strategie elettorali che a tutto servono fuorché a rispondere a chi chiede casa, reddito e dignità.
Sgombero ex Telecom (foto Zic)Una procura illegale che decide di intervenire con la forza di fronte a una richiesta legittima di avere un tetto sulla testa si qualifica da sola. Una giunta che non si assume le sue responsabilità sulla mancanza di una seria politica abitativa e lascia il destro alla repressione deve fare solo una cosa: DIMETTERSI! Illegale è chi palesemente impedisce una vita dignitosa alle fasce sociali più deboli. Invitiamo pertanto i lavoratori e i cittadini a venire al presidio davanti alla ex Telecom occupata. La solidarietà attiva in queste ore è fondamentale.”
Così Usb: “Quello che sta accadendo all’ occupazione di via Fioravanti è aberrante. Che Centinaia di uomini ,donne e sopratutto bambini debbano assistere alla violenza della polizia che questa mattina si sono presentati in assetto antisommossa e caricato il presidio in sostegno degli occupanti asserragliati in difesa della “propria casa”, è vergognoso per una città come Bologna una volta ‘Civile’. La completa debacle della politica cittadina ormai scavalcata dalla questura è sotto gli occhi di tutti. La totale incapacità della politica cittadina di fare fronte alle esigenze della popolazione che vive in questa città è evidente . Esprimiamo la nostra piena solidarietà a gli abitanti e a chi giorno dopo giorno combatte per difendere i propri diritti e la propria dignità di essere umano non sottomettendosi alla ormai imperante dittatura del profitto e della speculazione, l’ ex Telecom è infatti proprietà di una Banca Tedesca. Siamo in piazza fianco a fianco di chi resiste è una questione di civiltà a cui il nostro Sindacato non può sottrarsi”.
Lo Sportello Antisfratto di Imola: “A Bologna cariche e vari tentativi della polizia per sbattere in strada le famiglie che occupano lo stabile Ex Telecom. Dopo aver vissuto la violenza della perdita dei diritti più elementari – il lavoro, la casa- persone diverse per cultura, religione, sesso, età, hanno deciso di unirsi per lottare assieme e riappropriarsi della dignità che le istituzioni tentano quotidianamente di calpestare. Queste persone hanno capito che la loro diversità è nulla davanti a chi vuole i poveri silenziosi e remissivi, che l’unione e la condivisione sono le uniche risposte possibili a chi vuole una società spaccata per sfruttarla al meglio”.
15.00. La polizia ha fatto ingresso nella struttura. Dalle finestre c’è chi urla chiedendo aiuto, mentre sul tetto continua la battitura di tubi di metello e in strada i solidali si fronteggiano con le forze di polizia. “Sappiamo da dentro che sono entrati- dicono gli attivisti di Social Log- ma entrare e’ facile. Ora dovranno portarli fuori uno a uno e noi saremo qui”. Un gruppo di donne e bambini è uscito poco fa, piangendo. Una signora è uscita in barella, pare per un malore.
14.10 –Nulla di fatto, a quanto si apprende, nella trattativa tra Comune e occupanti. L’Amministrazione si era detta disposta a “garantire l’accoglienza per le famiglie con minori e le persone con fragilità”, quantificando una ventina di nuclei familiari e ipotizzando di destinarli all’ex Galaxy e in non meglio pecificati altri edifici. “Sembra una proposta molto fumosa”, ha mandato a dire Social Log : “Noi continuiamo a essere disponibili a negoziare, ma bisogna demilitarizzare la zona e convocare un
tavolo con proposte piu’ serie e concrete. Ovvero un tetto per tutti, minori e non minori, famiglie, anziani”. Di certo “e’ molto difficile negoziare con il dispositivo di militarizzazione messo in campo da Procura e Questura, che ci sembra uno sfregio a Bologna e ai diritti sociali per i quali tante persone si battono in questa città”. Immediata la chiusura di Palazzo d’Accursio, con la responsabile del servizio sociale minori che riferisce: “Mi pare che adesso non siano nelle condizioni di accettare: chiedono casa per tutti, non accoglienza”
13.40 – Sono passate sei ore dall’arrivo della polizia in via Fioravanti 27. Chi parla al megafono non nasconde la rabbia: “Abbiamo contato almeno 40 camionette, è stato mobilitato un esercito con chissà quanti soldi pubblici spesi per sgomberare un’occupazione che non è costata nulla alla collettività, anzi è servita a ristrutturare un edificio abbandonato con lavoro volontario”. Dall’interno le famiglie occupanti continuano incessantemente a battere pentole e sbarre dal primo piano. Al presidio di solidarietà in strada sono arrivati attivisti di tutti i collettivi e spazi sociali cittadini. In strada va avanti il presidio dei manifestanti che sostengono gli occupanti, un corteo di universitari è arrivato da piazza Verdi. Sono apparsi anche diversi scatoloni con piadine e panini: “Ha mandato tutto una signora solidale come aveva gia’ fatto in occasione di altri sgomberi”, spiegano i manifestanti. I viveri vengono poi portati ai piani superiori usando una corda.
