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Scuola, algoritmo canaglia e ministero cialtrone. Docenti contro la deportazione

Scuola, il ministero sbaglia l’algoritmo e le graduatorie della mobilità risultano falsate. Dodicimila docenti deportati da Sud a Nord. Un altro frutto avvelenato della “buona scuola”

di Checchino Antonini

Ieri a Napoli, la polizia spintona i docenti in Piazza Plebiscito

Un algoritmo cialtrone, figlio della “buona scuola” e di un accordo sindacale controverso, ha sconquassato le graduatorie degli insegnanti e ora in dodicimila si trovano catapultati – deportati è più esatto – dal Sud a Nord, a centinaia di chilometri dalla propria vita. L’esodo delle mamme, evocato dalla stampa per sintetizzare quello che sta accadendo, è un titolo che rende la catastrofe ma non spiega a pieno le responsabilità del Miur, il ministero della pubblica istruzione che ammette solo «errori fisiologici» (parole del sottosegretario Faraone) e, barricandosi dietro al ricatto dei tempi stretti da qui alla ripresa dell’anno scolastico, annuncia una «soluzione tampone» che rischia di essere peggiore del danno. Una delle docenti deportate spiega infatti a Popoff che il meccanismo della provvisoria assegnazione di molti di loro nelle scuole del Sud tarperebbe le ali a molti docenti precari in attesa di supplenze annuali. «La soluzione c’è – spiega Monica Capo – da Roma in giù non esiste il tempo pieno. Se venisse istituito anche nelle scuole del meridione non solo non ci sarebbero deportazioni ma ci sarebbe più scuola e più opportunità per i nostri giovani».
In ballo c’è la vita di persone in carne e ossa, ad esempio una madre di figli disabili gravissimi scaraventata dalla Campania al Veneto senza nemmeno il rispetto delle precedenze di legge.
Ecco perché ieri a Palermo e soprattutto a Napoli (in tutta la Campania sono in 5mila a dover fare i bagagli), in piazza Plebiscito la tensione era altissima con gli agenti in tenuta antisommossa per impedire l’eventuale occupazione della prefettura da parte delle e dei docenti recalcitranti alla deportazione e indignate. Una di loro è svenuta per il caldo, un’altra è caduta per gli spintoni dei celerini. Ha una placca di titanio per una vecchia storia, lo fa presente al poliziotto che gli risponde: «Tanto a Napoli siete tutti invalidi!».
Così racconta ancora Monica Capo, insegnante trasferita a Genova, già da un anno lontana dai suoi figli. Ora sono tutte e tutti in balìa della chiamata diretta dei presidi, altro capolavoro della buona scuola renziana, piuttosto selettivo contro i docenti più scomodi. Oppure in attesa dell’assegnazione d’ufficio della sede.

Dopo la mezza ammissione di Faraone, il Miur ritratta e giura che: «Non c’è alcun errore nell’algoritmo della mobilità, che non è un’invenzione ministeriale ma la traduzione matematica del contratto di mobilità siglato con i sindacati». Ribatte Teresa De Feo, insegnante a Milano che, assieme ad altre colleghe, ha spulciato le graduatorie incrociandole con molte informazioni “invisibili” a quelle liste: «Quella che nella L.107/15 (comma 108) è stata definita “mobilità straordinaria”, non solo consente agli insegnanti di potersi spostare volontariamente, ma assegna a tutti i neoassunti, a seguito del piano straordinario del Governo Renzi, la sede definitiva, su tutto il territorio nazionale, obbligatoriamente. Una valanga di movimenti, e gestiti, contrariamente a come sempre avvenuto, non a livello locale, ma nazionale e mediante una procedura di assegnazione informatizzata. Numerosissimi gli errori riscontrati negli elenchi già pubblicati, come la denuncia di una totale mancanza di trasparenza a seguito delle scarse indicazioni, in essi contenute, fondamentali a garantire meccanismi di autotutela. Ma addirittura FLC CGIL rileva non solo la presenza di errori “seriali” di varia natura, ma l’utilizzo di un criterio di computazione differente da quello sottoscritto nel CCNI 2016, che avrebbe completamente alterato i risultati di tutti gli elenchi già editati dall’Amministrazione (come comprovato da un faldone di casi esaminati). Fatto gravissimo, tanto da portare il sindacato a richiedere il rifacimento di tutta l’operazione, nel rispetto delle attese degli insegnanti e di domande compilate sulla base dei criteri descritti nel contratto. La cosa comprometterebbe il regolare avvio dell’anno scolastico, con ripercussioni di gravità inaudita, tanto da portare Pantaleo a richiedere le dimissioni del Ministro. Tutto sbagliato, eppure il Ministero nega».

