Il pendio autoritario della Francia: dalla rimessa in discussione del diritto di cittadinanza alla Notte dei Cristalli ad Ajaccio
da Parigi, Michel Warschawski
Qualche giorno fa cenavo con un amico, un intellettuale israeliano molto conosciuto e di grande cultura. Fra il dolce e il caffè mi chiede di parlargli della situazione in Francia e di ciò che lui definisce come “il problema degli immigrati d’origine musulmana” facendo evidentemente riferimento agli attentati del 13 novembre scorso.
Gli faccio notare che quelli che lui chiama “immigrati” sono in effetti dei Francesi di seconda e spesso anche di terza generazione, e che la definizione di immigrati è dunque totalmente inadeguata.
Il mio amico è particolarmente interessato al cambiamento costituzionale che riguarda la possibilità di togliere la cittadinanza a quelle persone che ne hanno due, nel caso siano implicate in operazioni terroristiche, perché questa è una questione d’attualità in Israele: la Knesset ha recentemente adottato una legge che permette di ritirare il permesso di soggiorno di residenti palestinesi a Gerusalemme implicati in azioni contro l’occupazione coloniale, ciò ne fa di conseguenza degli esiliati nel loro stesso paese d’origine.
Cerco di spiegargli che questo cambiamento costituzionale rimette in questione i valori stessi della repubblica e la nozione di cittadinanza che ha generato la Rivoluzione Francese, una delle più grandi conquiste della civiltà occidentale, e metterla in discussione è una regressione di portata storica. Ammetto che malgrado la sua grande cultura, fa fatica a seguirmi nel ragionamento e questo mi obbliga a parlargli dello statuto degli Ebrei sotto Vichy, e della cancellazione della loro nazionalità ad opera dello Stato Francese.
Per me, ed era ciò che mi avevano insegnato al liceo, nella repubblica, la nazionalità fa parte di colui che la possiede, per nascita o per naturalizzazione e non può essergli né presa né recuperata; fa parte del suo essere, così come il colore dei suoi occhi o le sue impronte digitali.
Per togliere agli Ebrei il loro statuto di cittadini Pétain e Laval hanno dovuto prima distruggere la République e il motto Liberté-Egalité-Fraternité per rimpiazzarli con lo Stato Francese e Lavoro-Famiglia-Patria.
Ciò che è particolarmente scandaloso in questa riforma costituzionale di Hollande-Valls
(sostenuti da una grande maggioranza di deputati, compresi molti di sinistra), è che attacca i principi fondamentali della repubblica pretendendo di mantenerne inalterata la struttura.
Capiamo allora la giubilazione di Marine Le Pen e di sua nipote: la République ha fatto un primo passo su un pendio scivoloso, passando dalla nazionalità come frutto della cittadinanza (la legge del suolo) ad una concezione biologista, essenzialista, nella quale è la legge del sangue che determina l’appartenenza alla nazione.
Come stupirsi allora del pogrom che stanno organizzando i nazionalisti corsi in un quartiere popolare di Ajaccio dove vivono molti “immigrati” d’origine musulmana, in rappresaglia all’attacco subito dai pompieri e organizzato da giovani del quartiere?
L’odio dei manifestanti, i loro propositi razzisti e la loro cieca violenza contro “gli altri” mi hanno ricordato le immagini della Notte dei Cristalli, esattamente 77 anni fa, quando folle di Tedeschi si dettero alla caccia degli Ebrei, “l’altro” di quell’epoca, segnando così il primo passo di un cammino che portò alla Soluzione Finale e al genocidio degli Ebrei d’Europa.
traduzione di Eugenia Foddai