Miti e realtà sul giochetto elettronico che sta ammaestrando mezzo mondo e allarmando l’altra metà, arricchendo chi lo produce e facendo impazzire fondamentalisti religiosi e complottisti
di Francesco Ruggeri
Da ieri sera Pokemon Go è disponibile anche in Brasile, dove domani si apriranno i giochi olimpici. Il ritardo nell’attivazione del gioco aveva creato qualche disappunto tra i presenti ai Giochi. Sono già una trentina i Paesi che hanno accolto il gioco di realtà aumentata della Niantic basato sui personaggi dell’omonimo videogame giapponese.
Per realtà aumentata si intende l’arricchimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere manipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Il cruscotto dell’automobile, l’esplorazione della città puntando lo smartphone o la chirurgia robotica a distanza sono esempi di realtà aumentata.
A Perugia, intanto, è arrivato il Pokebus, pulmino da nove posti per accompagnare «in sicurezza» i cacciatori di Pokemon Go. È l’iniziativa di due giovani ex disoccupati, Edoardo Mocellin e Daniele Benvenuti, 20 e 30 anni, che hanno investito nel mezzo i loro risparmi. A raccontare la loro storia è oggi il Corriere dell’Umbria. «Anche a Perugia abbiamo visto che la situazione sta sfuggendo di mano perché il gioco assorbe mentalmente» hanno spiegato Benvenuti e Mocellin al Corriere dell’Umbria. «Un giorno – hanno aggiunto – abbiamo assistito a un incidente e quando dall’auto sono scesi ragazzi con il cellulare in mano abbiamo fatto due più due». Così hanno investito i loro risparmi nel pulmino ribattezzato Pokebus, a disposizione 24 ore su 24 e sette giorni su sette su prenotazione dei «cacciatori» di Pokemon, per chiunque voglia giocare «in modo sicuro». «Ci hanno chiamato in tanti – assicurano i due – anche alle 4 di notte».
L’applicazione che sfrutta la realtà aumentata e la localizzazione col Gps (fa cercare mostri virtuali in luoghi reali) sta battendo tanti record ed è diventata in pochissimo tempo un fenomeno di costume planetario. Non si sa dove abbia trovato il tempo per giocare visto l’impegno negli allenamenti, ma pure un ginnasta del calibro di Kohei Uchimura non è rimasto con le mani in mano davanti ai «mostriciattoli». L’atleta giapponese, a Rio per i Giochi, si è visto recapitare una maxi bolletta – quasi 5 mila dollari, poi ridotta dall’operatore telefonico – per il traffico dati in roaming generato dal gioco. E dire che l’app in Brasile ufficialmente ancora non era disponibile. Negli Usa invece, ben più grave, una coppia di giovani genitori è stata arrestata dopo aver lasciato da solo per oltre un’ora il figlio di 2 anni per inseguire Pikachu e compagni. I casi «mania» non mancano nemmeno in Italia. Un giovane è stato multato a Milano per aver pericolosamente parcheggiato in curva, in centro, piazzandosi in mezzo alla strada.
Cinque giorni dopo il lancio, dall’Egitto, l’Imam di Al Azhar, la massima autorità islamica sunnita, ha ribadito che Pokèmon Go sarebbe equiparabile all’alcool e quindi sarà fatto divieto ai musulmani di scaricare il gioco. Sulla stessa lunghezza d’onda si è schierato Abbas Shouman, il vicecapo ed assistente dell’Imam di Al Azhar. Secondo quest’ultimo il gioco crea dipendenza e quindi influenza in modo negativo i giocatori. Sempre secondo Abbas Shouman il gioco sarebbe equiparabile all’alcool e quindi, siccome per i musulmani fedeli all’#Islam è vietata la compravendita di alcolici, sarà vietato il download del giocoanche perché potrebbe togliere tempo per il lavoro, ma anche per la preghiera, come si segnala dall’Indonesia.
Nonostante tutto molti utenti in Egitto hanno scaricato il gioco provando a catturare i pokèmon vicino alle moschee. Anche Memeth Barayaktutar, autorità che dirige gli Imam locali, ha espresso la volontà che anche in Turchia debba essere vietato il download di Pokèmon Go. Il presidente israeliano invece, postando una foto mentre giocava a Pokèmon Go, ha decretato la possibilità che i cittadini possano giocare senza alcun problema a Pokèmon Go. Tutti fuorché i soldati: Zahal, l’esercito israeliano, è in guerra con la app. I militari di Israele hanno ricevuto il divieto di andare a caccia delle sue figurine virtuali mentre si trovano all’interno di basi dell’esercito per evitare il rischio che le immagini riprese dai loro apparecchi cellulari siano rilanciate e raggiungano occhi indiscreti. Ossia che dietro ai simpatici animaletti Pokemon siano visibili installazioni segrete di Israele. Una precauzione che si fa strada nella Cina.
