Dal 1971 Msf fornisce ‘assistenza medica dove c’è più bisogno’. Oggi non usa mezzi termini per denunciare il “catastrofico fallimento dell’Ue su rifugiati, richiedenti asilo e migranti nel 2015”
di Giampaolo Martinotti
L’ultimo rapporto di Medecins Sans Frontieres (MSF) dimostra delle evidenze agghiaccianti: la rotta verso l’Europa, per i profughi e i migranti in fuga da guerre e povertà, è disseminata di abusi aberranti che si verificano anche sul territorio dell’Unione.
La relazione, che nasce da una dettagliata raccolta delle testimonianze dirette di operatori e pazienti di MSF e dai dati medici accumulati in decine di progetti, mette in evidenza come tali violenze siano il misero prodotto della militarizzazione e della chiusura dell’Europa ‘fortezza’. “Non solo l’Unione europea e i governi hanno fallito collettivamente nell’affrontare la crisi, ma con le loro politiche di deterrenza e una risposta caotica ai bisogni umanitari delle persone in fuga hanno di fatto peggiorato le condizioni di migliaia di uomini, donne e bambini già vulnerabili”, ha commentato duramente Brice de le Vingne, direttore delle operazioni di MSF.
L’irresponsabile blocco delle frontiere e l’ambiguità dei regolamenti adottati in materia di asilo sarebbero dunque alla base dei soprusi che avvengono sulle varie ‘rotte’ europee. Dalle testimonianze prende forma un quadro davvero disarmante che parte dalle atrocità perpetrate in Libia fino ad arrivare all’accoglienza riservata ai migranti da parte della polizia sulla ‘rotta balcanica’: percosse, arresti arbitrari, furti, ricatti.
Per quanto riguarda la ‘rotta orientale’, tra Grecia e Turchia, oltre alle violenze fisiche e alle inefficienze, vengono riportati addirittura dei tentativi di affondare le imbarcazioni compiuti da uomini in divisa. La situazione viene definita insostenibile, mentre l’impasse delle autorità elleniche è sorprendente: “Abbiamo chiesto alla Grecia di intervenire, ma a nostra conoscenza non ci sono state investigazioni avviate e concluse su questi fatti”, ha dichiarato Stefano Argenziano, coordinatore delle operazioni sulla migrazione di MSF.
L’Italia invece ha un sistema di accoglianza “funzionante ma largamente insufficiente”: questa situazione potrebbe essere fortemente legata all’inadeguatezza del governo e delle sue inesistenti politiche di integrazione. Mentre è ormai chiaro quanto il processo di avvilimento dei lavoratori voluto da Renzi condizioni in modo deleterio anche il lavoro degli operatori impegnati nell’assistenza ai migranti, come già affermato dall’intervistarealizzata un paio di mesi fa con un mediatore culturale in forza a una delle più importanti Ong presenti nel nostro paese.
MSF chiede che vengano immediatamente creati “canali legali e sicuri per i richiedenti asilo, percorsi di migrazione legali, schemi più ambiziosi di ricollocamento in Europa e un meccanismo ambizioso di ricerca e soccorso per salvare vite in mare”, investendo nell’accoglienza “secondo gli standard Ue invece che in misure deterrenti”, e sottolinea quanto sia fondamentale “l’assoluta eliminazione degli atti di violenza e degli abusi da parte delle autorità statali”.
“Nel 2015, gli stati europei hanno attuato politiche inumane per proteggere i propri confini da persone vulnerabili. Speriamo che nel 2016 non dovremo più proteggere queste persone dalle politiche europee”. Per materializzarsi l’augurio di Argenziano avrà senz’altro bisogno dell’impegno di tutte quelle forze sociali e politiche che si oppongono a un sistema europeo che promuove la libera circolazione delle merci ma non delle persone, che ha come unico paradigma il profitto, innalzato da tempo al di sopra dei diritti democratici e del valore della vita umana stessa.