Il comune di Barcellona applica la legge sulla casa e sulla povertà energetica appoggiata dalla Piattaforma anti-sfratti. Ci sono spazi legali in Catalogna per garantire il diritto a una casa dignitosa
BARCELLONA.- L’assessorato alla Casa del Municipio di Barcellona ha imposto le prime sanzioni a due imprese immobiliari che hanno sfrattato familias vulnerabili, famiglie deboli, senza offrir loro precedentemente l’opzione di un affitto sociale, cosa che viola la Ley 24/2015 de la vivienda y la pobreza energética approvata dal Parlamento de Catalunya all’unanimità.
Secondo informazioni dell’Ayuntamiento (Municipio), l’istituzione si è fatta carico della risistemazione delle famiglie e ha iniziato espedienti sanzionatori contro i violatori della legge, che possono arrivarer a multe fino a 90.000 euro. L’Ayuntamiento ha imposto le due prime multe.
La prima multa è stata imposta a Intacsa Integral Actividades, che denunciò il mancato pagamento dell’affitto senza aver offerto la opzione di un affitto sociale alla persona coinvolta, che si trovava a rischio di esclusióne residenziale. Nonostante l’assessorato alla Casa avesse invitato Intacsa a offrire una alternativa all’inquilino, la società immobiliare continuó il procedimento per sfrattarlo.
L’immobiliare Fincas Flash tanto meno offrì la opzióne di affitto sociale come alternativa allo sfratto quando costui smise di pagare le rate dell’affitto del suo domicilio. Anche Fincas Flash fu avvertita dall’Assessorato della Casa di possibili sanzioni, dato che la persona si trovava in pericolo di esclusióne residenziale, però egualmente la società continuó con il procedimento. Dopo lo sfratto, la famiglia coinvolta fu risistemata tramite la Mesa (tavolo) de Emergencias Sociales.
La Unidad Contra la Exclusión Residencial (Ucero) ha localizzato un caso grave di infravivienda (alloggi fatiscenti, come nei residence di Totti e dei palazzinari romani, ndr) situato nel quartiere di Vilapiscina y Torre Llobeta, il che può portare a una multa di 900.000 euro.
Si calcola che in questi spazi ci sia un totale di circa 10 occupanti, que pagherebbero affitti tra i 400 e i 500 € mensili per “case” di 15 metri quadrati nei quali sono ammucchiate tutte le parti della casa: dal water e la doccia fino alla cucina. L’impresa ubicó le “sub-abitazioni” in cortili interiori o in terrazze mediante muri semplici di mattoni e tetti piani.
L’ayuntamiento ha iniziato un procedimento per dichiarare la situazióne di infravivienda e proibire questo uso nell’edificio.
[tradotto da Publico da Brescia Anticapitalista]