Parla Ken Loach. Per il regista sarebbe inutile mostrare al governo conservatore il suo film “I, Daniel Blake”, vincitore della Palma d’Oro
di Hannah Ellis-Petersen, traduzione di Giampaolo Martinotti
Il regista Ken Loach non vuole che David Cameron guardi il suo ultimo film, che tratta di disoccupazione, della povertà e dell’aumento dei banchi alimentari in Gran Bretagna oggi, perché punire i poveri fa parte del progetto del primo ministro.
La scorsa settimana, Loach è diventato il primo regista britannico ad aver vinto la Palma d’oro a Cannes per due volte dopo che il suo I, Daniel Blake, una polemica sullo stato sociale, è stato premiato. Il 79enne regista aveva già annunciato che avrebbe smesso con la regia, ma era talmente infuriato dalla condizione dei poveri sotto l’odierno governo conservatore da abbandonare l’idea di smettere per fare un nuovo film che affronta il costo umano delle sue politiche.
La recensione di I, Daniel Blake: la polemica sullo stato sociale di Ken Loach è diretta, maestosa e brutalmente toccante. Ci sono sfumature di Dickens e Orwell in questo dramma enfatico su di un uomo disabile strangolato dalla burocrazia del sistema dei benefits. Ma parlando alla premiere di Versus, un documentario a proposito della sua vita e del suo lavoro, Loach ha detto di pensare al fatto che non avrebbe senso per “Cameron e co” guardare il film «perché questo è il loro progetto, questo è quello in cui credono…questa è una parte di quello che vogliono che accada». Ha dichiarato: «Non è un caso che i poveri siano puniti per la propria disoccupazione. Questo è il loro progetto, questo è lo scopo, questo è quello che deve succedere perché il loro modello di società produce disoccupazione e se la gente mette in discussione quel modello allora loro sono persi…Non c’è nessun motivo per fargli vedere il film».
Loach è notoriamente schietto nella sua condanna del Partito Conservatore e dei suoi attacchi al welfare che hanno fatto aumentare la povertà in tutto il Regno Unito e hanno portato alla nascita dei banchi alimentari. In passato, Loach è diventato così critico del Partito Laburista, nella morsa “dei gruppi di destra Blairiani”, che ha co-fondato il partito della Sinistra Unita nel 2013 per sfidare lo status quo capitalista.
A un certo punto Left Unity è arrivata ad avere circa 1500 iscritti, perdendone poi 400 dopo l’elezione di Jeremy Corbyn come leader laburista. Loach aveva dichiarato che la leadership di Corbyn gli aveva restituito la fede nel Labour come partito politico che «lotta per gli interessi della gente comune». Ha ammesso inoltre che stava pensando al ricongiungimento con il Labour «perché è lì che saranno combattute le battaglie, nei partiti elettorali, nei sindacati, nelle organizzazioni comunitarie, e questo è un ottimo motivo per unirsi al Partito Laburista». Tuttavia, Loach ha ammesso che sarebbe rimasto in Left Unity per il momento, in modo da non “accorciare la coperta e scoprire i piedi” delle persone che vogliono la continuità del partito.
Il documentario include la rivelazione che, all’età di 11 anni, Loach spiccava come candidato del Partito Conservatore alle elezioni della sua scuola. «Allora ero solo un ragazzo e non capivo cosa c’era sotto», ha dichiarato con una risata.
Sulla base del proprio utilizzo di piattaforme come la BBC e Channel 4 per trasmettere alcuni dei sue opere politicamente più sovversive, come Cathy Come Home nel 1966 che affrontava la povertà e la situazione dei senza tetto, Loach ha lanciato un appello ai registi per «rimanere dentro alle grandi istituzioni per lottare dall’interno». Ha detto che la BBC oggi ha un atteggiamento «autoritario, di censura e di controllo» che deve essere messo in discussione. «Penso che sia davvero difficile [creare film sovversivi] a causa della cultura di microgestione nelle grandi imprese televisive», ha aggiunto.
«So che con le nuove tecnologie le persone sono in grado di creare dei film in maniera semplice e indipendente, ma spero che non si arrendano e che combattano all’interno delle grandi organizzazioni perché sono le nostre. La BBC è nostra, maledizione».
Pur essendo l’unico britannico a poter vantare due Palma d’Oro al suo nome – la prima gli è stata assegnata per The Wind That Shakes the Barley nel 2006 – Loach ha minimizzato il suo successo al festival di Cannes con I, Daniel Blake. «C’è stato un pubblico generoso e una giuria amichevole», ha detto con una risata. «È stato un po’ come giocare in casa con un buon arbitro».