13:00 – Arriva la solidarietà delle Atlantidesse: “Siamo sgomente e nauseate di fronte all’orrendo spettacolo del potere che fa la guerra dall’alto alla povertà gettando in mezzo alla strada centinaia di persone nel giro di pochi giorni, da via Solferino all’ex Telecom, proprio alle porte dell’inverno, chiamandola ‘legalità’. Disgustate e furiose, di fronte a una politica istituzionale che balbetta parole come ‘collaborazione’ e sproloquia di ‘anima’ mentre vengono attaccate e colpite le poche esperienze concrete di solidarietà che faticosamente provano a dare un senso all’idea di comunità. Dopo lo sgombero di Atlantide, il paesaggio di questa città si sta facendo sempre più cupo, con un’intensità che non ci aspettavamo. Per questo, è ancora più necessario che tutti e tutte coloro che si occupano quotidianamente di “rigenerare” i legami sociali in questa città si incontrino per costruire strumenti di r-esistenza comune, ogni volta e in ogni luogo in cui è possibile. Noi, intanto, invitiamo a partecipare all’assemblea pubblica ‘Dopo quel muro, che genere di città?’ che si svolgerà domani sera, mercoledì 21 ottobre, alle 20.30, in via Lodovico Berti 2/10, quartiere Porto, nella Sala da ballo al primo piano del Centro sociale Saffi.”
12:30 – Mentre proseguono il presidio e la resistenza degli occupanti fonti di stampa parlano di una trattativa in corso in Liber Paradisus per trovare una soluzione alle tantissime famiglie cha tra poche ore rischiano di trovarsi senza un tetto. Sempra a quanto affermano dal versante istituzionale il Comune si sarebbe detto disponibile a dare un alloggio a ogni famiglia con bambini.
10:30 – Molte persone sono salite sul tetto e si affacciano alla finestra battendo contro le ringhiere. Tra i sostenitori al presidio anche i compagni di classe di alcuni degli oltre 104 minori pressenti nello stabile. “Non si possono sgomberare delle case con bambini e malati dentro, almeno prima dovrebbero avere una casa dal Comune”. È il messaggio contenuto in una lettera che alcuni ragazzini dell’Ic7 hanno deciso di scrivere. “Ci hanno chiesto di venire qui perché li stavano cacciando di casa”, raccontano. “Li sgomberano perché vivono lì senza permesso, ma è solo perché sono poveri”, continua la lettera. I ragazzini (frequentano le medie) “hanno pensato di scriverla per spiegare ai loro compagni e alla scuola cosa cosa sta succedendo”, spiega la loro insegnante di italiano, anche lei al presidio insieme a una collega, mentre i bambini affacciati alle finestre dell”ex Telecom salutano a grandi bracciate lei e gli amichetti.
10:00 – Il video delle cariche, inviato da via Fioravanti
9:30 – “Tutte le occupanti e gli occupanti sono determinati a resistere” queste le parole che arrivano da via Fioravanti e invitano tutti a unirsi per “una lunga giornata di lotta”. Sono stati caricati sull’ambulanza i due ragazzi feriti, uno con la testa sanguinante per una ferita da manganellata.
9:00 – Seconda carica al presidio, feriti alla testa un ragazzo e una ragazza. Dal megafono annunaciano che le forze dell’ordine sono entrate nello stabile.
Sbirri sempre solo sbirri……..ma come fanno ad obbedire a certi ordini?…….semplice, 900 euro lo stipendio di un operaio, o impiegato, al mese…uno sbirro 1400/1600 per non parlare dei commissari, pensione a 67 anni per un lavoratore 53 anni per uno sbirro………la persona onesta non fa ne il prete ne il poliziotto…. (Mickail Bakunin)