Dispossession: un documentario indipendente per denunciare l’attacco del governo britannico al social housing nel Regno Unito. Intervista con il regista
di Eva Milan*
Quest’anno David Cameron ha dichiarato la sua intenzione di “spazzare via la povertà” demolendo gli edifici fatiscenti in tutto il Regno Unito, con l’annuncio del Housing and Planning Act, un disegno di legge sulle politiche abitative e l’edilizia sociale che gli oppositori non esitano a definire la fine del social housing. Infatti, il progetto di legge rappresenterà la peggior minaccia alla storia e alla cultura centenaria del social housing britannico dai tempi di Margaret Thatcher, le cui riforme negli anni ‘80 introdussero il devastante Right to Buy (diritto all’acquisto dell’appartamento da parte dell’affittuario a un prezzo vantaggioso), aprendo l’edilizia popolare al libero mercato, al profitto, alla speculazione e alla privatizzazione. Dopo sei anni di tagli per due terzi degli investimenti statali e di sostegni alla compravendita dei privati, con il conseguente aumento degli affitti e della gentrificazione, le case popolari sono diminuite di 100.000 unità abitative dal 2010. Il Chartered Institute of Housing ha calcolato che entro il 2020 saranno scomparse 370.000 unità abitative sotto la gestione attuale dei conservatori. Quest’anno il ministro George Osborne ha tagliato tutti i fondi per la costruzione di nuovi edifici popolari, spaccando un consenso trasversale che perdurava sin dall’Addison Act nel 1919. Durante l’ultima legislazione, i sussidi per la casa sono stati tagliati in ben tredici tornate, riducendo il sostegno di 5 miliardi di sterline in un periodo in cui i costi abitativi sono saliti alle stelle. Presto accadrà di peggio. Le associazioni denunciano che se l’attuale parlamento taglierà più del doppio di quest’importo, e se il ministro continuerà con il suo osceno abbattimento dei sussidi, si assisterà alla chiusura su larga scala di case di accoglienza per i senzatetto, ostelli e servizi di assistenza. I segnali di allarme sono già gravi: dal 2010 il numero dei senzatetto nel Regno Unito è raddoppiato, e quello censito dai comuni è aumentato di un terzo.
Tutto questo e molto altro sarà denunciato in un documentario indipendente, Dispossession: The Great Social Housing Swindle. Il lungometraggio è diretto da Paul Sng, regista dell’acclamato Sleaford Mods – Invisible Britain (2015) e dal regista televisivo e pluripremiato Lee Skelly (BBC, Channel Four). Il film è co-prodotto da LG, Mickey O’Brien e il produttore associato Kiran Acharya. Dispossession indagherà su come lo Stato ha collaborato con il settore privato per demolire gli edifici destinati al social housing e costruirne di nuovi fuori dalla portata della maggior parte della popolazione. Racconterà le storie di singoli e famiglie sradicati dalle loro case e dalle loro comunità, costretti a trasferirsi lontano dalle loro reti di sostegno. Popoff ne ha parlato con il co-regista Paul Sng, il quale spiega perché questo film è fondamentale per informare e costruire un’opposizione ai piani del governo.
Com’è nata l’idea del documentario? Perché avete scelto un tema che non sembra figurare fra le priorità delle agende mediatiche e tra le maggiori preoccupazioni del pubblico?
Paul Sng:Conosco Lee da quando avevo 11 anni, andavamo a scuola insieme. Ho iniziato da poco a girare lungometraggi, mentre Lee lavora come regista da oltre dieci anni. Dopo l’uscita del mio primo film l’anno scorso (Sleaford Mods – Invisible Britain), abbiamo ipotizzato un’eventuale collaborazione. Eravamo entrambi sconvolti dal degrado e il fallimento dei passati governi nel provvedere in maniera adeguata alla crisi abitativa nel Regno Unito, e quando abbiamo sentito le dichiarazioni di Cameron sulla demolizione degli “edifici che colano a picco”, abbiamo deciso di fare un film su come il sistema è responsabile di questa crisi.
All’estero il Regno Unito è sempre stato considerato un paese all’avanguardia per la sua lunga storia di politiche sociali abitative iniziate alla fine dell’800 con la rivoluzione industriale, raggiungendo circa il 40% della popolazione residente in case popolari negli anni ‘70. Come si è costruita questa stigmatizzazione e propaganda per indebolire questo immaginario e influenzare il pubblico? In cosa consiste l’inganno di cui parla il documentario?
Molti edifici destinati al social housing negli anni sono stati abbandonati al degrado, sia in termini di adeguata manutenzione e ristrutturazione, ma anche nel modo in cui sono stati rappresentati nelle arti e sui media. Lo stigma è affiorato con la demonizzazione della classe operaia negli ultimi anni. Le disuguaglianze e il pregiudizio possono avere un effetto negativo sulle persone che vivono nelle case popolari, fino al punto di sentirsi guardati dall’alto in basso. Al centro di Londra, alcuni edifici si trovano in zone di prestigio – i proprietari delle aree immobiliari vogliono demolire questi edifici per costruire appartamenti di lusso e venderli al massimo profitto.
Sembra che l’abbattimento del sistema dell’edilizia sociale durante i passati decenni ha avuto come conseguenza principale l’aumento generalizzato del prezzo degli affitti, insieme al nuovo disegno di legge che favorisce l’acquisto da parte dei privati grazie a una nuova estensione del Right to Buy, equiparando gli affitti del social housing a quelli del mercato mediante la regola del Pay to Stay basata sul reddito dell’inquilino, e imponendo ai Comuni di vendere gli appartamenti di maggior valore. Quali saranno le conseguenze dell’intera riforma? Inoltre, vedi il rischio di una “guerra tra poveri” e un inasprimento dell’intolleranza razziale come conseguenza sociale?
