Quindici anni dopo, Piazza Alimonda è di chi ricorda Carlo Giuliani e continua a lottare. Per il Coisp e i suoi ospiti c’è solo una sala nello stesso albergo che ospitò Bush nei giorni del G8. Una galleria di foto da Piazza Carlo Giuliani
da Genova, Checchino Antonini
La piazza è ancora di Carlo, il cippo è avvolto di fiori. Quindici anni dopo Piazza Alimonda accoglie chi non dimentica l’omicidio di Carlo Giuliani e continua a lottare contro lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, contro la guerra, l’austerità e la repressione. Haidi e Giuliano accolgono i suonatori sul palco, salutano nuovi e antichi compagni di lotta. Le iniziative in programma in questi giorni hanno registrato sempre una partecipazione superiore alle aspettative, specialmente il convegno contro la trappola del debito. In piazza i fumettisti, da ZeroCalcare a Manuel De Carli, Alessio Spataro e altri si spellano le dita per fumetti in presa diretta che andranno all’asta per sostenere i progetti del comitato promotore.
Ma Genova resta uno dei «luoghi dell’incomprensione, del dialogo impossibile tra gente e sfollagente, canti e mercanti, visi e divise» per citare le parole di Stefano Tassinari dal romanzo I segni sulla pelle dedicato proprio a quelle giornate di luglio.
Anche quest’anno il Coisp, iperteso sindacatino di polizia, non ha rinunciato a lanciare la sua provocatoria iniziativa nell’anniversario dell’omicidio impunito di un ragazzo di 23 anni. Il convegno dal titolo “Estintore come strumento di pace” si svolge nel pomeriggio nello stesso hotel che ospitò Bush nei giorni del G8. In sala una trentina di persone, dicono le agenzie, statisti di ogni sigla della diaspora fascista e populista (Ncd, An, Fli, Lega e Forza Italia), nel cartellone spicca il nome del noto intellettuale romano Gasparri Maurizio che però pare non si sia presentato. Avrebbe dovuto esserci pure Placanica Mario, il carabiniere che si autoaccusò dell’omicidio di Carlo e nessun tribunale ha avuto modo di scoprire se è vero. Però una cosa, Placanica, avrebbe potuto spiegarla al simpatico club di agenti e al suo conducator: che Carlo sollevò l’estintore solo dopo aver visto la pistola puntata ad altezza di ragazzo.
In piazza, Giuliano Giuliani ricorda che una sentenza spiega per filo e per segno in piazza Alimonda e via Tolemaide ribellarsi era giusto perché le cariche dei carabinieri erano immotivate e ingiuste. E che non tutti i giudici sono come quelli che hanno insabbiato le indagini sull’omicidio Giuliani archiviando tutto alla voce uso legittimo della armi.
Le iniziative andranno avanti fino a domenica.