Degustare e comprare i vini di qualità della FIVI. Piccolo tour tra i produttori e qualche consiglio.
[Ludovica Schiaroli]
Quinta edizione per il Mercato dei Vini dei Vignaioli in programma sabato 28 e domenica 29 novembre a Piacenza Expo che ospita i produttori associati alla FIVI (Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti), quest’anno ancora più grande con i suoi 330 vignaioli provenienti da tutta la penisola e una decina di artigiani del cibo.
La fiera è in crescita, un dato positivo per il settore, certamente dovuto alla sua posizione strategica, (Piacenza è facilmente raggiungibile dalle principali città del nord-ovest), ma anche dai grandi spazi che evitano quell’effetto di claustrofobia che coglie il visitatore a metà pomeriggio, nell’ora di punta! La possibilità di avere un carrello a disposizione è un ulteriore incentivo, soprattutto oggi che alla fiere sono sempre di più i visitatori che entrano per comprare direttamente dal produttore. Senza contare l’occasione di incontrare e conoscere allo stand il produttore stesso, assaggiare e chiacchierare con lui/lei.
I produttori presenti rappresentano alcune fra le più interessanti realtà italiane (ci sono anche due francesi). A prima vista il Piemonte sembra quella più numerosa con oltre 50 aziende in mostra. Proviamo a fare qualche nome, giusto per dare l’idea di quello che si può trovare.
Partire con le bollicine è sempre un ottimo inizio e la Franciacorta è il paradiso per gli amanti del genere. San Cristoforo è un piccolo produttore, che ho conosciuto qualche anno fa in fiera, Bruno Dotti e la sua famiglia hanno abbandonato il lavoro precedente per mettersi a fare il vino. Il risultato è notevole. Soprattutto nel Pas Dose dove si può apprezzare appieno il gusto dello chardonnay in purezza. E’ un vino che richiede attenzione, per niente ruffiano, un po’ difficile da capire all’inizio regala grandi soddisfazioni se ci si applica (…). Altra scuola, ma stessa qualità è quella di Mosnel, arrivati alla quinta generazione di vignaioli, l’eleganza è la cifra che accompagna tutta la produzione. Da provare tutta la gamma in assaggio. Dopo la Franciacorta vale la pena un passaggio in Trentino con Pojer&Sandri e Hadelburg, per potere cogliere la differenza tra il metodo classico della Franciacorta e quello del Trento doc. Sempre sul bianco ma senza bollicine ci sono due produttori che vanno visitati per quello che rappresentano per il territorio: Bucci e PieroPan. Bucci, dalla Marche, è fra i migliori produttori di verdicchio, il suo Villa Bucci quando lo si assaggia non lo si dimentica. PieroPan invece viene da Verona e il suo soave (garganega e trebbiano) è una sorpresa in tutte le sue varianti.
Dalla provincia di Alessandria arriva Walter Massa, dei Vigneti Massa, l’uomo che ha dato nuova “vita” al Timorasso e, grazie alle sue capacità in cantina unite a quella del marketing, oggi un intero territorio trae beneficio dal suo lavoro. Il timorasso è un vino strepitoso, longevo e ricco di sapidità, sempre emozionante. Dal bianco al rosso del dolcetto di Dogliani, ora solo Dogliani ben rappresentato da Anna Maria Abbona, il suo Majoli è certamente da provare, potente e raffinato allo stesso tempo. Dalla zona di Nizza Monferrato vengono Cascina Garitina e Eredi di Chiappone Armando che producono prevalentemente barbera, in quello che è il terreno più vocato. Notevole il loro cru “Nizza”. Chiappone produce inoltre una freisa ferma invecchiata (quest’anno esce il 2011) dai profumi intensi di fragola e sottobosco che bene si abbina alla succulenza di cibi invernali. Poi si incontra il nebbiolo, tra i produttori segnalo Adriano e Cortese, entrambi producono un barbaresco elegante con un buon rapporto qualità prezzo. Sempre seguendo il nebbiolo, da provare la tipologia di Arpepe, qui siamo in Valtellina, in provincia di Sondrio e viene imbottigliato il nebbiolo delle sottozone “Sassella”, “Grumello” e “Inferno”. Ognuno ha le sue caratteristiche che differiscono dal cugino piemontese. Vale la visita, insomma. Tanti i viticoltori dal sud, Nanni Copé è l’unico che produce (da pochi anni) ma sempre un solo vino. Pochi ettari, tanti passione, forse un po’ caro, ma certamente da assaggiare.
Questa sarà parte della mia personale visita alla Fiera, qui l’elenco completo per sperimentare il vino della Fivi: La fiera.
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