Il potere dei segreti di Marco Lillo, un libro da leggere sull’Italia delle congreghe che imperano
di Claire Lacombe
E’ uscito da pochi giorni il nuovo libro di Marco Lillo, Il potere dei segreti. Marco Lillo è un giornalista del Fatto. Molti e significativi sono stati gli scoop nella sua carriera: le lettere di Ratzinger in connessione coi guai che attanagliano il Vaticano, rivelazioni sullo scandalo MPS, l’entrata nel capitale di una partecipata della HERA di Bologna da parte dei casalesi e dei Cosentino di Nick ‘o mericano. Nel precedente libro scritto con Lirio Abbate, i Re di Roma, erano stati approfonditi gli intrecci della banda Buzzi-Carminati con il cuore pulsante della criminalità romana, che arrivavano alle istituzioni, ai ricatti e al terrore che regnava in alcuni ambiti romani.
Il Potere dei segreti nasce dalla scoperta di una vena sotterranea da cui affiorano vari fiumi dominanti del malessere italiano: lo strapotere delle congreghe che decidono le norme al di là dei parlamenti eletti, l’aggiudicazione degli appalti e delle commesse pubbliche, la carriera dei funzionari pubblici. Lillo conosce alcuni atti e soprattutto alcune intercettazioni operate dalla DIA di Reggio Calabria. Una cosa colpisce in maniera preliminare e impressionante, nella miriade di conversazioni si parla sovente, a proposito di sodali o di compagni di cordate, di fraterni amici ovvero amici fraterni: che coincidenza, mah!!
Nella vena sotterranea dell’Acheronte i traghettatori sono il duo Votino/Aiello. Isabella Votino è un’ombra che segue Maroni sin dai tempi della sua nomina a Ministro dell’interno (Maroni ricordiamo è l’unico ministro dell’interno di un paese occidentale noto per una sua condanna definitiva come azzannatore di polpacci di poliziotti, cosa che nessuno più rammenta) con nomine di staff importanti fino ai tempi recenti come portavoce al Pirellone a Milano. Domenico Aiello è un avvocato milanese di origini calabresi; ma soprattutto è l’avvocato di Maroni e della Lega Nord. Le carte e le intercettazioni di Lillo sono quelle che partono dall’inchiesta Breakfast del 2012, che portarono ad indagare Francesco Belsito, il tesoriere della Lega Nord, per riciclaggio. In poche parole il tesoriere della Lega che tuonava contro il Sud e le sue mafie riciclava soldi per la ndrangheta (oggi Belsito, rinviato a giudizio, si fa vedere in ambienti della destra estrema, il nuovo MSI).
Come in una ragnatela/Dedalo Lillo recuperando il filo arriva alle orditure che nella lotta fratricida leghista demoliscono il veronese Tosi. Lillo scava nelle storie di Maroni dove riscontra il suo proscioglimento nel 2009 per finanziamento illecito a partito per dazioni di 5000 euro mensili (la Votino ne percepiva 1500) in quanto il PM si convince della difesa di Aiello, anche se non c’era traccia scritta di relazioni dovute alla presunta consulenza, in quanto poteva essere “sufficiente l’espressione di pareri orali o la partecipazione a riunioni”.
Ma Aiello è uomo dalle mille conoscenze: frequenta e ha confidenza con giornalisti, manager pubblici, industriali ma soprattutto PM e procuratori della repubblica. Tra i tanti suoi clienti Aiello aveva Mastrapasqua, mister millecariche. E’ curioso leggere le pagine su Mastrapasqua e i suoi intercettati dalla DIA. Mastrapasqua intercettato dice che il Comandante generale dei Carabinieri è suo fraterno amico, il Comandante della GDF è pure ovviamente suo fraterno amico. Fatto sta che in una prima indagine romana Aiello riesce a far prosciogliere Mastrapasqua; in una seconda Mastra è ormai scaricato dal Governo e finisce comunque agli arresti.
Nel corso del libro si arriva pure alle storie dietro le quinte del prefetto Tronca e della Guidi, ministro di osservanza pdl/Lega del Governo Renzi, e del di lei padre.
Bisogna leggerlo questo libro e leggerlo come un noir; sembra di essere nella Los Angeles corrotta degli anni tra il 1930 e il 1950 –manca però una Black Dahlia- ma è la realtà del Palazzo del 2016.