«Colpito a morte dalla polizia», il presidente dell’ordine forense di Diyarbakir Tahir Elçi è stato assassinato «dalle forze oscure dello stato turco».
di Checchino Antonini
Il Presidente dell’Ordine Forense di Diyarbakir, Tahir Elci, è stato colpito, mirando alla testa, ed è stato assassinato durante una conferenza stampa, questa mattina a Diyarbakir. Lo spiega un comunicato del Knk, Congresso Nazionale Kurdo. Dall’agenzia Anf, si apprende che l’avvocato di Elçi, Yunus Murat ha confermato che l’esponente curdo è stato colpito a morte dalla polizia. Secondo Akan, Elçi è stato colpito da un proiettile della polizia nella testa. Il suo corpo di Elçi è stato portato all’ospedale di stato Selahattin Eyyubi. Dopo l’omicidio, il coprifuoco è stato imposto in 6 quartieri del distretto di Sur a Diyarbakir (Cevatpaşa, Dabanoğlu, Fatihpaşa, Hasırlı, Savaş, Cemal Yılmaz nella via di Gazi fino a nuova comunicazione).
In mattinata molte persone si erano riunite a Sur per l’appello dell’ordine forense di Diyarbakir per protestare contro l’attacco al Minareto delle Quattro Colonne. Dopo il comunicato la polizia ha aperto il fuoco sulla gente. Pochi giorni fa a Diyarbakir, lo storico minareto a quattro colonne è stato colpito con armi pesanti dalle forze governative e gravemente danneggiato. Così è stata convocata una conferenza stampa da Tahir Elci e da un gruppo di avvocati per condannare quell’attacco. L’aggressione si è verificata nel quartiere di Sur, durante la conferenza, e Tahir Elci è stato ucciso. Il filmato di una tv curda, Rudaw, mostra diversi corpi sanguinanti a terra e si possono sentire gli spari in sottofondo. Almeno tre giornalisti e tre poliziotti sono stati segnalati tra i feriti. Elçi è rimasto ucciso mentre chiedeva la tregua tra le forze di sicurezza turche e i combattenti del PKK.
Tahir Elçi era nel mirino del governo dell’AKP e dei poteri dello stato da molto tempo per via della sua lotta di un quarto di secolo per i diritti umani, la libertà e la pace. È diventato palesemente un obiettivo dopo aver dichiarato qualche settimana fa in un programma televisivo, che il PKK non è un’organizzazione terroristica.
Aveva dichiarato alla Cnn turca che il Pkk «è un movimento politico che ha importanti domande politiche e che gode di vasto supporto, anche se alcune sue azioni sono di natura terroristica». Per questa dichiarazione il legale è stato prima arrestato il 19 ottobre a Diyarbakir e quindi rinviato a giudizio e condannato a sette anni e mezzo, con l’accusa di propaganda di organizzazione terroristica. Oggi è stato assassinato da coloro i quali hanno ritenuto che questo fosse insufficiente!
inoltre, un altro giornalista turco, il terzo in pochi giorni, è stato arrestato per il suo lavoro. A dare notizia dell’arresto di Ertugul Ozkok, giornalista del quotidiano Hurriyet, è l’agenzia di stampa Dogan, dopo che due giorni fa altri due reporter sono finiti in manette. Ozkok rischia fino a cinque anni e quattro mesi in carcere con l’accusa di aver insultato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. «Hey grande uomo, vergognati di te stesso», sono le parole contenute nel pezzo incriminato firmato da Ozkok, pubblicato a settembre da Hurriyet. Nell’articolo non viene mai fatto il nome di Erdogan. Due giorni fa sono stati arrestati il direttore del giornale turco Cumhuriyet, Can Dundar, e il capo della redazione di Ankara, Erdem Gul, nell’ambito delle indagini su uno scoop del quotidiano che a maggio svelò come l’intelligence turca, il Mit, avesse fornito armi in segreto a gruppi ribelli siriani.
«Siamo abituati a questo tipo di attacchi – riprende il Knk, a proposito dell’omicidio di Elçi – fino ad ora migliaia di politici curdi sono stati assassinati nello stesso modo dalle stesse forze oscure. Conosciamo i responsabili, i responsabili sono coloro i quali non potevano sopportare le posizioni di Tahir Elci, la sua lotta e la sua personalità. I responsabili sono il governo dell’AKP e le altre forze oscure che hanno già massacrato migliaia di politici e attivisti curdi! Nessuno deve cercare colpevoli altrove! Questo è un attacco ai politici curdi, al popolo curdo e al movimento di liberazione del popolo curdo. Condanniamo l’atroce attacco e i suoi responsabili. Esprimiamo le nostre condoglianze alla famiglia di Tahir Elci e a tutto il popolo del Kurdistan, ai suoi amici e colleghi. Continueremo la lotta di Tahir e perseguiremo i suoi obiettivi. Con questo facciamo appello alla nostra gente perché commemori la lotta del martire Tahir e si sollevi nella lotta per la libertà.Facciamo appello all’opinione pubblica democratica in Turchia e nel mondo, che è dalla parte della pace, della democrazia e dei diritti umani, affinché siano solidali con la lotta di liberazione del popolo curdo e si opponga a questi brutali attacchi barbarici».
Mentre scriviamo sono in corso scontri anche a Istanbul.