Jeremy Corbyn sta attualmente affrontando una contestazione alla sua leadership dai ‘colleghi’ deputati del Partito Laburista. Il motivo è che in politico progressista, mentre i deputati a lui contrari sono più conservatori e comprendono l’ala destra del partito. Stiamo quindi assistendo, secondo le parole del Finacial Times di Londra, a un tentativo di “golpe” guidato da una congrega funzionari laburisti blairiti.
Eliminare il mito
Per prima cosa scartiamo il mito secondo cui questo riguarda la brutta prestazione di Corbyn nel referendum sulla Brexit. Primo, Corbyn non è andato male – è stato David Cameron a fallire completamente. In effetti, il 63% dei sostenitori del Partito Laburista hanno votato ‘Rimanere’, mentre il 37% ha votato ‘Uscire’. Paragonate questo con gli elettori del Partito Conservatore: soltanto il 42% ha votato per ‘Rimanere’, ma il 58% ha votato per ‘Uscire’. Inoltre, nella circoscrizione elettorale di Corbyn, Islington, un impressionante75% di elettori ha sostenuto ‘Rimanere’ mentre soltanto il 25% ha votato per ‘Uscire’. Per aggiungere al danno la beffa, alcuni dei politici laburisti che hanno fatto le critiche più sonore di Corbyn in rapporto alla Brexit, non sono affatto riusciti a convincere l’elettorato delle loro proprie circoscrizioni a votare ‘Rimanere’.
Secondo, il tempismo. Il “golpe” si stava preparando prima del risultato del referendum e sui media si era riferito circa dei piani. Per esempio, il Daily Telegraph riportava questi titoli settimane prima del referendum: ‘I ribelli del Partito Laburista sperano di far cadere Jeremy Corbyn con un blitz, 24 ore dopo il referendum sull’UE’ e: ‘Rivelato: complotto per cacciare Corbyn usando la deputata veterana del Partito Laburista, Margaret Hodge per scatenare la competizione per la leadership’.
Risentimento
In breve, c’è sempre stato risentimento verso Corbyn da parte dei deputati laburisti più di destra e non meraviglia che sia stato orchestrato un complotto; una crisi come la Brexit ha offerto l’occasione perfetta di attuare questi piani. Il vero motivo per cui Corbyn sta affrontando una contestazione alla sua leadership, è che è un progressista e minaccia l’intero establishment britannico, comprese le fazioni del Partito Laburista. Proprio come Podemos e Syriza, Corbyn non è amato dall’establishment europeo e nazionale. Questo è il motivo per cui Corbyn ha ricevuto tanta copertura negativa sui nomali media britannici tradizionali e anche da parte del Partito Conservatore.
David Cameron è il colpevole numero uno della Brexit perché, in primo luogo, ha deciso di chiamarlo referendum, ha fatto la campagna a favore del voto ‘Rimanere’, ma è stato così distaccato dalla rabbia popolare verso il governo e l’UE, che ha ricevuto uno schiaffo in faccia con il risultato favorevole a ‘Uscire’. Però ora sta incolpando Corbyn per la sua sconfitta e gli dice: “Per amor del cielo, vattene.” Cameron dice che la “partenza” di Corbyn sarebbe “nell’interesse nazionale”.
Di fatto, invece, sarebbe nell’interesse dell’establishment, che è molto diverso da quello della gente comune. Forse l’attacco più comico a Corbyn da parte dei media, è arrivato dal quotidiano di destra Daily Telegraph, con un articolo intitolato: ‘Il giardino incolto di Jeremy Corbyn riflette proprio l’uomo, dice Alan Titchmarsh’. Titchmarsh, il massimo giardiniere del Regno Unito, ha criticato il giardino della casa di Corbyn perché era troppo disordinato, come la barba di Corbyn. Se questo è il migliore argomento che i media sono stati capaci di trovare contro Corbyn, Jeremy deve davvero essere eccellente.
Un futuro apocalittico
In modo più serio, il Financial Times, che parla per il potente settore finanziario della Gran Bretagna, ha scritto in un editoriale: “Il Partito Laburista ora deve agire per rimuovere Jeremy Corbyn” perché, senza un cambiamento, il partito affronterà un futuro apocalittico.” Si presume che Corbyn sia ‘non adatto” ad essere il leader e di suppone che abbia ‘sabotato’ la fazione ‘Rimanere’ durante la campagna per la Brexit. Il Financial Times ammette, però, che il complotto per liberarsi di Corbyn ha di fronte un piccolo problema: la democrazia.
In effetti, Corbyn ha un buon sostegno tra i membri del Partito Laburista che sono persone comuni che eleggono il capo del partito. Quando è stato eletto a capo del Partito Laburista nel settembre 2015, la sua vittoria sui rivali è stata sbalorditiva. Il Partito Laburista Ha ricevuto il 60% dei 400.000 voti, battendo rivali come Andy Burnham (19%), Yvette Cooper (17%) e la blairiana Liz Kendall (5%). Poi, il mese scorso, un sondaggio di YouGov/The Times condotto tra i membri del Partito Laburista ha chiesto chi avrebbero votato nel caso ci fosse stata un’elezione per il prossimo capo del Partito Laburista. I risultati sono chiari: Jeremy Corbyn è primo con il 43% dell’appoggio.
Il secondo è Andy Burnham con un magro 10%. Poi c’è il sostegno risibile per i suoi sfidanti: Hilary Benn (4%), Angela Eagle (2%) e Margaret Hodge (0%). Un nuovo sondaggio di YouGov/The Times è stato diffuso il 1° luglio. Dimostra che il sostegno a Corbyn è sceso, ma che batterebbe ancora qualsiasi contendente per la leadership. Per esempio, il 50% voterebbe per Corbyn in confronto al 40% che voterebbe per Angela Eagle. Il calo dell’appoggio a Corbyn sembra essere perfettamente comprensibile data la raffica di propaganda negativa cui è stato assoggettato Corbyn nella settimana scorsa (durante la quale è stato fatto il sondaggio).
Inoltre, il 60% ha detto che i deputati laburisti che si sono dimessi questa settimana ‘hanno sbagliato a farlo e a cercare di costringere Jeremy Corbyn a lasciare, mentre soltanto il 36% ha approvato questa mossa. Inoltre, Corbyn ha appena ricevuto l’appoggio di 10 dei più grossi sindacati del Regno Unito che, collettivamente, hanno affermato che: ‘L’ultima cosa di cui ha bisogno il Partito Laburista è un diverbio fabbricato da se stesso … chiediamo a tutti i deputati laburisti di non impegnarsi in questo atto di debolezza. Le prossime settimane promettono di essere eccitanti e potrebbero avere conseguenze disastrose per il Partito Laburista.
Julien Mercille è docente all’University College di Dublino. Twitter: @JulienMercille.
Originale: thejournal.ie Traduzione di Maria Chiara Starace