Sono passati dieci anni dall’omicidio di Renato Biagetti. Questo decennale si affaccia in un clima generale di un nuovo fascismo sempre meno strisciante. Da oggi al 3 settembre le iniziative di Renoize, con rabbia e con amore
di Checchino Antonini
Chi ha ucciso Renato è sceso da una macchina grigia con il coltello in mano. E ha mirato direttamente al petto. Poi ha ferito chi era con lui. La sua ragazza e l’amico di sempre. Erano le cinque del mattino di domenica. Dieci anni fa esatti. Il 27 agosto 2006. Renato Biagetti aveva 26 anni ed era stato a un concerto reggae sul litorale romano, a Focene, una frazione di Fiumicino. Una serata tranquilla, come tante altre. Fino all’alba quando sta per tornare a Roma, nel quartiere di Grotta Perfetta. Proprio fuori dal chiosco, sulla spiaggia, una macchina grigia metallizzata accosta la vettura dove Renato e i suoi amici sono appena saliti. «E’ finita la festa?». «Sì? E allora perché non ve ne andate a Roma?!», ha detto uno dei due che era a bordo prima di scendere con la lama tra le dita. Tre colpi al cuore e ai polmoni di Renato. E ferite più lievi per i suoi compagni di sventura.
Lei ha trent’anni, l’altro 29. Ma parlerà coi carabinieri anche Renato. Lo farà al Grassi di Ostia mentre aspetta un paio d’ore, pare, prima di entrare in sala operatoria. E’ lì che morirà, intorno a mezzogiorno. «Dopo un’attesa inspiegabile e inaccettabile», scrivono gli amici e le amiche di Acrobax. Perché Renato era un compagno, dei tanti che si riconoscono nelle attività del Laboratorio occupato che una volta era il Cinodromo di Ponte Marconi.
Renato era un ingegnere fresco di laurea e faceva il precario nel rutilante mondo della musica. Tecnico del suono. Un ragazzo come tanti, dolcissimo, amato da tutti. Passava ad Acrobax tutti i giorni. Per amicizia, per politica. Suo fratello Dario, “Darione”, è proprio uno degli occupanti e animatore della squadra di rugby, gli All Reds, palla ovale e impegno politico per sfatare il brutto mito che avvolge quello sport, un mito che lo vorrebbe macista e fascisteggiante e non denso di lealtà, socialità, rispetto. Renato, invece, gli stessi principi li applicava nel calcio con la maglia tutta rossa. E gli piaceva la musica, il reggae specialmente.
«Non si è trattato di una rissa tra balordi all’uscita di una delle discoteche del litorale ma di uno dei tanti episodi che si iscrive dentro un clima sociale, politico e culturale di intolleranza determinato dalle destre in Italia. Non sappiamo chi sono questi delinquenti ma queste pratiche ci ricordano da vicino le tante aggressioni agli spazi sociali e alle persone che li attraversano che si sono ripetute a Roma e altrove», questo scrissero i suoi compagni.
Focene, 2mila abitanti, è solo un vialone stretto schiacciato tra il recinto dell’aeroporto e il mare. A nord c’è Fregene, a sud, oltre la foce del Tevere, ci sono Fiumicino e poi Ostia. Non c’è nemmeno una vera e propria piazza. Ma certo non è un ghetto. Piuttosto è un classico paese di mare nato alla rinfusa ma sostanzialmente tranquillo. Certe sere d’inverno anche troppo. Si dice che anche la “mafia dei chioschi”, virulenta soprattutto sotto Roma, non sia ancora arrivata. Con Gela, quello di Fiumicino è il posto più abusivo d’Italia.
Non fu una rissa ma un’aggressione a freddo quella che causò la morte di Renato Biagetti: gli atti di indagine sono stati più chiari della manipolazione mediatica che tentò di rubricare il fatto alle voci “rissa tra balordi”. Renato si beccò otto coltellate da due giovanissmi (18 e 17 anni). Saranno condannati, rispettivamente, a 15 e 14 anni e otto mesi. L’autopsia ha riscontrato un’elevata volontà omicida. Due i colpi che hanno raggiunto il cuore in profondità. Perizie e testimonianze vanno tutte in un’unica direzione. E nulla, sul corpo di Renato, fa pensare a una sua attività aggressiva, non c’era nulla neppure sotto le unghie. Dagli imputati nessun segno di ripensamento. Prima s’è cercato di occultare le prove, poi è stato messo in atto un maldestro tentativo di espatrio verso i Caraibi proprio all’indomani dell’aggressione. Le loro famiglie, intanto, ostentano un’assoluta indifferenza che ha sconvolto Stefania, la mamma di Renato.