Minimizza ancora la ministra Giannini: «Abbiamo l’incrocio di tutta una serie di variabili, che un tempo si faceva con carta e penna e un signore detto a incrociarle». Capitava, ad esempio, ha detto il ministro, che lo 0,5 di un punteggio venisse trascritto 0,6. La macchina svolge queste funzioni «in più in maniera più affidabile, ma questo non significa che non possa esserci un errore di trascrizione, non però un errore di sistema. In Campania ad esempio a fronte di 1.800 insegnanti che rientrano, 1.500 si devono trasferire in altra sede. Dalla Sicilia ci sono 800 insegnanti in partenza e poco più di mille in rientro». Numeri contestati anche questi dai docenti in agitazione. «Dal Ministero nessun impegno concreto per correggere i numerosissimi e documentati errori, riscontrati e già segnalati, nei trasferimenti – dice Mimmo Pantaleo, segretario della Flc Cgil – ancora una volta abbiamo assistito a una difesa insostenibile di procedure anomale che hanno violato le intese sottoscritte sulla mobilità. L’orientamento del Ministero di favorire la conciliazione presso gli uffici provinciali del lavoro, procedura prevista dalle leggi e dai contratti, per i docenti che ritengono di essere stati danneggiati nei trasferimenti non risolve i problemi e rischia di produrre nuove ingiustizie e alimentare ulteriori divisioni. A ciò si aggiunge che le indicazioni date sulla chiamata diretta determineranno ulteriori contenziosi e possibili discriminazioni. Per evitare il caos nelle scuole è necessario sospendere le procedure della chiamata per competenze affidando agli uffici regionali scolastici il compito di assegnare i docenti dagli ambiti alle scuole».

Spiega ancora De Feo: «Al singolo candidato verrà data la possibilità di accordarsi su una sede migliorativa, rispetto a quella a lui assegnata, indicando i nominativi dei contro interessati con i relativi punteggi. E cosa diranno mai i contro interessanti a fronte non già di errori “fisiologici” ma di errori procedurali, che hanno compromesso totalmente la correttezza di tutti gli elenchi? Parliamo di 205.444 persone. Il Ministero cerca di occultare un fatto gravissimo che coinvolge migliaia di famiglie. Famiglie in balia di un Governo a cui interessa solo la sua “performance”: dimostrare di rispettare la tabella di marcia, di tenere fede alle promesse, di essere in grado di farlo in tempi record. E a che prezzo, se si calpestano diritti fondamentali? Ed è forse il caso di cominciare sul serio a riflettere sulla buona salute della nostra democrazia. E proprio nei giorni in cui infiammano le polemiche sulle nomine Rai, pure questa aggiunge un altro tassello a riprova dell’opportunità di questa riflessione».

«La buona scuola colpisce ancora: dopo la vergogna delle chiamate dirette, e dei dirigenti scolastici che chiedono i video a figura intera, il caos dei trasferimenti. Esprimo la mia totale solidarietà con la protesta delle insegnanti e degli insegnanti che si stanno mobilitando, soprattutto in tante regioni del Sud – dichiara Eleonora Forenza, deputata europea de L’Altra Europa con Tsipras – gruppo GUE/NGL – contro l’assurdo meccanismo dei trasferimenti e i tanti errori che sono stati riscontrati. Ancora una volta tante intelligenze sono costrette a emigrare da Sud, affidando il proprio futuro a un algoritmo. La buona scuola calpesta i diritti dei docenti, distrugge la scuola pubblica e divide il paese. E i fatti di questi giorni sono frutto, oltre che degli errori del Miur, del progetto di Renzi e Giannini».

vedi anche: I Cobas scuola sulla mobilità

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