Eleonora Forenza, eurodeputata de L’Altra Europa con Tsipras – gruppo GUE/NGL, parteciperà da
oggi,
venerdì 19 a domenica 21 febbraio alla tre giorni di “Un piano B per l’Europa” a Madrid, a cui prenderanno parte le principali reti europee e tra gli altri Yanis Varoufakis, Lola Sanchez e Miguel Urban di Podemos, Alberto Garzon di IU, Oskar Lafontaine: «Si tratta di un’importante occasione di confronto sui temi dell’alternativa all’austerità, della democrazia, della sostenibilità ambientale, della mobilitazione contro i mega trattati come il TTIP, dell’autodeterminazione delle donne. Da questa tre giorni usciremo con un’agenda europea di mobilitazione comune, come fu per i Forum Sociali europei: riconnettere le lotte, i conflitti sociali, le vertenze e i movimenti è il nostro obiettivo, per un’altra Europa sempre più necessaria».
Anche la rete antiliberista e anticapitalista parte con una propria delegazione: ” A Madrid e, dopo Madrid, in Italia e in tutta Europa per costruire dal basso un “piano B” contro l’austerità, contro la guerra e per la democrazia – si legge in un comunicato – La Rete antiliberista e anticapitalista sarà nella capitale dello stato spagnolo, dal 19 al 21 febbraio, per prendere parte alla conferenza europea, promossa dall’appello Plan B Europa, per costruire uno spazio di convergenza europea contro l’austerità e per la costruzione di una democrazia autentica.La lezione greca ci spiega come l’assenza di un movimento internazionale efficace di appoggio al governo di Syriza ha facilitato lo scenario che ha condotto alla firma del terzo memorandum. Una parte della responsabilità la ebbe proprio il governo greco che preferì non incoraggiare tale movimento negli altri paesi, preferendo cercare alleati nei governi e nei partiti social-liberisti, non volendo apparire come una fonte di disordine né alimentare le resistenze negli altri paesi. Ma è stato un errore: un movimento organizzato in tutta Europa che avesse preteso giustizia per il popolo greco avrebbe potuto essere un’arma potente per le rivendicazioni di tutte le classi oppresse dell’eurozona.
Quella rete europea va costruita subito e messa in condizioni di poter costruire conflitto con i governi e relazioni tra i lavoratori, tra le donne e gli uomini in carne e sangue. Al di là della possibilità di rottura con le istituzioni europee (includendo la moneta se così esige la situazione), è fondamentale una strategia internazionalista che lotta contro un avversario che si organizza, appunto, su scala europea.
Perciò l’obiettivo della conferenza di Madrid non può limitarsi a un dibattito politico o strategico: abbiamo anche l’obbligo di costruire un movimento su scala europea contro l’austerità, i debiti illegittimi e odiosi e per la democrazia. L’assenza di un approccio internazionalista ha lasciato campo libero all’attuazione del progetto neoliberalista per l’Europa in tutta la sua asprezza. E, nei contesti nazionali scossi dalla crisi, frammentati dalle politiche di deregulation, desertificati dalle complicità nei governi di pezzi della sinistra radicale, hanno preso fiato risposte populiste e discorsi egemonizzati dalla estrema destra.
Questo nuovo movimento europeo, ancora da costruire, avrà bisogno di comitati di appoggio e di iniziative locali, territoriali e settoriali che accompagnino la sua costruzione. E’ quello che faremo al ritorno da Madrid. Non c’è tempo da perdere».