Il 51,7% dei cittadini che hanno votato al referendum hanno bocciato l’idea di Anburgo 2024. Un metodo mpensabile per il Pd che punta al grande, inutile, devastante evento delle Olimpiadi di Roma 2024
di Checchino Antonini
Niente Olimpiadi ad Amburgo nel 20124. Lo ha deciso la cittadinanza con un referendum e la democrazia sta facendo rosicare la cancelliera Merkel, che certo non passerà alla storia come nota alfiera dei diritti delle persone. Il 51,7% dei 650mila elettori che si sono presentati alle urne, cassando la candidatura, ha reso la cancelliera Angela Merkel «molto dispiaciuta». «Ritiene questa decisione deplorevole. Ovviamente rispetterà la decisione della gente – assicura la portavoce del Governo tedesco Christiane Wirtz – ecco perchè si svolgono i referendum: per capire cosa vuole la gente. E ormai è chiaro che gli abitanti di Amburgo non vogliono le Olimpiadi».
Una buona idea, quella di consultare i cittadini, che nella Roma commissariata dal Pd, potrebbe sembrare fantascienza. Eppure non c’è nulla di più sbagliato nel considerare le olimpiadi un semplice evento, seppure grande. Fin dalla sua incubazione, Roma 2024 ha preso a generare dinamiche sociali, politiche e finanziarie che potrebbero andare ben oltre l’evento. Secondo Greg Clark, consulente per lo sviluppo del sindaco di Londra e per le strategie del governo inglese, «la presentazione della candidatura per un evento globale incoraggia l’adozione di nuovi punti di riferimento per lo sviluppo urbano, dettando nuove regole di ingaggio». In poche parole «presentare una candidatura significa accelerare la pianificazione dello sviluppo e i progetti di trasformazione urbana», è motore di sviluppo e occasione di governance, incentivazione del mercato immobiliare e dell’infrastruttura delle regione, cemento verticale e orizzontale. Altre costruzioni e altre autostrade. In definitiva significa riscrivere i rapporti di forza, partecipare alla gigantesca operazione di trasferimento della ricchezza che va sotto il nome di neoliberismo.
La rinuncia di Amburgo a concorrere per ospitare i Giochi Olimpici del 2024 fa felice soltanto le elite affaristiche delle sue avversarie: Budapest, Los Angeles, Parigi e Roma che si ritrovano con una concorrente in meno nella corsa che terminerà nel settembre 2017, quando a Lima sarà deciso la sede dell’Olimpiade.
Una delusione anche per il connazionale Thomas Bach che da presidente del Cio, nonostante l’introduzione dell’agenda 2020 che rende i Giochi più sostenibili, vede rinunciare proprio la città candidata dal suo Paese. «Per Amburgo e per la Germania – è il pensiero del n.1 del capo dello sport mondiale – si tratta di un’opportunità persa». Secondo Bach questo risultato è il frutto del clima di incertezza che c’è in Germania dopo le polemiche sugli arrivi di profughi e migranti e dopo gli ultimi fatti di Parigi; su cui hanno influito anche i recenti scandali – dalla corruzione al doping – scoppiati recentemente nel mondo dello sport. In particolare, la situazione in Germania, secondo il presidente del Cio «richiede un grande sforzo da parte del Governo e provoca nella società un senso di incertezza. Ci dispiace per questa decisione, che deve comunque essere considerata alla luce del momento molto particolare, e difficile, in cui si è svolto questo referendum».
«Non me lo aspettavo – il commento del presidente del Coni Malagò, uno che non gli passa nemmeno nella testa di passare al vaglio di un referendum per capire se ci sono margini per un grande evento come quello delle olimpiadi -. Avevo parlato con i miei amici dirigenti tedeschi ed erano molto fiduciosi. Credo che in qualche modo abbiano inciso i fatti degli ultimi tempi perchè spesso queste valutazioni sono di pancia, emotive. Cosa cambia per Roma? Io non sottovaluto nessuno avversario, ora siamo in quattro quindi abbiamo il 25% di possibilità». In Italia «non abbiamo l’obbligo e lo strumento giuridico per una forma referendaria come quella che c’è stata in Germania ma ho sempre sostenuto che tra il febbraio 2016, quando inizieranno a delinearsi gli aspetti del dossier e, l’anno successivo, quando ci saranno gli ultimi adempimenti formali, ci sarà modo di parlare, di avere delle indagini che coinvolgeranno la città. Su questo non c’è nessun tipo di preoccupazione», ha spiegato Malagò.