Così scrissero il 31 agosto, gli amici e le amiche di Renato:
Leggiamo gli articoli su Renato ma sembra che non parlino di lui né di quello che è realmente accaduto. Allibiti e sconcertati dai mezzi di informazione nazionale abbiamo sentito la necessità di parlarvi davvero di Renato e di quello che ha vissuto.
Su “l’Unita” del 29 agosto 2006 una giornalista ha scritto un articolo sconcertante che fornisce una ricostruzione erronea dei fatti, non capiamo come la verità possa essere travisata in questo modo: non è stata una rissa è stata un’aggressione. Su “la Repubblica” del 28 agosto 2006 è stato scritto «rissa tra balordi»: non è stata una rissa, è stata un’aggressione.
Quando li abbiamo incontrati a casa di Renato, abbiamo chiesto ai giornalisti di non parlare di rissa, ma hanno deciso ugualmente di interpretare la storia a modo loro; Renato aveva il valore della non violenza: non è stata una rissa è stata un’aggressione.
Nessuno si preoccupa invece di sottolineare che c’erano due ragazzi armati di coltello, alle cinque di mattina, parcheggiati in macchina fuori da una dance hall al termine di una strada chiusa, senza neanche essere andati alla festa: questa non è stata una rissa, è stata un’aggressione. Renato non ha nemmeno cercato di difendersi, ha chiesto al suo aggressore soltanto di «levare quella lama», di rendersi conto di cosa stesse facendo.
Non è stato un tentativo di rapina, non è stata una rissa tra balordi, è stata un’aggressione (…)
Noi sappiamo di Renato che odiava la violenza, aveva il valore della vita e la sua scelta politica è stata sempre quella di rispettarla ad ogni condizione nelle sue azioni di tutti i giorni. Non era un attivista politico né era un militante ma sceglieva di frequentare posti in cui il suo impegno sociale era condiviso e poteva esprimersi con la collaborazione partecipata cosi come con il divertimento.
Non vogliamo che il suo ricordo venga strumentalizzato, non vogliamo che il suo ricordo sia utilizzato cioè come uno strumento di potere. Vogliamo che tutti sappiano che quello che è successo a Renato sarebbe potuto capitare a chiunque. Vogliamo che l’assurdità della realtà in cui viviamo vi colpisca come una pugnalata in petto senza possibilità di nascondersi dietro generalizzazioni di circostanza utilizzate dai media del tipo «era un frequentatore di centri sociali». Renato era anche, anzi sopratutto, qualcos’altro. E noi lo sappiamo. E sabato sera era andato a ballare al “Buena Onda” a Focene con Laura e Paolo a differenza di quei due ragazzi che stavano fuori dalla dance hall con un coltello in tasca…
Sono passati 10 anni, anni in cui la storia di Renato si è intrecciata con tante altre storie, nelle piazze e per le strade, in tantissime iniziative. «Non abbiamo mai smesso di raccontare la verità su quella notte, di chiamare le cose col proprio nome, di denunciare le responsabilità politiche di coloro che con i loro messaggi di odio e intolleranza hanno armato le mani di quei due giovani fascisti di periferia ieri, ma purtroppo ancora oggi, come ci dimostra la storia di Emmanuel a Fermo solo per citare l’ultimo grave episodio», scrivono i suoi compagni annunciando l’edizione di Renoize.
Questo decennale si affaccia in un clima generale di un nuovo fascismo sempre meno strisciante, fatto, come sempre, di odio razzista e di un potere che assume forme sempre più violente nei confronti delle popolazioni, e proprio per questo abbiamo deciso di dare vita ad un percorso lungo un anno, attraverso la campagna “Contro ogni fascismo #ionondimentico”, fatta di iniziative e mobilitazioni in cui si sono incrociate lotte, territori e percorsi.Abbiamo girato e continueremo a girare l’Italia per presentare il fumetto Prossima Fermata. Una storia per Renato scritto da Zerocalcare ed ErrePush.Ma ora il 27 agosto si avvicina e come compagne e compagni di Renato, come Comitato di Madri per Roma Città Aperta vogliamo invitare tutte e tutti ad essere a Roma nella settimana dal 27 agosto al 3 settembre, in cui ricorderemo Renato a 10 anni dal suo omicidio.Il 27 agosto come ogni anno saremo nuovamente a Focene per ricordare Renato lì dove venne ucciso in quell’alba di fine estate, lo faremo attraverso lo sport antisessista e antirazzista con musica e parole per non dimenticare. Dal primo al 3 settembre invece lo ricordaremo in diverse iniziative, per raccontare cosa vuol dire oggi per chi scappa dalla fame e dalle guerre resistere contro confini e razzismo, cosa significa resistere alle politiche di austerity nelle città sui posti di lavoro nelle scuole e nelle università, cosa significa lottare contro sfratti e sgomberi e contro chi devasta i nostri territori, insomma cosa significa, come abbiamo gridato in piazza il 25 aprile essere antifascisti oggi! Per questo il 2 settembre saremo in piazza Sauli a Garbatella per gli spettacoli del cabaret antifascista e antirazzista, mentre il 1 settembre ad Acrobax e il 3 settembre come ogni anno a Parco Schuster dalle 17 in poi, per una due giorni di musica parole immagini cultura e politica, Renoize 2016!
