Il ballottaggio delle presidenziali in Austria va rifatto. Lo ha deciso la Corte costituzionale austriaca.
di Checchino Antonini
Lo scorso 24 maggio la tragedia non è andata in scena, ma il dramma continua. E ora la Corte costituzionale ha deciso il riconteggio, all’indomani di un susseguirsi di colpi di scena su scala europea, dalla Brexit al voto spagnolo.«Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia», ha detto a Vienna il presidente della Corte costituzionale Gehrart Holzinger prima di pronunciare la sentenza con cui è stato accolto il ricorso presentato dall’Fpoe lo scorso 22 maggio. È la prima volta che viene annullato un ballottaggio in Austria. Al ballottaggio era risultato eletto il verde Alexander Van der Bellen con uno scarto di meno di un punto percentuale, pari a circa 30 mila voti, rispetto al leader dell’estrema destra Norbert Hofer. Il nuovo voto si dovrebbe tenere tra settembre e ottobre.
Un mese fa era stata sventata grazie soprattutto ai voti per corrispondenza, l’elezione di un nazista bell’ebuono. Era stato eletto il candidato indipendente Alexander van der Bellen, sostenuto dai Verdi (Die Grünen) e arrivato secondo al primo turno delle elezioni presidenziali austriache del 24 aprile scorso. Spettacolare la rimonta rispetto a Norbert Hofer, il candidato dell’estrema destra della FPÖ (Freiheitliche Partei Österreichs, Partito della libertà d’Austria), che al primo turno aveva un vantaggio di quasi il 14 % e che era quasi unanimamente dato per inevitabile vincitore.
«Vittoria sul filo di lana, però – aveva commentato anche da queste colonne Antonio Moscato – 50,3 % a Van der Bellen, contro il 49,7 % a Hofer, con un distacco dello 0,6 %, equivalentie a un pugno di voti, poco più di 30.000… Quel che basta comunque per fare tirare un sospiro di sollievo alle cancellerie di mezza Europa. Sì, ma per quanto? Un’estrema destra che sfiora il 50 % in un Paese sicuramente piccolo, ma non trascurabile come l’Austria, è un sonoro campanello d’allarme, l’ennesimo dopo la serie di successi, parziali o totali, conseguiti in vari Paesi da movimenti e partiti populisti non solo eurofobi, ma anche xenofobi e a volte fascisteggianti».
Ecco chi è Norbert Hofer che rischia di diventare presidente in Austria e chi sono i suoi elettori. Il fallimento della «Grande coalizione», un avvertimento per l’Europa.