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Ombrina Mare verso il sì, uno schiaffo all’Abruzzo

Chiusa la conferenza dei servizi, Ombrina Mare vola verso l’autorizzazione definitiva. Mentre da 14 anni non riescono a perimetrare il Parco Nazionale della Costa Teatina

da Chieti, Alessio Di Florio

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Ombrina s’ha da fare. Senza se e senza ma. Non ci sono proteste, manifestazioni, dissensi che tengano. Per il governo Renzi la Rockhopper va autorizzata. E così, dopo il primo rinvio di ottobre (https://www.popoffquotidiano.it/2015/10/08/no-ombrina-parte-dallabruzzo-lautunno-caldo-dei-movimenti/ ), e nonostante le proteste di istituzioni locali e cittadini (https://www.popoffquotidiano.it/2015/11/08/ombrina-mare-atto-finale/ ), il Ministero dello Sviluppo Economico ha dichiarato conclusa la conferenza dei servizi per il progetto petrolifero Ombrina Mare. Una conclusione, secondo il Coordinamento No Ombrina, che appare “l’atto amministrativo più surreale che abbiamo potuto studiare in questi anni nelle tante lotte in cui sono stati impegnati gli attivisti che ora si stanno battendo contro Ombrina”, un atto “apparso di forza ma che oggi appare indice di estrema debolezza nei contenuti”, tra cui “quella che appare essere una commistione e confusione di ruoli tra Responsabile Unico del Procedimento per il Ministero, la Signora Mirella Pernarella, e il Dirigente della Divisione Titoli minerari, Marcello Saralli, tanto che gli Enti locali hanno sollevato pesanti dubbi sulla legittimità da parte del dirigente di intervenire”.

PeaceLink Abruzzo e l’Associazione Antimafie Rita Atria hanno espresso “sgomento e rabbia” per quel che hanno definito un inaccettabile regalo all’Abruzzo: “su Ombrina si prosegue come una locomotiva (probabilmente settecentesca a vapore …) mentre ancora una volta la conclusione dell’iter del Parco Nazionale della Costa Teatina viene rinviata”. Dopo aver sottolineato che il Ministero ha ignorato “persino provvedimenti legislativi regionali e 100.000 presenze in piazza in due anni (40.000 a Pescara nel 2013 e 60.000 a Lanciano quest’anno …)”, le due associazioni hanno puntato i riflettori sulla situazione del Parco Nazionale della Costa Teatina.

Istituito nel 2001, dopo anni di tira e molla tra Comuni e Regione, l’anno scorso era stato nominato un commissario per la perimetrazione, Pino De Dominicis (ex presidente PD della Provincia di Pescara). Qualche mese fa il commissario ha presentato la propria proposta di perimetrazione, contro cui si sono scagliati parte del consiglio regionale e i sindaci (in larga parte PD). Nell’estate scorsa una lettera dei sindaci e una mozione (approvata all’unanimità, eccezion fatta per il rappresentante di SEL) del Consiglio Regionale hanno chiesto al Governo di non ratificare la perimetrazione di De Dominicis. PeaceLink e l’Associazione Antimafie Rita Atria evidenziarono che il commissario era stato nominato “da un governo a maggioranza PD, inviato in una Regione in cui l’Amministrazione è a maggioranza PD e con la nomina di una persona proveniente dall’area politica del PD” e che, dopo un anno, “l’Amministrazione Regionale PD (e alleati) chiede al Governo PD (e alleati) di fermare tutto”, domandando indignati “in questi mesi si sono intervallati incontri pubblici, convegni, presentazioni, conferenze e comunicati stampa e tanto altro. Dubbi, domande, rimostranze, “evidenti discrasie” perché non sono mai state evidenziate in questi mesi? Possibile che in tutte queste occasioni, e nei tanti mesi che si sono intervallati, non ci sono stati 30 secondi per esprimerli, tra l’altro ad una persona politicamente vicina?”.  E’ notizia di questi ultimi giorni che, dopo un incontro a Roma, il Governo avrebbe accolto le richieste di revisione da parte dei sindaci e della Regione. Le due associazioni sono tornate ad attaccare duramente quello che hanno definito un “inaccettabile balletto” di una politica “che non vuol abbandonare l’epoca dei favori, senza respiro alcuno sul futuro ma legata solo al presente dell’algebra della ricerca continua di voti e consensi, che continuamente sacrifica il bene comune sull’altare degli egoismi di pochi e delle lobby dei piccoli interessi”, cosa di cui “i responsabili se ne dovranno assumere la piena responsabilità, davanti a tutta la Regione, ad ogni disastro e minaccia e a tutto quello che metterà in pericolo le future generazioni”. Le due associazioni non hanno potuto visionare il lavoro del commissario (che ad oggi non ci risulta essere pubblico e visionabile), e quindi si sono rivolti solo all’incredibile situazione politica che va avanti da 14 anni (quasi certamente un “record mondiale” hanno sottolineato) affermando che è doveroso fermare “gli indugi nelle dinamiche di palazzo e di partito, di potere e di clientele, i proclami e le passerelle”.

Hanno, invece, chiesto di firmare immediatamente il decreto istitutivo del Parco, senza ripensamenti sulla perimetrazione commissariale, ARCI, Costituente per il Parco, FAI, Italia Nostra, Legambiente, Pro Natura e WWF.

Alessio Di Florio

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