E’ la stessa cultura integralista degli squadristi quella che trapela dalle dichiarazioni del cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza Episcopale Italiana
di Andrea Maccarrone
Le affermazioni del Cardinale Angelo Bagnasco sulle Unioni Civili sono espressione della medesima cultura integralista degli squadristi di Forza Nuova. Parole gravi, offensive e violente. Sul piano politico la migliore risposta al Cardinale l’ha data il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che nel suo messaggio per la Giornata Mondiale contro l’Omofobia e Transfobia ha affermato tra l’altro che “la Costituzione richiede, all’articolo 2, di garantire il pieno rispetto dei diritti fondamentali di ognuno, non solo come singolo ma anche nelle formazioni sociali in cui si realizza la sua personalità”. E la Corte costituzionale ci ha ricordato che la realizzazione di questi diritti, non può essere condizionata dall’orientamento sessuale. Ma importante è anche il suo esplicito richiamo all’articolo 3 della Costituzione che richiede eguaglianza di diritti e divieto di discriminazione.
Nella società però la risposta a Bagnasco, e a chi come lui continua a spargere odio e omofobia proprio in questa giornata, la diamo tutte e tutti noi con la nostra visibilità e il nostro orgoglio. Si rassegnino, è finito il tempo in cui ci si nascondeva e vergognava e in cui incassavamo nel silenzio o nell’indifferenza insulti, discriminazioni e aggressioni. Per noi tutti i giorni sono giornate contro l’omofobia e la transfobia, giorni di lotta per sconfiggere pregiudizi, liberare desideri, corpi, sogni e vite, per conquistare un pezzo in più di eguaglianza dei diritti, di dignità di visibilità e di liberazione.
Dopo le incursioni e le minacce di Forza Nuova al Gay Center, in piazza Campidoglio e ad un convegno a Gaeta, non stupisce affatto l’allineamento dell’integralismo cattolico alla Bagnasco e della candidata di destra, Meloni. Tutti assieme rappresentano il peggio della politica e della chiesa, quello che Roma si vuole lasciare alle spalle, e ci ricordano che la lotta all’omofobia va necessariamente assieme all’antifascismo, al contrasto a integralismi e razzismo. Per questo ci vediamo domani davanti alla Prefettura alle 15, al presidio convocato dalle Madri per Roma Città Aperta assieme alla rete delle realtà antifasciste romane per protestare contro l’incredibile agibilità che le organizzazioni neofasciste hanno garantita nella nostra città.