Il governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo ha vietato l’utilizzo del famigerato Pokemon Go a 3.000 persone, schedate per reati legati a violenza sessuale. L’applicazione, particolarmente apprezzata da adolescenti e pre-adolescenti, permette infatti di individuare altri giocatori. Il divieto punta ad evitare che il videogioco possa essere utilizzato da pedofili.
Nonostante i timori per la privacy, le lamentele per le ultime modifiche al gioco e la fatwa di alcuni imam, la mania per i Pokemon da ‘acchiappare’ col telefonino non mostra segni di cedimento. L’applicazione vola superando i 100 milioni di download nel mondo, mentre la «febbre» dei mostri non risparmia nemmeno gli atleti a Rio per le Olimpiadi. A quantificare il successo di Pokemon Go è la società d’analisi App Annie. L’app è stata scaricata nel mondo oltre 100 milioni di volte a nemmeno un mese dal lancio: il traguardo è stato superato nel fine settimana. Allo sviluppatore Niantic l’applicazione porta entrate giornaliere per oltre 10 milioni di dollari. Il suo successo – fin da subito negli Usa la riaccesa passione per i Pokemon di Nintendo ha surclassato l’utilizzo di WhatsApp, Snapchat, Facebook e perfino dell’app per gli incontri amorosi Tinder – non è comunque andato a scapito di altri giochi, anzi. Secondo un recente dossier di Frost and Sullivan la mania ha contribuito a rivitalizzare il settore del «mobile gaming» proprio evidenziando le potenzialità della realtà aumentata. A conferma della popolarità del gioco, John Hanke, ceo della compagnia che l’ha creato, è stato preso di mira anche dagli hacker. Nei giorni scorsi è stato violato il suo profilo Twitter – a causa di una password troppo debole – ad opera degli stessi hacker già dietro alla violazione di profili social di altri big della tecnologia: Pichai (Google), Zuckerberg (Facebook) e Dorsey (Twitter).
Anche la serie animata dei Pokémon è incorsa più volte in censure per i motivi più vari, come ad esempio alludere a tsunami, sparatorie, crolli di grattacieli ma soprattutto per la sessuofobia dilagante nei paesi “fondamentalisti” come gli States, Israele o la Turchia. Alcuni cristiani statunitensi credono che i Pokémon abbiano un’origine satanica per via dell’utilizzo di alcuni concetti spirituali di origine asiatica o l’uso di talismani magici. Per esempio, alcuni praticano arti marziali, che per alcuni gruppi cristiani statunitensi è un passaggio che porta alle religioni pagane.
Il primo caso di “Pokemon shock” riguarda il 38º episodio della prima serie, bandito in tutto il mondo. L’episodio in questione andò in onda la prima ed unica volta il 16 dicembre 1997 in Giappone, causando circa 700 casi di epilessia provocata da alcune sequenze nelle quali vengono mostrate intermittenze luminose troppo veloci. Alcune persone hanno sofferto di attacchi di epilessia anche a causa della successiva trasmissione della sequenza d’immagini incriminate durante la diffusione da parte dei tg della notizia. Un altro episodio fu censurato dalla Warner Bros perché uno dei personaggi maschili travestito da donna per partecipare ad un concorso femminile in bikini. In seguito l’episodio è stato trasmesso negli Stati Uniti senza la sequenza incriminata, non permettendo però una adeguata comprensione dello stesso.
Inoltre secondo alcuni nella sigla originale in inglese, se viene ascoltata al contrario (backmasking) la frase “gotta catch ‘em all” è possibile udire “I love Satan” (amo Satana) o “oh Satan”. Per questo motivo alcune organizzazioni cristiane credono che i Pokémon istighino al satanismo in modo subliminale. Tuttavia il Vaticano, attraverso il canale satellitare della cei, SAT2000, ha dichiarato che i giochi di carte e i videogiochi dei Pokémon «non hanno alcuna controindicazione morale» e «allenano i bambini alla fantasia e all’inventiva».
Altre critiche sono giunte da membri della comunità ebraica, per l’uso della svastica, simbolo del nazismo, in modo inappropriato. La Nintendo ha dichiarato che è stato solo un malinteso, poiché la svastica o “manji”, orientata in senso antiorario (卍), in Oriente rappresenta il sole e viene usata come auspicio di buona fortuna dalla religione induista da circa 2000 anni. In Giappone, dove ci fu, una violenta reazione pubblica per l’intolleranza dimostrata nei confronti dei simboli della religione buddista, la svastica non è sempre associata al nazismo (che usava come simbolo una svastica in senso orario), ma può indicare un tempio buddista allo stesso modo dell’obelisco (†) che in occidente indica una chiesa. I Pokémon sono stati anche attaccati nel 2001 dagli islamici. In Arabia Saudita il gioco di carte è stato criticato perché promuoveva il gioco d’azzardo e uno sceicco saudita incitò i musulmani a stare attenti poiché che in molte carte sono presenti «stelle a sei punte, simbolo del sionismo internazionale e dello Stato d’Israele».
