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I “filantropo-capitalisti” sono un pericolo per la democrazia

La classe ultra-ricca dei “filantropo-capitalisti” insidia la democrazia globale. Quando fondazioni e ricchi individui finanziano lo sviluppo globale, che genere di “soluzioni” stanno perseguendo?

Pressenza London/di Sarah Lazare, Common Dreams

La classe ultra-ricca dei “filantropo-capitalisti” insidia la democrazia globale
(Foto di Louis Dalrymple – Puck Magazine 1903, Public Domain via Commons “Carnegie-1903”)

 

Da Warren Buffett a Bill Gates, non è un segreto che la classe dei filantropi ultra-ricchi abbia un’influenza eccessiva nel plasmare le politiche e le strategie globali.

Uno studio appena pubblicato dal Global Policy Forum, un osservatorio internazionale, sostiene che potenti fondazioni filantropiche -sotto il controllo di ricchi individui- stiano attivamente indebolendo i governi e impropriamente dettando l’agenda di organismi internazionali come le Nazioni Unite.

Le 27 maggiori fondazioni possiedono un patrimonio di oltre 360 miliardi di dollari, osserva lo studio firmato da Jens Martens e Karolin Seitz. Diciannove di esse hanno sede negli Stati Uniti e stanno espandendo la loro influenza sul sud del mondo in ogni settore, minando la democrazia e la sovranità locale.

In particolare, la loro spesa per lo sviluppo globale si sta impennando, dai 3 miliardi all’anno di più di un decennio fa ai 10 miliardi di oggi. Al primo posto sta la Fondazione Bill e Melinda Gates, con 2,6 miliardi nel 2012, che è anche il maggiore finanziatore non statale della Organizzazione Mondiale della Sanità.

Molte fra le persone più ricche del pianeta si stanno tuffando nella mischia, con 137 miliardari di 14 paesi che l’anno scorso hanno stanziato grandi somme per la filantropia. Alcuni di loro, come l’ex sindaco di New York Michael Bloomberg e l’amministratore delegato di Facebook Mark Zuckerberg, sono stati criticati per aver abusato del loro potere e della loro influenza nel perseguire politiche discutibili.

“Se questi e altri ultra ricchi mantengono i loro impegni, molti miliardi di dollari saranno messi a disposizione per fini filantropici”, osservano gli autori. “Si deve notare, tuttavia, che l’aumento delle  donazioni è solo l’altra faccia della medaglia del crescente divario tra ricchi e poveri”.

Come ha sostenuto venerdì scorso su Common Dreams il politologo Gary Olson, “Giusto per essere chiari, alcuni grandi filantropi hanno fatto un buon lavoro. Tuttavia, come ha dichiarato Peter Buffet (figlio di Warren), la filantropia serve soprattutto a far sì che i miliardari si sentano meglio, è una specie di “lavaggio della coscienza” che allo stesso tempo funziona per “mantenere in piedi l’attuale sistema di disuguaglianze…” plasmando la cultura.”

Ma c’è di più, avverte il rapporto: “L’influenza delle grandi fondazioni nel dettare l’agenda dello sviluppo globale, compresa la salute, il cibo, la nutrizione e l’agricoltura… solleva una serie di preoccupazioni sul modo in cui sta influenzando i governi e il sistema di sviluppo delle Nazioni Unite”.

I rischi del “filantro-capitalismo” sono molteplici, sostengono i ricercatori e comprendono la “frammentazione e l’indebolimento della governance globale”, “l’instabilità finanziaria” e la “mancanza di meccanismi di monitoraggio e di responsabilizzazione.”

“Che impatto ha inquadrare i problemi e definire soluzioni di sviluppo utilizzando per le attività filantropiche la logica di profitto tipica degli enti a scopo di lucro, ad esempio applicando nei settori della sanità e dell’agricoltura la gestione basata sui risultati o l’enfasi su soluzioni tecnologiche di successo a breve termine?” si chiede il rapporto.

Un esame ravvicinato delle dinamiche dei gruppi che controllano il flusso di cassa rivela numerosi motivi di preoccupazione.

“Attraverso i loro molteplici canali di influenza, le fondazioni Rockefeller e Gates hanno avuto molto successo nel promuovere un approccio basato sul mercato e sulle biotecnologie alle sfide globali della salute, fra la comunità dei ricercatori e dei programmatori sanitari – e oltre”, affermano gli autori.

Inoltre, prosegue il rapporto, “c’è una porta girevole tra la Fondazione Gates e le multinazionali farmaceutiche. Molti operatori della Fondazione avevano ricoperto incarichi presso aziende farmaceutiche come Merck, GSK, Novartis, Bayer HealthCare Services e Sanofi Pasteur”.

Riguardo ad agricoltura e allevamento, la Fondazione Gates sta minando in modi concreti l’autodeterminazione e le soluzioni locali. 

“La stragrande maggioranza dei fondi della Fondazione Gates per lo sviluppo agricolo si concentra sull’Africa”,rileva il rapporto. “Tuttavia, oltre l’80% dei 669 milioni di dollari destinati alle ONG è andato a organizzazioni con sede negli Stati Uniti e in Europa e solo il 4% è stato destinato a ONG con sede in Africa. Allo stesso modo, dei 678 milioni riservati a università e centri di ricerca, il 79% è andato a beneficiari negli Stati Uniti e in Europa e solo il 12 % a beneficiari in Africa”.

Le fondazioni Gates e Rockefeller sono state denunciate da gruppi di base internazionali, come il movimento contadino mondiale La Via Campesina, per il loro ruolo internazionale nell’esportare grandi modelli agricoli, nel privatizzare le politiche alimentari e nell’espandere il potere di aziende come la Monsanto.

Traduzione dall’inglese di Leopoldo Salmaso

pressenza

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