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Nuova perizia per Michele Ferrulli. Al via processo d’appello

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dal profilo fb di uno dei carabinieri indagati del processo Cucchi

Aperto oggi a Milano il processo d’appello contro quattro agenti di polizia per la morte di Michele Ferrulli. Disposta una nuova perizia

di Ercole Olmi

dal profilo fb di uno dei carabinieri indagati del processo Cucchi
dal profilo fb di uno dei carabinieri indagati del processo Cucchi

 

Si riapre in appello il processo a carico di quattro poliziotti sulla morte di Michele Ferrulli, il manovale di 51 anni che il 30 giugno 2011 morì a Milano per un arresto cardiaco mentre gli agenti lo stavano ammanettando. La Corte d’Assise d’appello del capoluogo lombardo, infatti, accogliendo la richiesta del sostituto pg Tiziano Masini, ha disposto una nuova perizia medico-legale per accertare le cause di alcune “infiltrazioni emorragiche” riscontrate sulla testa del manovale. Inoltre, la Corte ha deciso che vengano visionati in aula nuovamente, alla presenza dei consulenti delle parti, i filmati che hanno ripreso le fasi dell’arresto. In primo grado, nel luglio 2014 gli agenti erano stati assolti dalle accuse di omicidio preterintenzionale e falso in atto pubblico. A impugnare la sentenza sono stati il pm Gaetano Ruta, che aveva chiesto condanne a 7 anni di carcere, e i familiari di Ferrulli, parti civili nel procedimento, assistiti dagli avvocati Fabio Ambrosetti, Carlo Federico Grosso e Valentina Finamore.

Come Ilaria Cucchi, Lucia Uva, Andrea Magherini, tutti fratelli di vittime di malapolizia, anche Domenica Ferrulli ha pubblicato, nei giorni scorsi, sulla sua pagina Fb uno screenshot per denunciare il comportamento di alcuni dei tutori dell’ordine imputati o indagati nei processi per abusi commessi in divisa. In questo caso si legge che il maresciallo Mandolini, il primo ottobre 2014, giorno in cui vennero depositate le motivazioni dell’assoluzione dei 4 poliziotti per la morte di Michele Ferrulli, scrisse: “Chi è causa dei suoi mali … pianga se stesso …!!! Alle 20.00 si cena a casa e in famiglia e non si sta a schiamazzare ubriachi sotto le case della gente”.

 

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