In Pokemon GO, il mondo reale è lo sfondo del gioco. L’azienda dietro Pokemon GO è una startup di San Francisco chiamata Niantic Inc., che era stata messa su nel 2010 come una azienda interna a Google. Il fondatore e attuale CEO di Niantic è John Hanke, un uomo con connessioni nel Dipartimento di Stato e nella CIA. La tecnologia della CIA con cui abbiamo più familiarità è Google Earth. Come molte delle nuove tecnologie dell’era digitale, Pokemon Go costantemente raccoglie informazioni sull’utente e le condivide con chi gli pare. Non è la prima volta che una tecnologia militare assume dei risvolti commerciali. A partire dal telegrafo senza fili. Leggersi uno storico della tecnologia come Mattelart, tanto per dire.
E’ un effetto collaterale che serve a finanziare il complesso militar-industriale e a prevedere stili di consumo più che un controllo sociale da Grande Fratello orwelliano. James Corbett dice che “Il Pokemon Go della CIA fa quello che il Patriot Act non può”, la privacy policy dell’app dichiara che Niantic condividerà tutte le informazioni che raccolgono (che sono tante) con il governo e organizzazioni private. Il gioco chiede all’utente di dare un eccessivo accesso a molte delle componenti dello smartphone (incluso l’accesso alla videocamera e all’account di Google).
Oliver Stone – produttore e regista del nuovo film su Edward Snowden – ha recentemente denunciato il gioco come una “nuovo livello di invasione” e una nuova forma di “totalitarismo”.
“Anche io lo sento dire: è un nuovo livello di invasione. Una volta che il governo è stato denunciato da Snowden, ovviamente le corporazioni hanno cominciato al prendere i sistemi di encrittazione seriamente, per la loro sopravvivenza. Giusto? Purtroppo però la ricerca del profitto è enorme. Nessuno ha mai visto nella storia del mondo qualcosa come Google, mai! E’ il business con la crescita più veloce che sia mai esistito e hanno investito un’enorme quantità di soldi in ciò che chiamiamo sorveglianza: che altro non è che l’accumulo dei dati personali”.
“In questo momento, stanno accumulando informazioni personali su ogni persona in questa stanza: cosa compri, cosa ti piace, e sopra ogni altra cosa, il tuo comportamento. Pokemon Go fa esattamente questo. E’ dovunque. E’ cio che alcuni chiamano il capitalismo della sorveglianza; è la nuova fase del capitalismo. Vedrete una nuova forma di società, qualcosa come una società di robot che sapranno predire i tuoi comportamenti e quindi sapranno soddisfare i tuoi desideri prima che tu li voglia. E’ cio che chiamano più semplicemente totalitarismo”
All’inizio di quest’anno, il responsabile della sorveglianza del governo inglese, Tony Porter, ha rivelato come i dati ottenuti dalle camere a circuito chiuso possono essere usate per predire comportamenti. Lo scrive Steve MacMillan, scrittore indipendente, ricercatore, analista geopolitico e editore di The Analyst Report, che scrive specialmente per la rivista online New Eastern Outlook.
Quanto più ci inoltriamo nel 21esimo secolo e quanto più sofisticati i sistemi di algoritmi diventano per far fronte allo tsunami di dati, le agenzie di Intelligence e le corporazioni saranno sempre più capaci di predire (e manipolare) accuratamente il comportamento delle loro popolazioni e quelle di altre nazioni. Siamo già sulla buona strada: la traiettoria verso il futuro ci porta verso livelli di sorveglianza ben oltre quelli immaginati da George Orwell. La difesa della privacy digitale sarà uno dei campi di battaglia in questo secolo, per coloro che hanno a cuore le libertà individuali.
Pokemon Go ha più l’aria di un cavallo di Troia della CIA e del vasto complesso industriale Intelligence-Sicurezza-Dati-GrandeFratello che un semplice innocente giochetto. Con tutti questi collegamenti con il Dipartimento di Stato, CIA, DoD, non sorprende il fatto che alcuni paesi stiano prendendo in considerazione l’idea di bandire il gioco.
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bisognerà pure occupare questi milioni di giovani senza lavoro, né prospettive … li vedo vagare in gruppetti di tre o quattro al parco vicino a casa con lo sguardo fisso sul telefonino, ridicolmente concentrati, in posizioni strampalate, dimentichi di tutto … sono molto più spesso maschi che femmine, e se gli passa vicino una ragazza nemmeno alzano lo sguardo … anche il mio gatto, ormai morto, essendo castrato, quando una gattina gli girava intorno con aria invitante nemmeno la guardava … preferiva come questi ragazzi andare a caccia di pokemon … finalmente un modo indolore per estinguere l’homo sapiens …