In molti puntano il dito contro gli immigrati come una delle cause della crisi abitativa, ed è una cosa davvero insensata. Non mi sorprenderebbe se il governo adottasse la strategia del “divide et impera”. Si usano già gli immigrati come capro espiatorio, ed è un’idiozia.
Un aspetto del nuovo disegno di legge (Housing and Planning Act) riguarda la fine della locazione permanente. Quali saranno le conseguenze per le comunità e le famiglie che vivono nelle case popolari?
Penso che la fine della locazione permanente sia una pessima notizia per quelle comunità. Famiglie di intere generazioni sono cresciute in case popolari consolidando amicizie e rapporti di fiducia tra vicini. È anche disastroso per le persone più deboli che hanno bisogno di assistenza, e non c’è alcuna garanzia che la casa di famiglia resti tale finché sia necessario. Come si comporta la maggior parte dei media britannici nei riguardi del Housing and Planning Act? Sono dalla parte del governo, usando quella stigmatizzazione di cui parlavamo, oppure ignorano il problema?
Il Guardian e l’Independent stanno fornendo un’ottima copertura e analisi del progetto di legge. L’informazione della stampa conservatrice è stata piuttosto scarsa, come ci si aspettava.
Ci sono movimenti sociali che si stanno opponendo ai piani di smantellamento del social housing? Oltre al vostro documentario, esistono campagne di sensibilizzazione su questo problema, a livello di organizzazioni non-profit o istituzionali?
Sì, esistono diverse organizzazioni. ASH (Architect for Social Housing), Axe the Housing & Planning Act (precedentemente Kill the Housing Bill), Digs, Focus E15, The Radical Housing Network, oltre a vari gruppi che si stanno adoperando per salvare alcuni edifici dalle demolizioni.
Il documentario esamina soluzioni alternative per la crisi abitativa? Sì, formuleremo delle soluzioni alternative alle demolizioni e sulle politiche adottabili per risolvere la crisi.
Per produrre il documentario, siete ricorsi al crowdfunding. Dalla tua esperienza, trovi che sia un modo efficace per finanziare progetti di film indipendenti? Qual è stata la risposta al vostro appello?
Sì, funziona. C’è voluto del tempo, ma adesso siamo arrivati a finanziare oltre un terzo a pochi giorni dalla scadenza. Speriamo di riuscire a coprire il budget.
Come avete pensato di distribuire il film? Sarà disponibile al pubblico sul web oppure state pensando a proiezioni pubbliche, festival, canali televisivi?
Valuteremo le possibilità. Idealmente mi piacerebbe che fosse trasmesso in tv, dove avrebbe maggior visibilità.
Pensi che il film sia rivolto esclusivamente al pubblico britannico, o la sua denuncia interessi anche altri paesi dell’Unione Europea che stanno subendo le politiche neoliberiste e i piani di austerity?
Credo che alcuni aspetti siano specifici per il Regno Unito; la nostra crisi sul social housing è causata da una serie di eventi specifici accaduti nel paese. Innanzitutto, l’introduzione del Right to Buy nel 1980 e il conseguente fallimento dei governi successivi nel rimpiazzare il numero delle unità abitative acquistate dagli inquilini. Il problema generale della crisi abitativa è riscontrabile in tutta l’Unione Europea – ci sono migliaia e migliaia di edifici vuoti in tutta Europa e un numero significativo di senzatetto. Il sistema ha fallito nell’assistere tutte le persone che hanno subito la crisi e non hanno più una dimora permanente.
Partecipando al crowdfunding per Dispossession, i sostenitori possono scegliere alcune ricompense, ad esempio una bellissima t-shirt oppure l’album della colonna sonora di Mickey O’Brien (La Roux). Puoi raccontare come è nata la collaborazione con questa musicista?
Ho incontrato Mickey al Glastonbury Festival l’anno scorso. Venne a vedere Invisible Britain e abbiamo iniziato a parlare di un’eventuale collaborazione. Quando abbiamo progettato Dispossession, le ho proposto di comporre la colonna sonora e anche di lavorare come co-produttrice del film. È un’eccellente musicista ed è interessata ad impegnarsi in temi sociali, ero quindi certo che avrebbe fatto un ottimo lavoro per la colonna sonora.
Qual è il tuo appello a sostenere il crowdfunding di Disposession verso un pubblico straniero, come quello italiano?
Credo sia importante che ci sia solidarietà tra i cittadini dei diversi paesi e sostenersi a vicenda per organizzare una battaglia collettiva contro il neoliberismo, che si è radicato nei governi occidentali. Nei paesi europei è molto difficile eleggere un governo socialista – i media sono di proprietà delle élite, è necessario quindi trovare alternative per diffondere un’informazione che sfidi il sistema. Nel Regno Unito in questo momento abbiamo l’esempio della BBC che è piuttosto riluttante nell’informare sulle spese illegali del Partito Conservatore durante la campagna elettorale del 2015.
Per sostenere “Dispossession: The Great Social Housing Swindle” A documentary exploring the failures and deception behind the social housing crisis in Britain: https://www.indiegogo.com/projects/dispossession-the-great-social-housing-swindle–3#/ Con una donazione è possibile scegliere tra le ricompense una T-shirt, l’album della colonna sonora, e il proprio nome nei titoli del film. *Eva Milan, musicista, mediattivista.