Coppie “disordinate”, lo stesso disturbo mentale unisce
[di Sergio Braga]
Beata saggezza popolare ancora una volta smentita: gli opposti non si attraggono. La verità sull’amore è pi allineata di quanto si pensi. Una ricerca Svedese ci dice che quando c’innamoriamoè di chi ci è più simile. La nostra scelta si basa su analogie comportamentali, fisiche e sociali. Guardiamo all’altezza, al livello educazione, allo status sociale o interessi culturali. La ricerca, pubblicata su Jama Psychiatry evidenzia l’anima gemella deve avere anche una condizione psichiatrica analoga alla nostra.
Una ricerca svedese
Utilizzando contenuti in un database con i dati medici e sociali anonimi di tutti i cittadini svedesi, i ricercatori hanno individuato 700mila persone ricoverate o dimesse dal 1973 al 2009 con una diagnosi con almeno una tra 11 diverse condizioni psichiatriche: schizofrenia, disordine bipolare, disordine dello spettro autistico, anoressia nervosa, dipendenza, disordine da deficit d’attenzione e iperattività (Adhd), disordine ossessivo-compulsivo, disordine depressivo maggiore, fobia sociale, agorafobia e disordine ansioso generalizzato.
All’interno di questo gruppo si sono cercati i dati riproduttivi e sul matrimonio per determinare se anche il partner avesse mai avuto una diagnosi per almeno uno di quegli stessi 11 disturbi. Interessate dalla ricerca, ovviamente, solo le coppie etero, visto il periodo preso in considerazione e la tipologia d’informazione della ricerca. Incrociando i dati i ricercatori di Stoccolma hanno cercato ed individuato coppie formate da partner entrambi con diagnosi psichiatriche. La ricerca ha stabilito che in queste coppie prevale l‘incidenza dello stesso tipo di disturbo in entrambi i partner, piuttosto che di disturbi diversi tra di loro. I dati dimostrerebbero quindi che una persona affetta, mettiamo, da depressione tenderebbe a scegliere un partner con lo stesso disturbo, invece che, per esempio una persona affetta da anoressia.
Psichiatria genetica, la diversità come Dna
“Complessivamente – dichiara Ashley Nordsletten, psicologa del Karolinska Institute di Stoccolma, Svezia, coordinatrice della ricerca – i risultati fanno pensare che le persone con diagnosi psichiatrica cercano partner, con un incidenza che esclude la casualità, con persone che hanno la medesima diagnosi”. Per quanto riguarda le malattie croniche non psichiatriche invece non è così: per il diabete tipo 1 e 2, la malattia di Crohn, la sclerosi multipla o l’artrite reumatoide, l’incidenza del fenomeno, secondo i dati esistenti, è assente o ha un incidenza trascurabile. Al di là di qualsiasi considerazione di carattere umano e sentimentale – chi può dire di avere la testa davvero a posto – la ricerca è importante soprattutto per la conoscenza genetica delle origini dei disturbi psichiatrico e della loro ereditarietà. Differente è amore.
non sapevo bene che taglio dare al mio commento, ci sarebbe da scrivere un saggio su queste inutili quanto spesso dannose ricerche, ma ora l’ho trovato sull’Ansa:
udite … udite signore e signori …”Le bionde sono le più intelligenti, uno studio smentisce lo stereotipo”. Hanno il Qi più alto rispetto castane, brune e rosse. Occhio!!!