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Morto il partigiano che scrisse di aver fucilato Mussolini

Morto a Brescia Bruno Lonati, partigiano della 101ma Brigata Garibaldi. In un libro del ’94 rivelò di essere stato lui a fucilare Mussolini il 28 aprile del ’45

di Francesco Ruggeri

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Aveva 94 anni, nel 1994 si assunse la responsabilità di aver ucciso il duce: addio all’ex partigiano Bruno Giovanni Lonati, nome di battaglia di “Giacomo”, commissario politico della 101ma Brigata Garibaldi.

21 anni fa, “Giacomo” si assunse la responsabilità di aver fucilato Benito Mussolini anche se alcuni storici ritengono che la sua versione potrebbe essere utile a tenere nell’ombra i reali autori dell’esecuzione. Lonati è morto nella sua casa di Brescia. L’annuncio della scomparsa è stato dato all’Adnkronos dalla sua famiglia solo dopo il funerale che si è svolto stamani nella chiesa bresciana di Sant’Angela Merici.

Nel 1994 Lonati pubblicò il libro «Quel 28 aprile. Mussolini e Claretta: la verità» (Mursia editore) in cui rivelò di essere stato lui l’autore dell’uccisione del dittatore fascista il 28 aprile 1945, poco dopo le ore 11, in una stradina a Bonzanigo di Mezzegra, sul lago di Como, nell’ambito di una missione segreta diretta dall’agente segreto inglese John Maccaroni, detto «il capitano John», ufficiale dello Special Operations Executive (Soe). Da allora la sua testimonianza ha fatto versare fiumi di inchiostro, perchè, a sua volta, smentiva la versione ufficiale secondo cui ad uccidere Mussolini fu il partigiano comunista Walter Audisio, nome di battaglia Colonnello Valerio, con i compagni Michele Moretti e Aldo Lampredi.

Lo scopo della missione, nel racconto di Lonati, sarebbe stato quello di impedire la diffusione del contenuto del presunto carteggio tra Winston Churchill e Mussolini, recuperandolo e sopprimendo il duce e la sua amante Claretta Petacci, essendo quest’ultima perfettamente informata sull’esistenza dei rapporti con lo statista britannico. Il «carteggio Churchill-Mussolini» non poté essere recuperato, ma, dopo aver effettuato alcune foto ai cadaveri, l’agente inglese, avrebbe concordato il silenzio di Lonati e dei due partigiani superstiti per altri cinquant’anni. Per tale motivo Lonati avrebbe scritto il suo memoriale solo nel 1994. Nel 2002 il giornalista e storico Luciano Garibaldi confermò con nuovi particolari la versione di Lonati pubblicando il libro «La pista inglese. Chi uccise Mussolini e la Petacci» (Ares). Nato a Legnano il 3 giugno 1921, dal 1936 al 1956 Lonati ha lavorato alla Franco Tosi; in questo periodo sono compresi il servizio militare e la successiva attività partigiana in Valle Olona e poi a Milano. Fu commissario politico della 101a Brigata Garibaldi e comandante di una divisione partigiana formata da tre brigate operanti nel capoluogo lombardo. Trasferitosi a Torino nel 1958, ha poi ricoperto incarichi dirigenziali alla Fiat. Dopo il 1980 ha diretto a Bari un’importante società metalmeccanica; è stato poi consulente industriale e ha scritto diversi libri di carattere tecnico. Dopo la pensione Lonati si stabilì a Brescia.

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