ANCORA UNA VOLTA CONTRO OGNI FASCISMO PER NON DIMENTICARE MAI
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★ 27 AGOSTO // FOCENE // #MEMORIA ★
Dalle ore 16.00 allo stabilimento Buena Onda di Focene, Sport Popolare, Antifascista e Antirazzista
– Beach Rugby organizzato dagli ALL Reds Rugby Roma
– Beach Soccer ANTIRAZZISTA
– Proiezione della video intervista collettiva a cura di AttriceContro e Daniele Napolitano
– Musica&Sfuocata
INFO&APPROFONDIMENTI: https://goo.gl/zkicmY
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★ 1 SETTEMBRE // ACROBAX // #LOTTA ★
CENA ETNICA a cura di MAKI SAPORI DAL MONDO – Gruppo di cucina autogestito dai richiedenti asilo e dai rifugiati dell’associazione Laboratorio 53
Prima, Durante e Dopo:
CONCERTONE Dalle ore 18:00:
▶ AZIONE DIRETTA – street Punk band Azione Diretta
▶ SPAM! – power pop / alternative punk SPAM
▶ KAOS FOR CAUSE – Combat/Punk Kaosforcause
▶ PREMIERE LIGNE – Rap Eone Eskicit-Première Ligne
▶ LOS3SALTOS – CumbiaPowerFolkMurguero Los3saltos
▶ ADRIANO BONO – Reggae/Gipsy Adriano Bono
▶ BESTIERARE – Rap BESTIERARE
▶ SIGNOR K. – Hip Hop Signor K.
▶ ASSALTIFRONTALI – Rap ASSALTI FRONTALI OFFICIAL PAGE
▶ 99 Posse – Raggamuffin/Rap/Reggae 99 Posse
INFO&APPROFONDIMENTI: https://goo.gl/VF6aA3
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★ 2 SETTEMBRE // P.ZZA D. SAULI // #CONDIVISIONE ★
Dalle ore 17.00 Cultura dal Basso con:
▶ PARATA ANTIFASCISTA tra le strade di garbatella con il Frente Murguero, Giocolieri, Clown, Circensi, Migranti e Residenti, Street Band.
▶ RIFLETTITI uno spettacolo di teatro forum a cura dello sportello antiviolenza per donne “Una stanza tutta per sé” e Parteciparte Teatro Dell’oppresso
▶ GIOCHI SENZA FRONTIERE? arte di strada e migrazioni a cura della RETE PerformAttiva.
▶ APE//RAP Aperitivo Popolare & Musica Rap con Emiliano Ill Nano Rapnoize e Lab Hip Hop Meticcio
▶ “Ma…l’Amore mio Resiste”…Dialogo tra Slavina, Giorgia Frisardi e una fisarmonica
▶ CENA POPOLARE a sostegno del Canile Muratella-Roma e della campagna Io Me Ne Occupo
▶ CABARET ✖ ANTIFASCISTA a cura del Laboratorio Metropolitano di Cultura Indipendente
▶ ORCHESTRA, MUSICA E FANFARE di Piazza con le streetband (in aggiornamento)
▶ FIRE SHOW con Le Lapille | TEATRO | DANZA | FUOCO nel loro “L’ora del The”
INFO&APPROFONDIMENTI: https://goo.gl/UWQlLE
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★ 3 SETTEMBRE // PARCO SCHUSTER // #AMORE ★
Dalle ore 18.00 Interventi, Fumetti, Banchetti e Musica con:
▶ MONOLOGO di Attrice Contro – “L’estate finisce sempre così”
▶ EST EST EST – Balcanica/Klezmer Est Est Est
▶ SEAL’D IN VAIN – Tropical Roots Rock Reggae Seal’d In Vain – SIV
▶ PRESENTAZIONE FUMETTO “Prossima Fermata – Una Storia per Renato” a cura di (Z)ZeroCalcare e ERRE PUSH
▶ RANCORE – hardcore & roll Rancore band
▶ VEEBLEFETZER – Brass’n’Roll Veeblefetzer
▶ BARACCA SOUND – Reggae Roots Raggamuffin Baracca Sound Roma
▶ RADICI NEL CEMENTO reggae/ska/rocksteady/dub/calypso Radici nel cemento
▶ ZION TRAIN LIVE – Dub Zion Train
INFO&APPROFONDIMENTI: https://goo.gl/CvAmGZ
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* Il Programma potrebbe subire piccoli cambiamenti e aggiornamenti *
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