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Istanbul, il fumettista italiano intrappolato in aeroporto

“Cercavo il gate del mio volo. Poi ho visto una marea di gente correre in direzione opposta alla mia”. Istanbul, Claudio Calia è in viaggio verso Erbil per  tenere incontri sul fumetto in centri giovanili gestiti da Un ponte per.

dal profio fb di Calia: "uso terapeutico del fumeto"
dal profio fb di Calia: “uso terapeutico del fumeto”

ROMA – Sta bene e, probabilmente, ripartirà questa notte per Erbil, la prima tappa del suo viaggio per raccontare l’Iraq a fumetti. Dopo aver passato la notte in aeroporto a Istanbul, Claudio Calia, 39 anni, fumettista di Treviso, ora è a casa di un’amica in attesa del volo che lo porterà nel Kurdistan iracheno. “Ero partito da Bologna, ho fatto scalo a Istanbul e stavo cercando il gate del volo per Erbil – ci racconta al telefono – . Non lo trovavo e stavo gironzolando per l’aeroporto, improvvisamente ho visto una marea di gente correre in direzione opposta alla mia. Non capivo cosa stava succedendo, non avevo sentito le esplosioni, poi ho visto che tutto ciò che si trovava alle loro spalle era chiuso, i bar, le biglietterie, tutto, e ho visto le vetrate rotte”. La notizia dell’attentato è arrivata via sms, dall’Italia. “È stato uno dei miei editori, di BeccoGiallo, che mi ha scritto ‘bombe, spari all’aeroporto di Istanbul, tutto bene?’ – continua – Io ho pensato a uno scherzo, ma poi mi ha detto che stava succedendo davvero”.

L’attacco  – uomini armati di pistole e kalashnikov hanno sparato sulla folla e poi si sono fatti esplodere – il cui bilancio al momento è di 41 morti (di cui 13 stranieri) e di 243 feriti, è avvenuto intorno alle 22 all’entrata delle partenze internazionali, mentre Claudio Calia si trovava ai gate, in una zona più rialzata, “da lì ho iniziato a vedere le ambulanze caricare i feriti e la polizia”. I voli sono stati cancellati, anche quello di Claudio Calia, e l’aeroporto chiuso. “Ci hanno fatti defluire verso le uscite, c’erano migliaia di persone – continua – Chi ci dava le informazioni parlava in turco e abbiamo faticato a capire cosa succedeva e dove ci stavano portando. 

Il racconto del fumettista intrappolato in aeroporto
Istanbul Strage racconto fumettista

Alle nostre spalle intanto la sicurezza stava bonificando l’aeroporto, perquisendo i bagni, il duty free, tutto”. All’uscita dell’aeroporto i viaggiatori sono saliti su pullman per essere accompagnati in hotel, in centro, “io sono stato fortunato – spiega Calia – Ero in contatto con un’amica e ora sono a casa sua, lei parla turco e mi ha aiutato a spostare il biglietto. Per gli altri la trafila è stata lunga perché non è stato facile trovare posto negli hotel”.

Claudio Calia è in viaggio verso l’Iraq con un progettodell’associazione Un Ponte per promosso da Arci per raccontare l’Iraq a fumetti. In un video pre-partenza racconta: “L’Iraq mi fa venire in mente il 1991 e la mia prima manifestazione studentesca. Oggi a 25 anni di distanza vado a vedere cosa abbiamo combinato in quelle terre”. Obiettivo del progetto è la realizzazione di 4 incontri sul fumetto in 4 centri giovanili gestiti dall’associazione in Iraq. “Mi sono preparato una lezione, con materiali multimediali per spiegare cos’è il fumetto, ma l’obiettivo è far lavorare i ragazzi per raccontare, con una tavola a fumetti, cosa fanno nel centro”, spiega Calia. Da questa esperienza verrà realizzato per Arci un opuscolo a fumetti sui centri giovanili e un libro a fumetti sull’Iraq pubblicato da Un Ponte per insieme a BeccoGiallo che uscirà a primavera 2017. (lp)

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TAG: TURCHIA

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