Archiviata la denuncia del leader del sindacato di polizia Coisp contro le sorelle di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, la figlia di Michele Ferrulli e contro il giornalista Checchino Antonini
di Ercole Olmi
Archiviata dal gip romano, Giulia Proto, la denuncia del capo del Coisp contro Ilaria Cucchi, Domenica Ferrulli e Lucia Uva. Denunciate per diffamazione le sorelle di Stefano Cucchi e la figlia di Michele Ferrulli e, con loro, Checchino Antonini, giornalista di Popoff e di Liberazione, all’epoca, preannunciando il gesto con un comunicato inquietante in cui il cronista veniva messo in cima alla lista dei nemici del Coisp. Torniamo a parlare di Franco Maccari, leader indiscusso del Coisp, il sindacato che promosse un sit-in di solidarietà con i quattro condannati per l’omicidio Aldrovandi a una manciata di metri dall’ufficio della madre del diciottenne ferrarese. Maccari e i suoi erano scandalizzati dal fatto che quattro colleghi, che mai hanno dato segni di pentimento, erano costretti a scontare alcune settimane di carcere senza godere dei benefici dello svuota carceri. Patrizia Moretti, sconvolta, dovette compiere un gesto clamoroso. Scese in piazza anche lei con la gigantografia del corpo di Federico martoriato dai quattro poliziotti condannati in tutti i gradi di giudizio. Era il 28 marzo 2013. La vicenda scosse l’intera società civile e, in primo luogo, madri e sorelle di chi stava vivendo un incubo simile a quello della famiglia Aldrovandi: Lucia, Ilaria e Domenica, appunto.
Migliaia di persone, alcuni giorni dopo, avrebbero raggiunto Ferrara per riempire la stessa piazza in solidarietà piena con Patrizia Moretti e Lino Aldrovandi. Maccari preannunciò decine di querele. Ilaria Cucchi, intervenendo a Radio Città Fujiko di Bologna, disse che l’azione del Coisp aveva il sapore di un «femminicidio morale» e che chi si trovava a manifestare per dei criminali era «esattamente come loro». Parole, secondo la giudice, «proporzionate e funzionali all’opinione, in considerazione degli interessi e dei valori che si ritenevano compromessi». «Anche se la critica è stata caratterizzata da toni particolarmente forti, questa non è stata né volgare, né gratuita – si legge nel dispositivo – si deve inoltre far riferimento alla peculiarità e alla delicatezza del caso, non potendo prescindere dalla reazione emotiva della Cucchi a causa del suo imprescindibile legame con la Moretti». Le tre donne, in una lettera a un sito on line, avevano chiesto di fermare lo «stalking istituzionale contro mamma Aldrovandi» e avevano parlato di «violenza tipicamente maschile su quella madre». Parole, secondo l’ordinanza, che «non travalicano il limite della continenza, non ledendo la sfera morale altrui, ma esprimendo un parere critico nei confronti della condotta attuata dal Maccari e dal Coisp».
Infine il paragrafo sull’Antonini: «Ebbene, innanzitutto, la narrazione degli eventi è caratterizzata dal rispetto della realtà dei fatti, in quanto oltre alla mera cronaca degli eventi accaduti, il giornalista ha diritto a esprimere la propria opinione sulle notizie e di renderla pubblica. Ne discende il rispetto del contenuto minimo di verità che la scriminante del diritto di critica deve rispettare. Inoltre si rileva che le espressioni come “la provocazione del sindacatino di ultradestra” o l'”autentico sciacallaggio”, riferendosi alla condotta del Coisp nella manifestazione del 28 marzo 2013, devono essere lette alla luce del caos mediatico seguente alla manfestazione e alla luce della volontà di Antonini di manifestare la propria solidarietà, espressione della maggior parte della società civile e anche di vari esponenti delle istituzioni».
«Ho vissuto tutta questa situazione con un po’ di fastidio – commenta Ilaria Cucchi – ma non è nulla rispetto a quanto ho e abbiamo dovuto sopportare. Certo, mi ha infastidito la querela perché l’ho vissuta come l’ennesima mancanza di rispetto a quei valori fondamentali che sto cercando di trasmettere ai miei figli. Andrò avanti perché in quei valori ci credo davvero».
Soddisfatto Fabio Anselmo, legale della Cucchi e di Antonini (per Uva e Ferrulli c’era l’avvocato Ambrosetti), per le motivazioni dell’archiviazione in sintonia con le ragioni da lui stesso sollevate «contro quella che ritengo una mera azione di disturbo».
“la persona onesta non fa ne il prete ne il poliziotto” Mikajl Bakunin………no pasaran
Me la ghigno,me la ghigno allegramente!