Un’assemblea nazionale, scaturita da un appello, ha coinvolto soggetti politici e sociali anticapitalisti e antiliberisti per un’inedita prospettiva di unità della sinistra: radicale e dal basso
di Daniele Maffione
Uniamo le forze, cacciamo Renzi, costruiamo l’alternativa “Unità e radicalità. Ieri, a Roma, è nata la Rete nazionale antiliberista e anticapitalista, che ha rivolto un appello a tutti i resistenti del Paese: uniamo le forze, discutiamo le idee, diamoci una nuova prospettiva rivoluzionaria.
L’assemblea è stata convocata da un appello promosso da esponenti di Altra Europa, Rifondazione Comunista, Sinistra anticapitalista, Il Sindacato è un’altra cosa – sinistra CGIL, Coordinamento precari della Scuola e sottoscritto da numerose centinaia di militanti e attivisti. C’è l’esigenza di costruire un punto di vista comunista e rivoluzionario nella crisi, per rompere la “fortezza Europa”, sconfiggere le politiche di austerità e la pericolosa ascesa di populismi reazionari e xenofobi. Questo, portando avanti una nuova idea di internazionalismo proletario e di superamento del capitalismo.
La riunione, è stata molto partecipata. La discussione è stata viva e accesa, ma ispirata da una sincera volontà unitaria. Questo grazie al contributo di attivisti provenienti da diverse esperienze politiche, sindacali, associative, che hanno deciso di non arrendersi allo stato di cose presenti. La priorità stabilita non è soltanto quella di “unire le lotte”, bensì di dargli una prospettiva politica per il superamento del capitalismo. Per cominciare a farlo, bisogna costruire conflitto di classe alle politiche neoliberiste, cacciare Renzi, difendere la Costituzione, ricostruire forme di partecipazione alla politica e democrazia diretta nei luoghi di lavoro e nella società. Per riuscirci, bisogna respingere quel modello fallimentare e politicista di “unità a tavolino”, che produce solo nuove divisioni e non fa altro che arretrare la costruzione di un blocco sociale alternativo a quello dominante.
Sono state individuate delle campagne di mobilitazione di massa, attorno a cui si andrà a strutturare la costruzione dei comitati locali: – Lotta alla guerra, costruendo un “fronte interno” fatto di momenti di sensibilizzazione di massa, tentativi di boicottaggio delle industrie militari, battaglia per chiedere l’uscita dalla NATO e l’investimento nelle spese sociali; – Diritto allo sciopero, invitando alla mobilitazione ed all’unità dei lavoratori, siano essi iscritti o no a sindacati confederali e di base, ridando voce al conflitto capitale-lavoro con lo specifico tentativo di coinvolgere anche i lavoratori immigrati; – Difesa del territorio e dei beni comuni, quali la scuola pubblica, la sanità, i trasporti, l’ambiente; Inoltre, ciascun comitato locale individuerà campagne specifiche nel proprio contesto per dare gambe alla lotta contro le privatizzazioni e lo smembramento dello stato sociale. Insomma, siamo appena all’inizio. Ma c’è entusiasmo, voglia di aggregazione, combattività. Ed un messaggio chiaro e forte: la sinistra non ha bisogno di cartelli elettorali o di leader. Ma di idee, entusiasmo, organizzazione, intelligenza collettiva…”.
A quanto pare, vi siete (colpevolmente) dimenticati dell’Europa, dell’Unione Europea intendo, e cioè della gabbia “austeritaria” costituita dai trattati intergovernativi, in particolare dal Fiscal Compact e dal MES, e dell’euro.
In questi termini la vostra proposta è assolutamente “provinciale”(nazional/ista) ed evasiva. Come si fa ad attaccare la NATO senza mettere in discussione l’UE?
leggi bene l’appello, Giacomo, non ci siamo dimenticati affatto: https://www.popoffquotidiano.it/2015/11/26/per-una-rete-antiliberista-e-anticapitalista/
a presto e grazie per le osservzioni