IL PESCE PUZZA SEMPRE DALLA TESTA. Stipendi Rai, come i golpe d’estate, si ripetono ciclicamente ma, come in Turchia, spesso non riescono. Purtroppo sussurra qualcuno. La questione degli stipendi di giornalisti e dirigenti Rai finisce davanti alla Corte dei Conti: il Codacons scopre ch l’acqua carda brucia e presenta una denuncia alla magistratura contabile sugli abnormi compensi elargiti dalla rete di Stato ai propri dipendenti».
Scandalismo a parte, cercando di districarci nell’intorcinato dire e non significare del Direttore Generale Rai Campo Dall’Orto, cosa diamine sta accadendo di nuovo in Rai da giustificare tante indignate proteste di mezza estate?
Premessa: non facciamoci prendere per il sedere, tutti sapevano, e molti ne avevo il loro tornaconto, presente o futuro sperato.
Ma la contraddizione è soprattutto un’altra: possiamo sperare in un cambiamento quando la delega a correggere il tiro è affidata a chi di quelle storture anche retributive è il primo a goderne?
Caro Direttore Generale, cara presidente Maggioni, dispiace, ma non siete credibili.
Voi assieme a molti altri che oggi cavalcano la facile indignazione.
Iniziamo proprio dal Codacons
«Numerosi direttori Rai guadagnano stipendi superiori ai 300mila euro annui, e molti altri hanno compensi compresi tra i 200 e i 300 mila euro» attacca il presidente del Codacons Carlo Rienzi. «Già questo basterebbe per gridare allo scandalo – aggiunge -ma c’è dell’altro: secondo quanto riportato in queste ore dai mass media, una folta schiera di giornalisti e manager della rete percepirebbe stipendi tra i 205 e i 240mila euro annui senza ricoprire alcun incarico: in buona sostanza vengono pagati per non lavorare».
Presidente Rienzi, scopre oggi che l’acqua carda brucia?
Che a ogni rimozione in genere politica in Rai corrisponde in genere ad un esiliato con illustre stipendio? Per favore!
Altri scopritori delle Indie fuori rotta
Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, «Noi abbiamo una regolazione generale che abbiamo introdotto». Salvo trucchi e omissioni. E i dirigenti da voi nominati che le regole se le sono messe sotto i piedi?
Il presidente del Pd Orfini, grande stratega romano, scopre che «in Rai ci sono persone che hanno quelle buste paga solo grazie al rapporto incestuoso con la politica»
Il presidente della Vigilanza Rai, cinquestelle Fico, copia l’ovvio: «Chi non lavora e prende uno stipendio alto per me è sempre licenziabile». Perché, chi ‘ruba’ uno stipendio basso lo perdoniamo?
E il ‘nullafacente’, è uno scansafatiche o uno discriminato nella successione delle lottizzazioni Rai a cui dover pure pagare il torto subito?
E via dichiarando con truculenze varie tutti i partiti in quasi vacanza.
Autoregolamentazione per ridere
Niente taglio ai superstipendi dei top manager Rai, scrive il Giornale svolgendo il suo ruolo di organo d’opposizione. Nessun allineamento al tetto dei 240mila euro applicato persino al presidente della Cassazione ma non ai dirigenti di Viale Mazzini.
«Dipendenti pubblici più uguali degli altri».
La presidente Rai Maggioni e il dg Dall’Orto visibilmente infastiditi all’audizione in Vigilanza Rai, sono solo all’antipasto. Autoriduzione degli stipendi a partire dei loro due? Tarantola, presidente Rai fino al 2015, si era ridotta lo stipendio a 177mila euro mentre Maggioni va ben oltre i 300 mila. L’attuale direttore generale ne prende 650mila, quasi tre volte il presidente della Repubblica e non appare il genio di cui qualcuno narrava.
La colpa fu del rosso fiorellin..
La colpa sempre di altri. Dall’Orto, beccato a copiare il compito in classe, fa subitola spia. «Io non c’ero, le storture arrivano dal passato e le abbiamo ereditate?». E adesso si litiga sui ‘bond’, trucco contabile per superare il tetto degli stipendi. Cambio di nome ai soldi. A chi li prende il barba al buon gusto, resta sempre un sospetto di ladrocinio.
Oltre la cronaca aqncora due o tre questioni, dubbi, perplessità da parte di un ex Rai che si sente sempre più ex e sempre più lontano.
94 stipendi oltre i 200mila euro, e non è buono. Peggio sarebbe andare a ficcare il naso sui meriti professionali di chi quei soldi prende.
Qualche quesiti ai nuovi vertici che in Rai appaiono decisamente marziani.
Gli amici degli amici fin che dura
Tutti quei dirigenti esterni erano proprio necessari o erano clienti e amici garanti di fedeltà personali? Non faccio nomi per non omettere. Nuovi conduttori, nuovi direttori di testata, e nuovi manager apicali. Il nuovo a prossima rottamazione programmata.
E tutti i nuovi, pensate e ridete (o incazzatevi), con contratto rigorosamente a tempo indeterminato. Super manager (tutti davvero super?) con superstipendi senza un vincolo di rapporto a tempo legato ai risultati?
Qualcuno anche in Consiglio di amministrazione si dev’essere distratto.
E ora l’obbligo del silenzio per i collaboratori esterni sui loro guadagni Rai imposto da Dall’Orto. Certamente, diranno, per difendere l’azienda dalla concorrenza.
O per difendere loro dalla vergogna?
E divieto di commento sui social, modello Erdogan.