Sabato scende in piazza l’antifascimo romano. Nella capitale Casapound non è la benvenuta. L’ANPI si mobilita e chiede di bloccare la manifestazione razzista indetta dai fascisti
di Giampaolo Martinotti
Dopo le ultime veementi contestazioni all’indirizzo di Matteo Salvini, i gruppi antifascisti, antirazzisti e antisessisti della capitale hanno convocato una manifestazione per difendere piazza Vittorio, fulcro del multiculturalismo romano, dagli attacchi della intollerabile retorica fascista che gli squadristi di Casapound vorrebbero portare in corteo per le strade di una città medaglia d’oro alla Resistenza. L’appuntamento è il frutto di una importante assemblea, organizzata nei giorni scorsi presso l’università La Sapienza di Roma, dalla quale è scaturita la ferma volontà di opporsi in maniera unitaria alla manifestazione lanciata per sabato 21 maggio da Casapound in collaborazione con i neonazisti greci di Alba Dorata e altri groppuscoli xenofobi d’Europa. Un raduno, quest’ultimo, dai chiari lineamenti razzisti.
Una vera e propria messinscena vergognosa che i romani non vogliono autorizzare e che merita, al di là dei nulla osta rilasciati da autorità svogliate o compiacenti, di essere fermata. Sia chiaro, la benché minima agilità politica accordata a questa accozzaglia neofascista, un gruppo che una sconcertante nota informativa della polizia di prevenzione definiva “bravi ragazzi molto disciplinati”, rappresenta esclusivamente una ulteriore e insopportabile dose di inciviltà per una città come Roma. All’interno di una campagna elettorale dai toni degradanti, i fascisti del III millennio rappresentano perfettamente una parte della destra romana più aggressiva, la stessa che tiene in ostaggio la popolazione di origine gitana e vomita parole di puro odio nella vile speranza di seminare intolleranza e razzismo a scopi politici.
Alimentare il malessere degli strati sociali più martoriati dall’aumento delle disuguaglianze e della povertà è la prerogativa di chi vorrebbe affrontare il disastro socio-economico del nostro paese con ricette reazionarie. Casapound è un crogiuolo di becero populismo dai sentimenti razzisti e xenofobi che, strumentalizzando la crisi provocata dalle sciagurate politiche neoliberiste a loro tanto care, mostra tutta la sua violenta fragilità, riproponendo i soliti confusi ritornelli alla base di una propaganda disgustosa e pregna di quel revisionismo storico che i neofascisti amano predicare. Ma l’estrema destra nostrana, seppur marginale, non è solo il frutto più acerbo del pluridecennale processo di lobotomia culturale e di impoverimento imposto dalle classi dominanti internazionali.
Intimidazioni, aggressioni documentate o espisodi di intolleranza, che spesso restano impuniti, sono il risultato dell’agibilità concessa a un’organizzazione dallo spirito profondamente razzista e dall’omofobia così radicata al suo interno. La capitale non può essere la passerella per la destra sociale più misera e impresentabile e, in questo senso, l’ANPI di Roma ha chiesto a gran voce alle autorità e alle istituzioni competenti di revocare la scandalosa autorizzazione accordata al gruppo di provocatori d’estrema destra. Anche le Madri per Roma città aperta si sono schierate apertamente contro il corteo per l’odio razziale.
Sabato 21 maggio alle ore 9 all’Esquilino scende in piazza l’antifascimo romano,un’umanità che non vuole costruire muri e barriere ma tetti, scuole e ospedali, per uscire dall’apartheid neoliberista e realizzare un società solidale e multiculturale, fondata sulla giustizia sociale e sull’uguaglianza, sulla difesa e l’inclusione degli emarginati. Una società dove non c’è spazio per alcun fascismo.