Un gruppo di giovani dell’Altra Europa rilancia l’appello “Noi ci siamo”, quello del tavolo rosso ormai sparecchiato. «Facciamolo vivere tra la base»
di Giulio AF Buratti
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Il tavolo rosso s’è ribaltato, l’appello “anonimo” ha nomi e cognomi (quelli di chi ha ribaltato il tavolo), l’AltraEuropa non pervenuta (s’è svolta ieri l’assemblea della minoranza di PrimaLePersone), Rifondazione perde pezzi (è appena uscita la componente di FalceMartello) e Sel (almeno la sua componente più incline all’alleanza col Pd) litiga già con Sinistra Italiana (nome provvisorio, già i creativi sono stati interpellati per un nome più sexi), Possibile sta per tenere il proprio congresso, ma c’è chi rilancia l’appello per il soggetto unitario, quel “Noi ci siamo” che sembrava indicare in un’assemblea a gennaio l’agognato parto della “nuova sinistra”. Si tratta di alcuni giovani, con storie e provenienze diverse che partecipano a l’Altra Europa con Tsipras «e diciamo che adesso basta – si legge nell’appello rilanciato nei giorni scorsi – vogliamo sognare! Vogliamo che in Italia ci sia un soggetto politico della sinistra che sia all’altezza della sfida così come ce ne sono in altri paesi d’Europa. La mancanza di credibilità, la frammentazione e l’incapacità di incidere dei soggetti della sinistra italiana impongono un percorso costituente che porti al superamento delle organizzazioni attuali per come le conosciamo».
Il documento «Noi ci siamo, lanciamo la sfida», firmato a novembre da tutti i soggetti in campo, «era un primo passo importante». Definiva la possibilità di avviare in Italia un unico e unitario processo costituente, partecipato, per la costruzione di un soggetto politico della sinistra, considerava definitivamente conclusa la stagione del centro-sinistra e lanciava la sfida al Pd, al M5S e alla destra. Affidava al processo, alla partecipazione e al principio di una testa e un voto, e non ai soggetti che sottoscrivevano quel documento, il compito di affrontare i problemi ancora presenti (elezioni amministrative, forma del soggetto, rapporto con i soggetti preesistenti). Queste ragioni per noi sono sempre valide, per questo lo sottoscriviamo», scrivono Edoardo Annucci (Roma), Aurelio Lentini (Milano), Giordana Moltedo (Napoli), Layla Ulivieri (Riva del Garda), Filippo Zolesi (Firenze).
«L’avvio del 2016 vedrebbe quindi in campo più processi costituenti con il permanere di alcuni partiti esistenti, e chissà cos’altro ancora, aggravando la frantumazione della sinistra italiana e riaprendo le porte ad ennesimi cartelli elettorali. Non possiamo arrenderci a questo quadro devastante che congelerebbe nuovamente, e per anni, lo status quo e gli animi degli attivisti costretti a praticare il meno peggio. La nostra preoccupazione e rabbia ci impongono di cambiare questo contesto: dobbiamo tenere aperto il percorso delineato da “noi ci siamo”. Se il tavolo nazionale di confronto è saltato allora che il confronto lo si faccia in tutte le altri sedi su quella base: invitiamo le attiviste e gli attivisti di tutti i territori ad organizzare iniziative di dibattito e produrre documenti che, come il nostro e quello del Trentino, tengano aperto il percorso per un soggetto unico ed unitario, sovrano ed autonomo, firmando il documento «noi ci siamo, lanciamo la sfida» su cui c’era stato il massimo consenso dei soggetti coinvolti e che è ancora oggi una utile bussola. Facciamo vivere le nostre ragioni in ogni sede», si conclude l’appello mettendo a disposizione un sito «dal nome volutamente brutto (così è chiaro che non faremo un altro partito o un gruppo parlamentare o che): ilpopolorosso.org».